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“Medici e infermieri? No, grazie”: così il Piemonte ha risposto al governo che offriva rinforzi

Apr 18, 2020

Grazie, ma il Piemonte sta andando meglio, può fare a meno dei medici della Protezione civile nazionale. La sorprendente comunicazione parte da corso Marche sabato 11 aprile. A inviarla è il responsabile dell’area della maxi emergenza Mario Raviolo, ex- coordinatore dell’Unità di crisi prima del braccio di ferro con i dottori di medicina generale e la decisione di assegnare l’incarico di guida a Vincenzo Coccolo.

Nella conferenza stampa di mercoledì il capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli ha comunicato che da Roma, almeno in questa seconda task force di medici per sostenere le Regioni, sarebbero partiti 71 sanitari. Il Piemonte nell’elenco non c’è. Notizia confermata il giorno successivo. Chi si è scervellato immaginando quale potesse essere la ragione di quella esclusione – e proprio nella seconda regione italiana più colpita dai contagi in Italia – ora può avere una risposta plausibile.

Mario Raviolo sabato scorso aveva deciso che il Piemonte fosse autosufficiente. Il responsabile del 118 ha ringraziato il dipartimento della Protezione civile nazionale per il supporto ricevuto ma precisa che ” essendo la fase ospedaliera in lieve remissione ” , non c’era più necessità di inviare medici e infermieri.

Inevitabile domandarsi cosa ne possano pensare i direttori sanitari che hanno fatto grande fatica per reclutare sanitari con esperienza e cosa ne pensino a Verduno, l’ospedale aperto dopo anni d’attesa dove proprio ieri il commissario Giovanni Monchiero si lamentava della partenza dei medici della Protezione civile, arrivati con un contratto di soli 21 giorni e già scaduto.

Ma il direttore dell’area dell’emergenza doveva essere molto determinato: in una seconda mail ha aggiunto che anche in sanitari già inviati potessero rientrare. Non molto chiaro, però, se si riferisse agli infermieri arrivati pochi giorni fa e tenuti in quarantena a Torino per “sospetto contagio prima della partenza” oppure anche ai medici accompagnati a Torino dal ministro Francesco Boccia.

Inevitabilmente la comunicazione non è passata inosservata e dall’Unità di crisi piemontese si è cercato di porre rimedio. Tante scuse a Roma, il Piemonte “ha certamente bisogno di medici ed è più che grato per l’invio di nuovi camici bianchi” . Il risultato? Per ora ne dovremo fare a meno.

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