• 12 Marzo 2025 13:39

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Medicina alternativa e paura dei vaccini: un legame culturale e psicologico profondo

Mar 12, 2025

Le credenze pseudoscientifiche in ambito medico e l’adozione della medicina alternativa sono spesso associate all’esitazione vaccinale. Tuttavia, la natura di questa associazione e i meccanismi psicologici e culturali sottostanti rimangono complessi e sfaccettati. Due studi recenti hanno approfondito questa relazione da prospettive complementari: il primo attraverso un approccio misto quantitativo-qualitativo focalizzato sulla Slovacchia, il secondo, ancora allo stadio di preprint,  con un’analisi trasversale su Argentina, Germania e Stati Uniti, esaminando le basi cognitive e psicologiche della connessione tra Complementary and Alternative Medicine (Cam) e scetticismo vaccinale.

Il primo studio ha evidenziato che gli utenti abituali di Cam tendono a mostrare maggiore esitazione vaccinale rispetto ai non utenti, ma il fattore determinante non è l’uso della Cam in sé, bensì una combinazione di credenze olistiche sulla salute, autonomia individuale e sfiducia nei confronti della biomedicina. In particolare, è emerso che chi preferisce un modello di salute olistico – basato sull’idea che il corpo sia intrinsecamente capace di guarire da solo e che la malattia rifletta uno squilibrio sistemico – è più incline a percepire la vaccinazione come un’interferenza artificiale nel processo naturale di guarigione. Inoltre, la sfiducia nei confronti dei medici e delle istituzioni sanitarie si è rivelata un predittore chiave dello scetticismo vaccinale, rafforzando l’idea che l’adesione alla Cam sia spesso sintomatica di un più ampio atteggiamento critico nei confronti della medicina convenzionale.

Il secondo studio ha approfondito il legame tra Cam e scetticismo vaccinale dal punto di vista cognitivo e psicologico. Ha rilevato che non è tanto l’uso della Cam a predire l’esitazione vaccinale, quanto le credenze sottostanti che oppongono la “medicina naturale” alla biomedicina. I partecipanti che mostravano una preferenza per approcci naturali alla salute tendevano a percepire i vaccini come tossici o innaturali, e questa dicotomia tra “naturale” e “scientifico” è risultata essere uno dei principali predittori dell’opposizione ai vaccini. Lo studio ha anche identificato una correlazione tra esitazione vaccinale e “mindset antiscientifico”, caratterizzato da una scarsa fiducia negli esperti, dalla tendenza a credere in fenomeni paranormali o cospirativi e da una propensione al pensiero intuitivo rispetto a quello analitico. Un aspetto particolarmente interessante è emerso analizzando la discrepanza tra i comportamenti vaccinali passati e le intenzioni future: molte persone che in passato avevano accettato i vaccini mostravano ora una minore intenzione di farlo in futuro, suggerendo che la sfiducia nella scienza non sia statica, ma possa evolvere nel tempo in risposta a fattori culturali e informativi. L’integrazione di questi due studi permette di costruire un modello coerente che spiega il legame tra Cam e scetticismo vaccinale non come una semplice relazione di causa-effetto, ma come il risultato di un insieme di fattori interconnessi.

Da un lato, l’adozione della Cam può essere vista come un indicatore di un atteggiamento generale di sfiducia nella biomedicina e di una preferenza per il pensiero magico. Siccome il pensiero magico si manifesta in generale nella tendenza a costruire narrazioni causali semplicistiche che ignorano la complessità e gli aspetti logici e quantitativi, la medicina alternativa, in molte delle sue declinazioni, sfrutta proprio questa inclinazione: propone spiegazioni intuitive e immediate, basate su principi vaghi come l’energia vitale o il riequilibrio degli umori, che trovano riscontro in un senso comune sedimentato culturalmente, ma non nella realtà sperimentale.

Dall’altro lato, questa sfiducia si radica in visioni del mondo più ampie, che includono una resistenza alle autorità scientifiche, una tendenza al pensiero intuitivo e la credenza che la salute dipenda più da equilibri naturali che da interventi esterni, alimentandosi dell’idea che il sapere scientifico sia elitario e distante dall’esperienza individuale, mentre le pratiche alternative vengono percepite come più accessibili e personalizzate. L’antivaccinismo rappresenta un esito radicale di questa dinamica, emergendo dalla combinazione tra la fallacia del dualismo naturale/artificiale e la sfiducia nelle istituzioni. Il vaccino, percepito come un prodotto dell’ingegneria biomedica e non come una continuazione dei meccanismi naturali di difesa immunitaria, diventa simbolo di una scienza ostile e distante dall’essere umano, mentre la malattia, in un rovesciamento paradossale, viene accettata come parte di un ordine naturale da non alterare. In questo scenario, l’opposizione ai vaccini non è solo una scelta individuale, ma un rifiuto strutturato della modernità scientifica, alimentato dalla convinzione che solo ciò che è percepito come “naturale” possa essere benefico.  Si tratta in breve del riflesso di un pensiero magico che attribuisce qualità intrinseche benefiche o dannose a ciò che viene etichettato come “naturale” o “artificiale”, indipendentemente dai dati empirici.

Affrontare questo problema richiede una strategia più sofisticata di una semplice campagna informativa. Se la resistenza ai vaccini è radicata in una visione alternativa della medicina e del sapere, ma anche in una presunta dicotomia del mondo naturale ed artificiale, allora la sfida non è solo comunicativa, ma epistemologica e culturale. Occorre ridefinire la narrazione sulla scienza e sulla medicina, rendendola più vicina alle persone, senza cedere a semplificazioni che la renderebbero indistinguibile dalle stesse pseudoscienze e da quel pensiero intuitivo che si intende superare.

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