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Medici in sciopero per 24 ore, la sanità si ferma contro i tagli

Dic 12, 2017

Medici, dirigenti sanitari e veterinari della sanit pubblica oggi incrociano le braccia. Una scelta sofferta, sostenuta dalla maggior parte delle sigle sindacali, per attirare l’attenzione su un settore ad alta intensit di lavoro, manuale e intellettuale, che negli ultimi anni si sentito del tutto abbandonato alla deriva. Uno sciopero nazionale di 24 ore proclamato per protestare contro l’insufficienza del finanziamento previsto per il Fondo sanitario nazionale 2018, per l’esiguit delle risorse assegnate ai contratti di lavoro e per i ritardi nei processi di stabilizzazione del precariato, compreso quello addetto alla ricerca. E l’hashtag della manifestazione #primadivotarepensallasalute contiene gi una chiara promessa.

Adesione superiore al passato

Ci si aspetta un’adesione molto alta, forse oltre il 70 per cento. Pi alta rispetto al passato. I medici manifesteranno a Roma dalle ore 11 davanti al Ministero dell’Economia in Via XX Settembre. E il “Sanit day” coinvolger dottori e dirigenti d’Italia che daranno vita contemporaneamente a manifestazioni in ogni capoluogo di Regione. Saranno infatti oltre 50 le iniziative collaterali organizzate a livello locale, tra sit-in negli ospedali maggiori e davanti ai palazzi delle istituzioni. Perch la partecipazione pi forte. Cos come lo sdegno e la stanchezza. Qualcosa in realt nella legge di bilancio c’. La tassa di scopo sulle sigarette rientrata dalla finestra in commissione Bilancio alla Camera e vale circa 600 milioni. E se la misura va in porto, ne mancherebbero almeno altri 300 per finanziare la nuova stagione contrattuale.

Eppure i camici bianchi (115 mila medici pi circa 20mila dirigenti sanitari) non protestano solo per il mancato rinnovo del Ccnl, fermo da otto anni, ma anche e soprattutto per le condizioni di disagio in cui sono costretti a lavorare. Elemento essenziale – spiega Carlo Palermo, segretario nazionale vicario di Anaao Assomed – sono le difficolt organizzative del lavoro quotidiano, con dotazioni organiche ridotte all’osso dal blocco del turnover, che non consentono di applicare l’orario di lavoro europeo. La conseguenza che i medici sono costretti a cumulare milioni di ore di straordinario, a lavorare in turni notturni anche in et avanzata, spesso senza la possibilit di andare in ferie e di riposare adeguatamente.

Un sistema spinto oltre il limite

Il sistema insomma spinto al massimo, e non dovrebbe essere cos. Dal 2009 a oggi abbiamo perso 9mila medici e dirigenti, che non sono mai stati sostituiti, continua Palermo. E l’inadeguatezza del sistema formativo post lauream non promette niente di buono neanche per il futuro: Con la gobba pensionistica, dal 2018 in poi perderemo due medici ogni giorno. Serve una politica di assunzioni diversa. Per esempio si potrebbero impiegare 2mila giovani senza specializzazione con contratto di formazione a tempo determinato. Che in questo modo integrerebbero, con un canale formativo parallelo nei teaching hospital, i 6.500 specialisti che escono ogni anno dalle universit. Non servirebbe molto. Basterebbero 4-5 milioni di euro per ogni regione. In questo modo, tra l’altro, i giovani avrebbero un recupero previdenziale anticipato di cinque anni.

Stop ai bonus, ragioniamo di welfare

Ma su queste possibilit il dibattito fermo da tempo – denunciano i sindacati – e la politica, anche in occasione della legge di bilancio, ha dimostrato di preferire la distribuzione di bonus, invece di ragionare sul futuro della sanit pubblica. Percepita sempre pi sotto attacco. Sono 20 anni che si elargiscono gratifiche propagandistiche qua e l a scopo elettorale – sottolinea Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil medici – a scapito di una vera ristrutturazione del welfare. I bonus sono pagati con una riduzione dei servizi a pazienti e cittadini. Un disinvestimento dal welfare pubblico che ha facilitato la sanit privata, ormai sempre pi sostituiva e sempre meno integrativa. Se non si realizza il combinato disposto tra rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale e rinnovo contrattuale, questa giornata di sciopero sar solo l’inizio.

Lo sciopero quindi politico nel senso forse pi alto del termine. Siamo all’epilogo di un processo di de-potenziamento del servizio sanitario pubblico – sottolinea Guido Quici, presidente di Cimo Cida – che parte da un evidente sottofinanziamento del sistema, si sviluppa attraverso modelli organizzativi tendenti ad una sanit a costi sempre pi bassi e mira ad impoverire il lavoro dei sanitari, in particolare il lavoro del medico le cui condizioni di disagio lavorativo sono sempre pi evidenti. Questa l’evidenza dei fatti e questo il motivo dello sciopero.

Insomma la sanit chiude un giorno per non chiudere per sempre, ha dichiarato ieri Costantino Troise, segretario nazionale di Anaao Assomed. Il Ssn finora si sostenuto sul sacrificio di medici e dirigenti sanitari. E le Regioni hanno garantito i Lea, almeno quelle che lo hanno fatto, a spese dei professionisti, delle loro ferie, delle loro risorse accessorie, dell’abuso del loro orario di lavoro. Evidentemente ora di cambiare rotta.

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