Fondi Ue
di Michele Romano
5 settembre 2019
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3′ di lettura
Ancona
A poco più di tre anni dal catastrofico sisma dell’agosto 2016, nelle Marche c’è una ricostruzione che procede spedita: è quella garantita dall’Asse 8 del Por Fondo europeo per lo sviluppo regionale 2014-2020, una misura multi-obiettivi dedicata all’area del sisma (nel cratere ci sono 85 comuni, per un territorio che è quasi un terzo dell’intera regione) e che l’Europa ha finanziato con 243 milioni, a cui si aggiungono 337 milioni previsti per gli altri sette assi. Progetti e interventi realizzati o in progress, che fanno da contraltare a quello che doveva essere il più grande cantiere europeo, grazie alla disponibilità di risorse che in tre anni hanno superato i 900 milioni, e che invece non è mai partito, come testimoniano le 30 mila persone ancora sfollate, i borghi svuotati, i quintali di macerie ancora da recuperare, i 46 mila edifici ancora inagibili; al 31 luglio scorso, erano stati presentati 5.807 progetti di ricostruzione: 2.239 gli interventi in corso e solo 723 quelli ultimati.
Non mancano i soldi, come è evidente: mancano regole chiare e semplici e il personale competente per gestirle velocemente.
Non solo sicurezza anti-sismica
C’è però una fetta significativa di quel denaro messo a disposizione da Bruxelles che sta entrando velocemente in un circuito virtuoso, capace di stimolare un processo di ripresa del tessuto sociale, economico e produttivo, che partendo proprio dall’area del cratere guarda in modo globale alle Marche, che faticano a tenersi agganciate alle regioni italiane più produttive e competitive. “Nel cratere non si sta realizzando quello che esisteva – ha spiegato Luigi Nigri, rapporter della Commissione europea per la regione – ma si vuole fare meglio e in maniera nuova. Mi auguro che questa spinta all’innovazione riguardi anche gli investimenti pubblici”.
Non a caso, dei 243 milioni dell’Asse 8, quasi 99,5 sono destinati alla sicurezza sismica e all’eco-efficienza degli edifici pubblici, 24,3 per cultura e turismo, 13,3 per la mobilità, 8 per la sicurezza idrogeologica. Ben 97,9 milioni, infine, sono a vantaggio del sistema produttivo dell’area del cratere, con 48,7 mln. suddivisi in tre bandi, che hanno finanziato complessivamente 168 progetti (tra i quali 40 provenienti da imprese sociali) e stimolato investimenti superiori a 170 milioni.
Le imprese
Da Delta, che produce lavelli da cucina in composito concepiti con materiali avanzati a base di quarzi silanizzati, a Vega, che progetta cabine per ascensori panoramici ad esperienza immersiva; dal progetto We love italian fashion, che mette insieme un gruppo di aziende impegnate nella produzione di abbigliamento attraverso il riutilizzo di materiali innovativi composti da fibre naturali e ipoallergeniche, alla Smart Box, primo prototipo domotico in grado di raccogliere informazioni sui comportamenti umani nel pieno rispetto della privacy, acquisito da Huawei e installato a Milano nel primo megastore monomarca in Europa, dove i comportamento dei clienti sono monitorati attraverso sensori e pavimenti smart; da Eurobuilding che punterà sull’ampliamento della sede produttiva e sull’avvio di una nuova sede ad Acquasanta, al progetto Sinc, che sta mettendo a punto una culla smart per bambini nati prematuri. Non c’è un settore dell’economia regionale che non sia interessato: dell’agroalimentare alla meccatronica, dal sistema casa a quello della salute e benessere, fino alla moda.
Innovazione e Impresa 4.0
La strategia messa in campo dalla Regione Marche è ambiziosa: “No interventi a pioggia e all’assistenzialismo spicciolo, sì all’innovazione spinta, a nuove opportunità di lavoro (la stima è di oltre 1.000 nuove assunzioni, ndr.) e a servizi di qualità soprattutto nell’ottica dell’impresa 4.0”, spiega Manuela Bora, assessore alle Attività produttive. L’obiettivo è evidente: trasformare velocemente quell’area tra le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata in un laboratorio, ideale per rivitalizzare le filiere tecnologiche e produttive, che possano trovare, anche grazie a questi interventi, “un’opportunità per innovare il processo produttivo, la gamma di prodotti, le relazioni con clienti e fornitori lungo tutta la catena del valore, recuperando spazi di competitività grazie a reti di collaborazione tra eccellenze scientifiche e imprenditoriali del territorio e le piccole imprese che più hanno sofferto la crisi economica e le conseguenze del sisma”. Altri 10 milioni andranno a soddisfare, entro l’autunno, una cinquantina di altre aziende, consentendo lo scorrimento delle graduatorie e arrivando a soddisfare più del 70% delle richieste di contributo ammesse a finanziamento. Un prossimo bando riguarderà, infine, la creazione di una piattaforma per lo studio e la realizzazione di materiali innovativi nell’area del cratere.