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Manovra, pensionati in piazza: “Non siamo il bancomat del governo”

Dic 28, 2018

MILANO – I pensionati scendono in piazza da Nord a Sud contro il governo per il taglio delle rivalutazioni degli assegni previste dal maxiemendamento alla Manovra approvato al Senato. “Ancora una volta siamo il bancomat del Governo. Ma stavolta i pensionati non ci stanno”, hanno attaccato i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil nel corso del presidio organizzato in via cavour, sotto la prefettura di Firenze: “In tre anni la manovra del governo sottrae 2,5 miliardi dalle tasche dei pensionati intervenendo nuovamente sull’adeguamento delle pensioni all’inflazione. I pensionati vogliono far sentire la propria voce per denunciare l’ipocrisia del governo, che con una mano sembrerebbe dare ma con l’altra certamente toglie”.

“La protesta di oggi e dei prossimi giorni dei sindacati dei pensionati in tante città italiane è del tutto legittima ed ha il pieno sostegno della Cisl e delle altre confederazioni sindacali”, ha sottolineato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. “Bloccare la rivalutazione, non rispettando gli accordi sottoscritti dai precedenti governi, è una scelta iniqua e sbagliata anche dal punto di vista economico perché significa penalizzare i consumi di milioni di persone che vivono solo di una pensione modesta e ferma da anni”, sottolinea la leader Cisl. “I pensionati italiani meritano più rispetto e considerazione da questo governo ed in generale dalla classe politica. Sono persone che hanno dato tanto al nostro Paese in termini di lavoro, professionalità, innovazione, cultura, ma anche di sacrifici e di assistenza ai nostri figli e nipoti.

Anbalogo il pessaggio della Cgil. “La protesta dei sindacati dei pensionati è più che legittima. Si fa cassa con la rivalutazione delle pensioni: è inaccettabile”, ha detto il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Colla, che ha partecipato al presidio a Roma. “Oggi siamo con loro nelle piazze d’Italia, poi a fine gennaio daremo la risposta unitaria di Cgil, Cisl e Uil contro questa manovra ingiusta e iniqua”, ha aggiunto. “Questo governo aveva promesso di eliminare la legge Fornero, invece si continua a far cassa sui pensionati”, ha detto invece il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo.

Le ragioni della protesta

All’origine della protesta c’è il taglio dell’indicizzazione delle pensioni al costo della vita. Ogni anno infatti gli assegni crescono automaticamente per adeguarsi all’aumento dell’inflazione, cioè dei prezzi, impedendo così che il trattamento pensionistico si svaluti. Il prossimo gennaio questo adeguamento subirà dei tagli per tutte le pensioni sopra i 1522 euro lordi, con un a percentuale che varierà a seconda degli importi, con una decurtazione dal 97 al 47% degli aumenti previsti.

Nella tabella elaborata dallo Spi-Cgil, a sinistra l'importo mensile della pensione, a destra l'importo del taglio moltiplicato per l'intero anno

Nella tabella elaborata dallo Spi-Cgil, a sinistra l’importo mensile della pensione, a destra l’importo del taglio moltiplicato per l’intero anno

Conte: “Tagli di pochi euro, neppure l’avaro di Moliere se ne accorgerebbe”

Sollecitato in conferenza stampa su questo argomento però il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha minimizzato. Sulle pensioni – ha detto – la manovra prevede “un taglio progressivo che non tocca le pensioni più basse. Ma ci sono anche pensioni da 500 mila euro l’anno, non lo sapevo…mi sembrano così tanto queste cifre. Invece il contributo sarà quasi impercettbile per le pensioni basse”, ha detto. “Neppure l’avaro di Moliere forse si accorgerebbe di qualche euro al mese in meno”, ha ironizzato Conte, che poi rivolto ai pensionati ha aggiunto: “Ora scendono in campo, ma li ricordo silenti per la legge Fornero. Facciano la loro protesta in strada, ma non c’é un attentato alle pensioni, abbiamo operato con discernimento per una redistribuzione”.

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