AGI – Per raccontare la surreale semifinale degli Internazionali vinta da Medvedev su Tsitsipas 7-5, 7-5 serve rifarsi al giochino del “se fosse” (un fiore, una città, un animale, un film). Se fosse un film andata quella in scena dalle 16 sul Campo Centrale degli Internazionali d’Italia e conclusa alle 22.30 si intitolerebbe “la semifinale più pazza del mondo”.
O anche “la semifinale più bagnata del mondo”. Uno stillicidio di teloni messi e tolti, di ombrelli aperti e chiusi sugli spalti, di scritte “play suspended” in tv con il “no play before” che si aggiornava continuamente posticipando l’attesa degli spettatori dei due poveri protagonisti che notoriamente si detestano e che dopo questo match potrebbero detestarsi ancora di più.
Inaugurata con il break iniziale del russo sul servizio del tedesco, la partita è stata fermata dopo pochi minuti dal giudice di sedia Layani con i giocatori però tenuti in campo sulle loro sedie. I due sono andati avanti quindi sotto la pioggia, con Medvedev che notoriamente odia la terra rossa e chissà quali sentimenti avrà provato dopo essere stato costretto a giocare sulla terra bagnaticcia, che già sul 2 a 1 per lui è andato a lamentarsi dal giudice di sedia, invocando la sospensione, tra i fischi del pubblico.
Niente da fare, il match è andato avanti fino a quando Tsitsipas, sotto 3 a 4, ha breakkato il russo portandosi sul 4 pari, con relativa indignazione del russo. Poi il diluvio che ha costretto Layani a sospendere il match alle 17 dando via al carosello dei “play suspended” e del no play before annunciato prima per le 17.35, poi le 17.50, le 18.10, le 18.25.
Mentre i 4.500 spettatori della sessione serale (la finale femminile doveva cominciare sul centrale alle 19 ed è invece iniziata alle 23) si accalcavano ai tornelli (sono stati fatti entrare verso le 20, dirottati verso il campo Pietrangeli per il doppio femminile e più tardi ammessi sul Centrale anche per la semifinale maschile, in scena prima di quella del singolare femminile, per frenare una rivolta arrivata fino in sala stampa).
Poi finalmente una schiarita, si fa per dire. Via i teloni: Tsitsipas e Medvedev sono tornati in campo alle 19, 45, con il greco al servizio, il tempo di passare in vantaggio 5-4 poi di nuova sospesa, tra i fischi del pubblico. Gioco sospeso, “no play before” 20,30. Macché, alle 20.50. Anzi, poco dopo la ripresa viene annunciata per le 21.15, cinque ore dopo l’inizio del match e 4 ore e 22 dopo il primo stop per la pioggia. Tsitsipas è serio, Daniil ha lo sguardo torvo, forse pensando che Rune, il ventenne danese che aspettava uno di loro in finale, era già a letto a riposare.
Alla ripresa Daniil era più reattivo: pareggiava subito i conti e poi approfittando di un appannamento del greco sul 40 a zero e servizio per lui sul cinque pari lo breakkava aggiudicandosi il set per 7-5 per portarsi in fretta sul 2 a 0 nel secondo. Tra vincenti e drop shot, discese a rete di Tsitsipas e un altissimo livello di gioco, si arrivava sul 5 pari, e quindi anche grazie a qualche doppio fallo di troppo, sul 6/5 e primo match point per il russo.
Sfruttato e celebrato con un balletto dal russo che odiava la terra rossa. Ora dopo il match cominciato alle 16 e concluso alle 22, 30, sei ore e mezzo dopo, forse la ama un po’ di più: “Spero che la terra rossa di Roma mi sorrida anche domani” ha detto nell’intervista a fondo campo, raccontando di quanto è stato complicato e quanti riscaldamenti ha fatto a vuoto negli spogliatoi prima di poter scendere di nuovo in campo. Domani non prima delle 16 affronterà la finale contro il ventenne Rune. Fresco e riposato.
