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Mattarella sulla strage di piazza Fontana: “Lezione di storia, eversori sconfitti da popolo unito”

Dic 12, 2018

La strage di piazza Fontana “è una lezione della storia che vale per il futuro: gli ordinamenti liberi e democratici prevalgono quando le loro fondamenta sono basate su valori condivisi, capaci di unire al di là delle legittime differenze di idee e interessi, quando promuovono libertà e giustizia, contro chi usa violenza per scopi di sopraffazione”. E’ con un forte richiamo al presente che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda la strage di piazza Fontana, che il 12 dicembre del 1969 causò 17 morti e 88 feriti all’interno della Banca dell’agricoltura. Una bomba che, di fatto, diede il via alla strategia della tensione e agli anni di piombo.

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Una “strage immane” che “diede avvio a un attacco eversivo contro la Repubblica” Ma “il popolo italiano ha saputo sconfiggere gli eversori grazie alla propria unità e ai valori radicati nella sua storia, nella sua cultura, nella vita sociale, anche se il costo umano di questa battaglia di libertà e di civiltà è stato assai elevato”, la definisce Mattarella.

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Oggi Milano, come ogni anno, ricorderà quel giorno di lutto collettivo con un corteo e una cerimonia in piazza Fontana, e ci sarà anche il presidente della Camera Roberto Fico. Ma da Roma il presidente Mattarella ha voluto far sentire la sua voce. Ricordando che “gli assassini spezzarono vite innocenti, gettarono nel dolore e nella sofferenza tante persone, colpite in modo fortuito per aggredire l’intera collettività, innescarono una spirale di terrore, per destabilizzare e far gravare per anni sulla nostra democrazia una minaccia, con ulteriori lutti, violenze, fratture”. Omaggia, Mattarella, “il prevalere della solidarietà e la cultura democratica” degli italiani che respinsero “l’aggressione alle istituzioni, pianificata spargendo sangue di cittadini inermi”.

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Sulle responsabilità della strage “una verità piena e conclusiva non ha ancora coronato le lunghe e travagliate vicende giudiziarie. Questo nonostante il lavoro encomiabile e coraggioso di magistrati e servitori dello stato, che hanno svelato responsabilità e trame di matrice neofascista, occultate da intollerabili deviazioni”, aggiunge il presidente. Ma se “la Repubblica non potrà mai cancellare Il segno profondo della ferita che le è stata inferta, rivendica con orgoglio il valore della risposta corale che la comunità nazionale è riuscita a fornire sia nei confronti dell’eversione nera sia del terrorismo brigatista”.

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