• 26 Aprile 2024 18:10

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Mercati agitati dai dazi di Trump, ma i listini azionari trattano in rialzo

Mar 8, 2018

MILANO – Il timore di una guerra commerciale scatenata dai dazi su acciaio e alluminio di Donald Trump continua ad essere l’elemento centrale su cui si specula nelle sale operative, mentre le elezioni italiane non hanno lasciato ad ora strascichi di rilievo. I listini azionari si presentano oggi positivi, ma resta alta l’incertezza sulle scelte della Casa Bianca e gli indici mostrano repentini cambiamenti a seconda di come tira il vento delle notizie da Washington. Milano apre in rialzo dello 0,22%.

Un esempio di questa volatilità si è avuto ieri quando si è dimesso Gary Cohn, il principale consigliere economico della Casa Bianca, un esponente dell’ala moderata. La notizia è stata presa male dagli investitori, che però hanno fatto ripartire gli acquisti quando è emersa la volontà di escludere dai dazi – almeno temporaneamente – Messico, Canada e forse altri Paesi. La moneta europea passa di mano a 1,2394 dollari e 131,44 yen. Dollaro/yen in ribasso a 106. Da Pechino non le mandano intanto a dire a Trump: “Optare per una guerra commerciale è sicuramente la ricetta sbagliata, finirai solo per far male agli altri e a te stesso”.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi è in area 140 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2%. Si attende oggi nel primo pomeriggio la conferenza stampa di Mario Draghi dopo il direttorio della Bce, dal quale si attende un’indicazione di ulteriore pazienza e perseveranza nelle politiche monetarie accomodanti visto che gli obiettivi di inflazione non sono ancora centrati. Dal fronte macro si registra la battuta d’arresto per gli ordini di fabbrica in Germania. A gennaio sono scesi del 3,9% (contro una stima del -1,8% per il consensus Bloomberg) dopo che a fine 2017 avevano visto un rialzo del 3%.

Sotto pressione il Bitcoin, che retrocede sotto 10mila dollari, per le notizie di nuove strette regolatorie: il Financial Times ha dato notizia della chiusura di due piattaforme in Giappone, Bitstation e FSHO, per un mese. Ad 5, inclusa Coincheck, l’Agenzia sui servizi finanziari nipponica ha ordinato di intensificare i controlli interni. La stretta in Giappone fa seguito ad un’indagine sugli scambi di valute digitali che hanno riscontrato scarsa conformità con gli standard antiriciclaggio, personale mal addestrato e “furti” di criptovalute, in particolare quello da 500 milioni di dollari del gennaio scorso a Coincheck.

Le Borsa di Tokyo ha chiuso in positivo, ma senza recuperare totalmente le perdite della vigilia. L’indice Nikkei è salito dello 0,54% (+115,35 punti) a 21.368,07 e l’indice Topix ha guadagnato lo 0,35% (+5,99 punti) a 1.709,95. La crescita del Pil del Giappone è stata rivista in netto rialzo a +0,4% nel quarto trimestre, da +0,1%. Ieri sera Wall Street ha chiuso in recupero dai minimi con il Dow comunque il rosso dello 0,82%, lo S&P praticamente invariato e il Nasdaq in positivo dello 0,33%.

Petrolio in lieve recupero in apertura di seduta. Dopo il calo della vigilia, il greggio Wti del Texas sale di 13 centesimi a 61,28 dollari al barile. Il Brent del Mare del Nord avanza di 11 centesimi a 64,45 dollari. Oro in rialzo sui mercati per i timori degli effetti negativi di una guerra dei dazi fra Stati Uniti, Cina e Unione Europea. Il metallo con consegna immediata, tradizionale bene rifugio in caso di turbolenze sui mercati, sale dello 0,2% a 1328 dollari l’oncia.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close