AGI – Per raccontare la surreale semifinale degli Internazionali vinta da Medvedev su Tsitsipas 7-5, 7-5 serve rifarsi al giochino del “se fosse” (un fiore, una città, un animale, un film). Se fosse un film andata quella in scena dalle 16 sul Campo Centrale degli Internazionali d’Italia e conclusa alle 22.30 si intitolerebbe “la semifinale più pazza del mondo”.
O anche “la semifinale più bagnata del mondo”. Uno stillicidio di teloni messi e tolti, di ombrelli aperti e chiusi sugli spalti, di scritte “play suspended” in tv con il “no play before” che si aggiornava continuamente posticipando l’attesa degli spettatori dei due poveri protagonisti che notoriamente si detestano e che dopo questo match potrebbero detestarsi ancora di più.
Inaugurata con il break iniziale del russo sul servizio del tedesco, la partita è stata fermata dopo pochi minuti dal giudice di sedia Layani con i giocatori però tenuti in campo sulle loro sedie. I due sono andati avanti quindi sotto la pioggia, con Medvedev che notoriamente odia la terra rossa e chissà quali sentimenti avrà provato dopo essere stato costretto a giocare sulla terra bagnaticcia, che già sul 2 a 1 per lui è andato a lamentarsi dal giudice di sedia, invocando la sospensione, tra i fischi del pubblico.
Niente da fare, il match è andato avanti fino a quando Tsitsipas, sotto 3 a 4, ha breakkato il russo portandosi sul 4 pari, con relativa indignazione del russo. Poi il diluvio che ha costretto Layani a sospendere il match alle 17 dando via al carosello dei “play suspended” e del no play before annunciato prima per le 17.35, poi le 17.50, le 18.10, le 18.25.
Mentre i 4.500 spettatori della sessione serale (la finale femminile doveva cominciare sul centrale alle 19 ed è invece iniziata alle 23) si accalcavano ai tornelli (sono stati fatti entrare verso le 20, dirottati verso il campo Pietrangeli per il doppio femminile e più tardi ammessi sul Centrale anche per la semifinale maschile, in scena prima di quella del singolare femminile, per frenare una rivolta arrivata fino in sala stampa).
Poi finalmente una schiarita, si fa per dire. Via i teloni: Tsitsipas e Medvedev sono tornati in campo alle 19, 45, con il greco al servizio, il tempo di passare in vantaggio 5-4 poi di nuova sospesa, tra i fischi del pubblico. Gioco sospeso, “no play before” 20,30. Macché, alle 20.50. Anzi, poco dopo la ripresa viene annunciata per le 21.15, cinque ore dopo l’inizio del match e 4 ore e 22 dopo il primo stop per la pioggia. Tsitsipas è serio, Daniil ha lo sguardo torvo, forse pensando che Rune, il ventenne danese che aspettava uno di loro in finale, era già a letto a riposare.
Alla ripresa Daniil era più reattivo: pareggiava subito i conti e poi approfittando di un appannamento del greco sul 40 a zero e servizio per lui sul cinque pari lo breakkava aggiudicandosi il set per 7-5 per portarsi in fretta sul 2 a 0 nel secondo. Tra vincenti e drop shot, discese a rete di Tsitsipas e un altissimo livello di gioco, si arrivava sul 5 pari, e quindi anche grazie a qualche doppio fallo di troppo, sul 6/5 e primo match point per il russo.
Sfruttato e celebrato con un balletto dal russo che odiava la terra rossa. Ora dopo il match cominciato alle 16 e concluso alle 22, 30, sei ore e mezzo dopo, forse la ama un po’ di più: “Spero che la terra rossa di Roma mi sorrida anche domani” ha detto nell’intervista a fondo campo, raccontando di quanto è stato complicato e quanti riscaldamenti ha fatto a vuoto negli spogliatoi prima di poter scendere di nuovo in campo. Domani non prima delle 16 affronterà la finale contro il ventenne Rune. Fresco e riposato.