AGI – Colorate, luminose, immancabili. Le luminarie sono il simbolo del Natale, ma da dove arrivano? E sono sostenibili? Fu il 15enne Albert Sadacca, un immigrato proveniente dai Dardanelli, a rendere possibile la diffusione popolare di questa usanza a partire dal 1917. Prima di allora, dati i costi proibitivi ed esclusivi delle lampade elettriche, la maggior parte delle famiglie utilizzava vere e proprie candele, depositandole sui rami degli abeti. Una “moda” decisamente pericolosa.
Oggi il mercato di questo settore, complice la crescita del reddito disponibile globalmente, è in continua espansione. Secondo un recente rapporto pubblicato da GlobeNewswire.com, la crescita è passata da 5,06 miliardi di dollari nel 2023 a 5,33 miliardi di dollari nel 2024, e si prevede che continuerà a crescere a una media annuale del 5,42%, raggiungendo 7,32 miliardi di dollari entro il 2030. Ecco 12 curiosità sulle luminarie:
L’esordio delle luci elettriche a Natale? Con Thomas Alva Edison, l’”Incantatore”. Il celebre inventore statunitense (1847-1931), diffusore delle lampade a incandescenza, era determinato a elettrificare il centro di Manhattan. Così, in occasione del Natale del 1880, cercò di attirare l’attenzione sulla sua lampadina. Edison posò 8 miglia (pari a 12 chilometri) di filo sotterraneo per alimentare stringhe di luci attorno all’esterno del suo laboratorio nel New Jersey. I pendolari dei treni che viaggiavano tra New York e Filadelfia erano così stupiti dai campi luminosi che un giornalista etichettò Edison come “l’Incantatore”.
Il primo albero elettrificato. Fu solo nel 1882 che queste luci furono utilizzate per scopi decorativi. Sempre durante le festività natalizie, il socio di Edison, Edward Hibberd Johnson (1846-1917), appese 80 luci elettriche colorate attorno a un albero di Natale nel laboratorio dello stesso Edison.
L’abete illuminato sbarca alla Casa Bianca. La residenza prescelta come sede per il presidente degli Stati Uniti d’America aveva un proprio albero di Natale fin dal 1889. Tuttavia fu solo 13 anni dopo l’”esperimento” di Hibberd Johnson, nel 1895, che, nello Studio Ovale, fece la sua comparsa il primo abete illuminato con le lampade di Edison: a volerlo fu il presidente Grover Cleveland (1837-1908). All’epoca l’illuminazione elettrica era arrivata nell’abitazione della “first family” americana solamente da quattro anni. A Cleveland si attribuisce così il merito di aver avvicinato il pubblico americano all’idea delle luci elettriche. A quel tempo, molte persone diffidavano dell’elettricità e pensavano che vapori pericolosi potessero entrare nelle loro case attraverso le luci e i fili.
Cablate manualmente. A contribuire al costo elevato delle prime luminarie natalizie era il fatto che, ai tempi, fossero cablate a mano e realizzate con preziose e delicate lampadine di vetro.
Vernice e calore, nemici per la pelle. Quando le prime lampadine venivano dipinte (dai produttori di giocattoli), la vernice spesso si sfaldava a causa della costante espansione e contrazione del vetro (a causa del calore generato dalla luce), quindi si preferì utilizzare il vetro opaco, un “trucco” necessario a rendere meno evidente la vernice che si sfaldava.
Il primo “albero di Natale nazionale”. Fu solo durante la presidenza di Calvin Coolidge (1872-1933) che prese il via la tradizione dell’accensione ufficiale di un albero di Natale “nazionale”. Nel 1923 un abete alto 15 metri e proveniente dal Vermont, stato natale di Coolidge, fu adornato con 2500 lampadine elettriche rosse, bianche e verdi.
L’uso esterno? Solo dal 1927. Sebbene Sadacca avesse contribuito a diffondere la tradizione delle luminarie il loro utilizzo in ambienti all’aperto da parte delle famiglie non sarebbe stato sicuro fino al 1927.
Arrivano i “contest”. Per aumentare le vendite e diffondere sempre di più le luminarie elettriche, le principali società di distribuzione hanno sponsorizzato concorsi di quartiere, mettendo i vicini di casa in competizione tra di loro. Anche questa tradizione continua anche ai giorni nostri.
I record. Il primato mondiale per il maggior numero di luminarie posizionate in una sola proprietà appartiene a una famiglia di New York che, nel 2014, installò 601.736 luci intorno alla sua abitazione. Per quanto riguarda gli alberi di Natale, il record per il più decorato spetta agli Universal Studios di Osaka, in Giappone, con 612mila lampadine (novembre 2022).
Bolletta? Meglio le luci a led! Il fatto che oggi le luminarie abbiano un costo popolare, non significa che si debba ignorarne l’impatto sulla bolletta. Anzi. Quindi, chi avesse ancora in casa le vecchie luminarie realizzate con luci a incandescenza, potrebbe pensare di sostituirle con le più moderne luci a led: durano tendenzialmente di più e consumano parecchio di meno (circa l’80%).
Anche il “setting” incide sul portafogli. Le moderne luminarie offrono la possibilità di selezionare “setting” differenti: luce fissa, alternata, lampeggiante. Proprio quest’ultima tipologia, secondo gli esperti, è quella che riduce i costi maggiormente.
Il timer per risparmiare. Oggi, in commercio (è semplice trovarli sul web) è possibile acquistare un timer plug-in, per garantire che le luci non vengano dimenticate e lasciate accese per lunghi periodi di tempo. Se si è sbadati è la soluzione più efficace per evitare di lasciare le luminarie accese quando si esce di casa.
Il parere dell’esperta
“Proprio nel periodo natalizio si registra un incremento di consumi energetici del 30% per le decorazioni luminose, che corrispondono a circa 650 tonnellate di CO2 al giorno. Per questo motivo la vera sostenibilità – spiega ad Espresso Communication Ada Rosa Balzan, sociologa ambientale e tra i massimi esperti italiani in tema di sostenibilità – sono i consumi risparmiati quindi l’ideale sarebbe proprio non utilizzare decorazioni luminose e inserire addobbi che riflettano la luce che abbiamo già in casa, facendo decorazioni con materiali riciclati, che siano anche l’occasione di essere assemblati assieme. Se proprio non riusciamo a rinunciare alle luci di Natale meglio scegliere le luci a led e fare attenzione anche all’illuminazione e ai colori soprattutto per quelle esterne, che creano anche inquinamento luminoso che possono disorientare gli animali e alterare i loro ritmi del sonno, meglio quindi luci tenui e color panna che vanno spente la notte”.