• 16 Settembre 2024 20:50

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Marini difende la scherma. “I numeri uno siano trattati come Sinner”

Lug 19, 2024

AGI – Per la serie mi mandano Valentina Vezzali, Giovanna Trillini ed Elisa Di Francisca, vicine della ‘porta accanto’ in quel di Jesi, la capitale per antonomasia del fioretto italiano ma anche mondiale. “Le Olimpiadi sono sempre una gara particolare, effettivamente c’è un po’ di ansia perché è una gara secca e dal punto di vista mediatico per noi è l’unica che vale tutto. Dico che tutti i numeri uno mondiali dovrebbero essere trattati come Sinner, lui è molto forte e la posizione è strameritata”.

Così all’AGI, Tommaso Marini in partenza per le Olimpiadi di Parigi dove salirà in pedana da campione mondiale ed europeo in carica nel fioretto. Il 24enne anconetano al Grand Palais della capitale francese, il 29 luglio cercherà di scrivere la storia ma c’è un tabù da rompere.

 

Marini potrebbe diventare il primo fiorettista a conquistare consecutivamente sia l’oro mondiale che quello olimpico. Nel fleuret nessuno è riuscito a così tanto: i francesi Edouard Gardére a Berlino 1936, Christian d’Oriola a Londra 1948 e Jean-Claude Magnan a Tokyo 1964, si dovettero accontentare dell’argento. A livello femminile, sempre nel fioretto, solo la romena Laura Badea è riuscita a conquistare i tre ori consecutivamente (1995-1996). Insomma, per Marini oltre a un prestigio personale c’è anche quello di inseguire l’appellativo di ‘Campione di tutto’.

“Per me sarà la prima Olimpiade perché tre anni fa Tokyo ero riserva – dice l’azzurro allenato dal maestro Stefano Cerioni che è anche il commissario tecnico d’arma in Nazionale -. L’importante è quello di divertirmi molto e spero di restare meravigliato dall’atmosfera olimpica, cercherò di viverla come se fossi un bambino, mi aspetto una bellissima esperienza a prescindere dall’aspetto sportivo: diciamo che la vorrei prenderla un po’ zen”.

Parlando dell’obiettivo, il portacolori delle Fiamme Oro afferma: “L’importante sarà arrivare il più tranquillo possibile. Solo con la tranquillità si riesce a mettere in evidenza quanto fatto negli anni”. E aggiunge: “Le carte ci sono tutte per fare bene, ma alle Olimpiadi sappiamo che sono sempre gare particolari”. Sugli avversari, Marini è sicuro: “il livello si è alzato molto, se sto tranquillo non dovrei avere problemi con nessuno”. Alla palestra di Jesi, il fiorettista marchigiano si allena di media sei ore al giorno: mattina a lezione con il maestro (“siamo in pedana a similare le figure da riprodurre in gara”, spiega), quindi preparazione atletica e pomeriggio assalti (“tiriamo contro gli altri ragazzi del club oppure quando siamo in nazionale con i compagni di squadra”).

Il 4 agosto, Marini salirà nuovamente in pedana per la gara a squadra. “Come sempre sarà una sfida difficile ma possiamo vantare la nostra super compattezza, ci sentiamo molto famiglia, non ci accusiamo, non ci sono attriti interni, se vinciamo è per merito di tutti, se perdiamo è colpa di tutti: abbiamo una voglia matta di vincere perché ce lo meritiamo”. Il terzetto iniziale sarà formato da Marini, Guillaume Bianchi e Filippo Macchi con Alessio Foconi, il quarto, che potrebbe entrare in gara nel corso degli assalti. Sul futuro Marini rivela all’AGI, “vediamo come andrà a Parigi ma posso dire che mi è sempre piaciuta la spada. Una cosa che mi stuzzica anche perché…. ‘che noia fare sempre la stessa arma'”. 

 

AGI – Per la serie mi mandano Valentina Vezzali, Giovanna Trillini ed Elisa Di Francisca, vicine della ‘porta accanto’ in quel di Jesi, la capitale per antonomasia del fioretto italiano ma anche mondiale. “Le Olimpiadi sono sempre una gara particolare, effettivamente c’è un po’ di ansia perché è una gara secca e dal punto di vista mediatico per noi è l’unica che vale tutto. Dico che tutti i numeri uno mondiali dovrebbero essere trattati come Sinner, lui è molto forte e la posizione è strameritata”.
Così all’AGI, Tommaso Marini in partenza per le Olimpiadi di Parigi dove salirà in pedana da campione mondiale ed europeo in carica nel fioretto. Il 24enne anconetano al Grand Palais della capitale francese, il 29 luglio cercherà di scrivere la storia ma c’è un tabù da rompere.

 
Marini potrebbe diventare il primo fiorettista a conquistare consecutivamente sia l’oro mondiale che quello olimpico. Nel fleuret nessuno è riuscito a così tanto: i francesi Edouard Gardére a Berlino 1936, Christian d’Oriola a Londra 1948 e Jean-Claude Magnan a Tokyo 1964, si dovettero accontentare dell’argento. A livello femminile, sempre nel fioretto, solo la romena Laura Badea è riuscita a conquistare i tre ori consecutivamente (1995-1996). Insomma, per Marini oltre a un prestigio personale c’è anche quello di inseguire l’appellativo di ‘Campione di tutto’.
“Per me sarà la prima Olimpiade perché tre anni fa Tokyo ero riserva – dice l’azzurro allenato dal maestro Stefano Cerioni che è anche il commissario tecnico d’arma in Nazionale -. L’importante è quello di divertirmi molto e spero di restare meravigliato dall’atmosfera olimpica, cercherò di viverla come se fossi un bambino, mi aspetto una bellissima esperienza a prescindere dall’aspetto sportivo: diciamo che la vorrei prenderla un po’ zen”.
Parlando dell’obiettivo, il portacolori delle Fiamme Oro afferma: “L’importante sarà arrivare il più tranquillo possibile. Solo con la tranquillità si riesce a mettere in evidenza quanto fatto negli anni”. E aggiunge: “Le carte ci sono tutte per fare bene, ma alle Olimpiadi sappiamo che sono sempre gare particolari”. Sugli avversari, Marini è sicuro: “il livello si è alzato molto, se sto tranquillo non dovrei avere problemi con nessuno”. Alla palestra di Jesi, il fiorettista marchigiano si allena di media sei ore al giorno: mattina a lezione con il maestro (“siamo in pedana a similare le figure da riprodurre in gara”, spiega), quindi preparazione atletica e pomeriggio assalti (“tiriamo contro gli altri ragazzi del club oppure quando siamo in nazionale con i compagni di squadra”).
Il 4 agosto, Marini salirà nuovamente in pedana per la gara a squadra. “Come sempre sarà una sfida difficile ma possiamo vantare la nostra super compattezza, ci sentiamo molto famiglia, non ci accusiamo, non ci sono attriti interni, se vinciamo è per merito di tutti, se perdiamo è colpa di tutti: abbiamo una voglia matta di vincere perché ce lo meritiamo”. Il terzetto iniziale sarà formato da Marini, Guillaume Bianchi e Filippo Macchi con Alessio Foconi, il quarto, che potrebbe entrare in gara nel corso degli assalti. Sul futuro Marini rivela all’AGI, “vediamo come andrà a Parigi ma posso dire che mi è sempre piaciuta la spada. Una cosa che mi stuzzica anche perché…. ‘che noia fare sempre la stessa arma'”. 
 

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