memoria
L’8 agosto ricorre l’anniversario del disastro che aprì gli occhi sulle orribili condizioni di vita degli immigrati italiani in Belgio. Nel 1956 l’esplosione nella miniera di Bois du Cazier, a Marcinelle uccise 262 minatori, tra i quali 136 italiani. Riproponiamo l’articolo pubblicato in occasione del 60° anniversario della tragedia
di Beda Romano
8 agosto 2019
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La miniera di carbone di Bois-du-Luc, una delle più antiche del Belgio, è ormai chiusa dal 1973. Ma la città operaia, situata tra Mons e Charleroi, continua a suscitare innegabili emozioni. Costruito tra il 1838 e il 1853, il sito è rimasto inalterato. Il pozzo è chiuso. I minatori mancano ormai da quarant’anni. Eppure sembra quasi che la fabbrica, la chiesa, la scuola, e soprattutto le abitazioni a schiera in pietre scure siano disabitate per il fine settimana; e che lunedì l’intera città tornerà a girare, i macchinari a sbuffare, gli operai ad armeggiare, come ai vecchi tempi.
A pochi chilometri di distanza, sulle sponde del Canal du Centre nei pressi di La Louvière, le vecchie abitazioni di minatori costruite dall’impresa Gustave Boël sono oggi un ristorante, La cantine des Italiens. Paradossalmente, la località è più simbolica dei vecchi pozzi di carbone di Bois-du-Luc riflette meglio l’eredità italiana in questo paese. Ancora oggi, il luogo è quello prescelto dalla comunità immigrata in questa zona del Borinage per le grandi riunioni di famiglia, tra canti, balli e lunghe tavolate festose a cui spesso si associa la popolazione locale.
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«Non so se l’integrazione degli italiani sia stata pienamente un successo – nota Christian Druitte, un ex amministratore della RTBF, la rete televisiva pubblica francofona -. Certo, l’ex primo ministro Elio Di Rupo ha dimostrato che in questo paese tutti possono fare fortuna. Mi sembra, tuttavia, che in generale l’impatto italiano in Belgio sia avvenuto in campo culturale. Non c’è collettività immigrata che abbia influenzato così tanto la cultura popolare». Nel 1976, per ricordare il ventennale della tragedia di Marcinelle, nella quale morirono 262 persone fra cui 136 minatori italiani, Druitte presentò in prima serata una diretta di cinque ore.
Le doppie celebrazioni di quest’anno – oltre al drammatico incidente di Marcinelle, il Belgio ricorda anche il settantesimo anniversario dell’accordo italo-belga del 1946 con il quale i due paesi organizzarono uno scambio carbone contro manodopera – sono l’occasione per una rivisitazione del passato e un esame del presente, a cui contribuisce un ricco programma di incontri, film, convegni e conferenze organizzato dall’Ambasciata d’Italia, dall’Istituto italiano di cultura a Bruxelles e dalla Cineteca reale del Belgio, la Cinematek, presieduta dall’italiano Nicola Mazzanti.