AGI – Avrebbero collaborato con l’intelligence russa “per mappare i sistemi di videosorveglianza di Roma de Milano” dietro il compenso di criptovalute. È l’accusa nei confronti di due cittadini italiani, residenti in Lombardia, formulata dalla Procura di Milano nell’ambito di un’inchiesta condotta dal Ros dei carabinieri. I due indagati “con base in alta Lombardia si erano fatti promotori di una collaborazione con i servizi di intelligence russi, al fine di fornire informazioni di natura sensibile”, si legge in una nota del Ros. Il pm Eugenio Fusco gli ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini per il reato di ‘corruzione del cittadino da parte dello straniero”, aggravato dall’art. 270 bis in quanto commesso per finalità di terrorismo ed eversione”.
L’indagine, iniziata a partire dall’aprile 2024, è stata portata avanti dal ROS di Milano, in collaborazione con la Sezione Criptovalute del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma” e avrebbe accertato “l’adescamento, da parte di soggetti russi, e la successiva corrispondenza sul canale Telegram, tra loro e i due indagati, che, dietro compenso in criptovalute, si prestavano a reperire documentazione classificata, fotografie di installazioni militari e informazioni su tecnici specializzati nel campo dei droni e della sicurezza elettronica”. E ancora, informa il Ros: “Le perquisizioni eseguite a carico degli indagati hanno fatto emergere interessi dell’intelligence russa alla mappatura dei sistemi di video sorveglianza delle città di Milano e Roma, mostrando particolare attenzione alle ‘zone grige’, ossia a quelle aree cittadine non coperte da telecamere. Gli indagati avevano altresì proposto, a cooperative di taxi di Milano, un business plan che prevedeva l’installazione a titolo gratuito di dash cam sulle vetture, nella prospettiva di affidare all’insaputa dei tassisti la gestione dei dati ricavabili all’intelligence russa, che avrebbe potuto utilizzarli per molteplici finalità”.