Giacca da sci, sfondo innevato e sorriso stampato sul volto: Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, lanciano la campagna 2019 del Movimento da una località del Trentino Alto Adige definita da loro stessi «segretissima», probabilmente per far passare in secondo piano un ambientazione non proprio anti-casta). L’elenco delle cose da fare spetta al vicepremier ma l’amico fidato, terminata la parentesi da reporter in Centro America con la famiglia al seguito, è pronto più che mai a tornare in pista da battitore libero.
Il primo passo annunciato per il nuovo anno è quello del taglio allo stipendio dei parlamentari, unito a quello delle pensioni d’oro. Due provvedimenti simbolo per tornare sulla cresta dell’onda. Poco importa se i provvedimenti, alla prova del nove, si rivelano una pallida caricatura di quelli promessi al momento degli annunci.
Ora l’obiettivo è, assicurano Di Maio e Dibba, «Fare le cose che rendono felici» gli italiani. Per esempio «Combattere quei signori che utilizzavano i soldi pubblici o le leggi dello Stato per privilegiarsi di una serie di diritti di cui non dovevano godere». Un avvertimento che il duo lancia anche all’alleato leghista, in vista della campagna per le Europee. Peccato che Salvini abbia già fatto sapere che non se ne parla, il contratto di governo non lo prevede.