«Ha detto “mi sento mancare la parte sotto”, gli abbiamo spiegato che la parte sotto non dialoga con la parte di sopra», «è consapevole», è «una persona forte» e «non ha pianto». Così Franco Bortuzzo, papà di Manuel, il nuotatore ferito da un colpo di pistola all’Axa sabato scorso, racconta di aver riferito al figlio, ancora ricoverato al San Camillo, le sue condizioni di salute e, in particolare che «le gambe non ci sono: gli abbiamo detto che non ha più possibilità motorie. È forte, ce la farà». Alla mamma ha detto: Fatti coraggio, ora per me comincia un altro allenamento».Domani i medici scioglieranno la prognosi, spiega il padre di Manuel: il ragazzo «fisicamente è migliorato», «beve e mangia da solo», gli è stato detto che andrà «in centri specializzati con ottime possibilità di migliorare la sua vita»: certo, «non si possono fare i miracoli – aggiunge il padre del ragazzo – ma ci sono scienze che studiano come venir fuori da queste situazioni. Non smettiamo di crederci, ce l’abbiamo qua, per me è importante questo». Franco Bortuzzo racconta poi dei tanti messaggi di solidarietà ricevuti e della polizia «che lavora in maniera esemplare: non sarà oggi, o domani, sarà fra un mese», è stata «trovata la pistola», qualcosa «si muove, non si sta a guardare in silenzio».
Servizio di Maria Rosa Tomasello