• 23 Novembre 2024 20:57

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Maserati passa nelle mani di Ferrari: l’ipotesi si fa sempre più concreta

Giu 8, 2024

Fanta-industria o realtà? Sul serio Maserati potrebbe confluire sotto il controllo di Ferrari? Da mesi si rincorrono incessanti le voci circa l’eventuale operazione, clamorosa qualora andasse in porto. Eppure, vi sarebbero delle ottime ragioni dietro, da entrambe le parti. Il via libera alle indiscrezioni risale al febbraio scorso, e nessuna delle parti coinvolte ha mai smentito. Segno che forse qualcosa c’era sotto. Ora, a qualche mese di distanza, lo scenario torna di attualità.

Il contributo di Exor

A favorire il matrimonio, spiega Il Fatto Quotidiano in un interessante pezzo di approfondimento, vi sarebbe Exor, Holding di proprietà della famiglia Agnelli/Elkann, che detiene il 24% del Cavallino e il 14,9% di Stellantis. A onor del vero, il primo a vagliare l’ipotesi fu il compianto Sergio Marchionne, oltre un decennio fa. All’epoca numero uno di Fiat Chrysler Automobiles, il manager canadese cercava di rivitalizzare lo stabilimento di Grugliasco, con l’obiettivo di impensierire i colossi premium tedeschi, Porsche soprattutto. Seppur abbia centro degli importanti traguardi, i buoni propositi andarono a scontrarsi in questo caso con la dura realtà. La fabbrica, alla quale sono state tolte le insegne, è in vendita e i conti di Maserati soffrono.

Nonostante l’arrivo di nuovi modelli, compreso il SUV Grecale rappresentante il 53% delle 26.700 unità consegnate nel 2023, i numeri commerciali di Maserati deludono. La produzione è in costante calo e dalle 9.100 unità assemblate nel quarto trimestre del 2022 si è passati alle sole 3.300 di gennaio-febbraio 2024. Sui motivi del flop, i piani alti della Casa li individuano nella minore tiratura della Grecale e nel pensionamento di Levante, Ghibli e Quattroporte, prive di rimpiazzi.

Vedere il bicchiere mezzo pieno è arduo: colpa dei numerosi segni nefasti, compresa la chiusura dell’Innovation Lab. La spettacolare struttura voluta sempre da Marchionne è uscita con le ossa rotte e i 400 membri del personale saranno trasferiti nei prossimi mesi alla Torre, in quel di Modena. In termini di organico, la riduzione degli ingegneri da 800 a 400, uniti ai 173 licenziamenti volontari prestabiliti, sanno di debacle assoluta.

Polo del Lusso

In apertura del 2023, l’amministratore delegato Davide Grasso aveva aperto alla possibile scissione di Maserati, a patto di un netto incremento del margine operativo al 15% entro marzo 2024 e al 20% entro il 2030. Dei valori nemmeno sfiorati, e il costo sui bilanci di Stellantis si fanno sentire. Ecco allora che gli azionisti sarebbero propensi ad avallare l’uscita di scena, resta ora da vedere i pro nella prospettiva di Ferrari, una macchina che rasenta la perfezione. Alla fine dello scorso anno, gli utili netti di Maranello sono stati di 1,257 miliardi, in crescita del 34% sul 2022, con un incremento del 38,2% del margine dell’EBITDA e del 17,2% dei ricavi.

Detto ciò, la prospettiva allettante di avere un marchio comprimario (passateci il termine), con un “Polo del Lusso” e una produttività tra le 15.000 e le 20.000 unità stuzzica le fantasie. Oltretutto, già in passato le parti hanno collaborato e non si correrebbe il rischio di una cannibalizzazione interna. E poi il venir meno delle sinergie interne in Stellantis avrebbe un impatto limitato. In Ferrari vi è abbondanza di risorse, sufficienti ad avere una gamma completa di assoluto valore, impreziosita da dotazioni tecnologiche di grido.

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