• 30 Gennaio 2025 3:36

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Mediobanca respinge l’Ops di Mps: “Fortemente distruttiva di valore”

Gen 28, 2025

AGI – L’Offerta pubblica di scambio lanciata da Mps su Mediobanca lo scorso 24 gennaio “non è stata concordata ed è da ritenersi ostile e contraria agli interessi di Mediobanca”. Questa la prima valutazione del cda di Piazzetta Cuccia che si è riunito questa mattina, e senza mezzi termini ha bollato l’offerta della banca senese come “fortemente distruttiva di valore”.

 

Fermo restando, precisa la nota “che Mediobanca si esprimerà sull’Offerta con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge, sulla base dell’analisi del Comunicato il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca ritiene l’Offerta priva di razionale industriale e finanziario, e dunque distruttiva di valore per Mediobanca”.

 

Su 15 consiglieri, 2 si sono astenuti dall’approvazione del comunicato con cui Piazzetta Cuccia ha bocciato l’Ops di Mps. Si tratta di Sandro Panizza e Sabrina Pucci che siedono in cda in rappresentanza dell’azionista Delfin.

 

D’altra parte come sottolinea la nota, l’Offerta di Siena su Mediobanca “è caratterizzata dai rilevanti intrecci azionari di Delfin e Caltagirone che sono presenti: in Mediobanca, dove Delfin detiene il 20%4 e Caltagirone il 7%4 (sulla base dello stacco del dividendo di novembre 2024), in MPS, dove Delfin è il primo azionista privato con il 10%4, mentre Caltagirone detiene il 5%4 (oltre a detenere il 5% di Anima Holding che a sua volta possiede il 4% di MPS), in Assicurazioni Generali, dove Delfin detiene il 10% e Caltagirone il 7%.

 

La presenza degli stessi azionisti in MPS, Mediobanca e Assicurazioni Generali nell’ambito di un’offerta esclusivamente in azioni, configura una potenziale disomogeneita’ negli interessi rispetto al resto della compagine azionaria.

 

Secondo Piazzetta Cuccia e criticità dell’Ops sono diverse: è priva “di un razionale industriale” e di un “razionale finanziario”. “L’operazione manca di un razionale industriale – si legge – in quanto comporta un forte indebolimento del modello di business di Mediobanca focalizzato sui segmenti di attività specializzate e redditizie quali il Wealth Management e l’Investment Banking”.

 

Mediobanca ritiene che l’Ops di Mps: “distrugga valore per gli azionisti” di entrambi gli istituti “essendo facile prevedere una copiosa perdita di clienti in quelle attività che presuppongono l’indipendenza, la reputazione e la professionalità dei professionisti; che sia negativamente caratterizzata dalla difficoltà a determinare il valore intrinseco dell’azione della Banca MPS che presenta un patrimonio netto che fronteggia rilevanti attività fiscali, attività deteriorate e rischi di contenzioso legale (3,3miliardi), indicatori di rischio peggiori rispetto alle altre banche italiane, rilevanti perdite pregresse, una marcata concentrazione geografica (70% filiali al centro-sud Italia) e di clientela (piccole media impresa), mancanza di fabbriche prodotto”.

 

Nel giudizio del board dell’istituto guidato da Alberto Nagel, manca un razionale finanziario dell’Ops, in quanto comporta “un forte pregiudizio al profilo reddituale di Mediobanca” e “una diluizione dei multipli valutativi di Mediobanca”, mentre “il calo del titolo MPS dopo l’annuncio ne testimonia la fragilità del corso di borsa, che rende improbabile il buon esito dell’operazione”.

 

Il titolo Mps a Piazza Affari è in calo da venerdì mentre Mediobanca ha avuto direzione opposta. Fino a oggi, in cui entrambi arretrano, lasciando sul terreno rispettivamente il 2,01% e il 3,55% a 15,915 euro per azione. 

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