• 29 Settembre 2024 9:35

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Marcus Rashford ai razzisti, “non chiederò mai scusa per quello che sono”

Lug 13, 2021

AGI – “Posso accettare tutte le critiche per la mia prestazione, il mio rigore non è stato ben tirato e avrei dovuto segnare. Ma non chiederò mai scusa per quello che sono e da dove vengo”: con queste parole Marcus Rashford, attaccante della nazionale inglese e del Manchester United, ha replicato su Twitter all’ondata di insulti razzisti ricevuti da lui, Jordan Sancho e Bukayo Saka per gli errori dal dischetto nella finale degli europei. A Manchester è stato anche sfigurato un murale che gli era stato dedicato per l’impegno a favore dei bambini poveri.

Dispiaciuto ma orgoglioso

“Sono Marcus Rashford, un uomo di colore di 23 anni di Withington e Wythenshawe nel sud di Manchester. Se non ho altro, ho questo”, ha scritto l’attaccante che era già finito nel mirino dei razzisti dopo la finale di Europa League persa dallo United contro il Villarreal.
“Non riesco a smettere di pensarci da quando ho colpito la palla e probabilmente non ci sono parole per descrivere come mi sento“, ha scritto Rashford, “tutto quello che posso dire è che mi dispiace. Vorrei che fosse andata diversamente”. Poi si è detto “orgoglioso” di aver fatto parte della prima nazionale inglese a raggiungere una finale in 55 anni e ha sottolineato “l’indissolubile fratellanza” che ora lo lega ai suoi compagni.

AGI – “Posso accettare tutte le critiche per la mia prestazione, il mio rigore non è stato ben tirato e avrei dovuto segnare. Ma non chiederò mai scusa per quello che sono e da dove vengo”: con queste parole Marcus Rashford, attaccante della nazionale inglese e del Manchester United, ha replicato su Twitter all’ondata di insulti razzisti ricevuti da lui, Jordan Sancho e Bukayo Saka per gli errori dal dischetto nella finale degli europei. A Manchester è stato anche sfigurato un murale che gli era stato dedicato per l’impegno a favore dei bambini poveri.
Dispiaciuto ma orgoglioso
“Sono Marcus Rashford, un uomo di colore di 23 anni di Withington e Wythenshawe nel sud di Manchester. Se non ho altro, ho questo”, ha scritto l’attaccante che era già finito nel mirino dei razzisti dopo la finale di Europa League persa dallo United contro il Villarreal.”Non riesco a smettere di pensarci da quando ho colpito la palla e probabilmente non ci sono parole per descrivere come mi sento”, ha scritto Rashford, “tutto quello che posso dire è che mi dispiace. Vorrei che fosse andata diversamente”. Poi si è detto “orgoglioso” di aver fatto parte della prima nazionale inglese a raggiungere una finale in 55 anni e ha sottolineato “l’indissolubile fratellanza” che ora lo lega ai suoi compagni.

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