• 5 Dicembre 2025 18:56

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L’ultimo saluto a Nicola Pietrangeli nel suo stadio. E, accanto, la Coppa Davis 1976

Dic 3, 2025

AGI – La salma di Nicola Pietrangeli è arrivata questa mattina allo stadio che porta il suo nome all’interno del Foro Italico. Ad accoglierla, oltre ai familiari e agli amici più stretti del campione di tennis morto lunedì scorso all’età di 92 anni, anche il picchetto d’onore dei Carabinieri schierato per rendere omaggio a una delle figure più iconiche dello sport nazionale.

La camera ardente è stata allestita direttamente sul campo da gioco, dove accanto al feretro è esposta la Coppa Davis conquistata nel 1976, anno del trionfo degli Azzurri in Cile sotto la sua guida da capitano. Sul fondo del campo un maxischermo trasmette senza sosta le immagini delle sue gesta sportive. Tra i presenti anche il figlio Filippo Pietrangeli, mentre tra gli amici il primo a rendere omaggio al campione è Giorgio Meneschincheri, fondatore di Tennis and Friends, iniziativa di cui Pietrangeli è stato grande promotore e presidente.

Commemorazione e l’ultimo saluto al campione

A mezzogiorno è prevista una commemorazione sul campo, alla presenza di autorità, sportivi e amici del campione, in attesa delle esequie fissate alle 15 nella chiesa di Ponte Milvio. Tra i tanti attesi anche il principe Alberto di Monaco, legato a Pietrangeli da un rapporto di profonda stima e amicizia. Un flusso costante di tifosi, sportivi e personalità del mondo istituzionale è atteso nelle prossime ore per l’ultimo saluto al campione.

Il ricordo del figlio

“Si sono piacevolmente stupito dall’affetto di tutta l’Italia... scusatemi, ma è dura”: lo ha detto con la voce rotta dalla commozione e le lacrime agli occhi Filippo Pietrangeli ricordando il padre Nicola. Lo ha fatto mentre risuonavano le note di ‘Hier Encore’ Charles Aznavour, la musica che lo stesso Pietrangeli aveva chiesto per il suo ultimo saluto: “Questa è la sua musica, richiesta appositamente. Spero che mettano, quando esce, ‘My Way'”.

Nel ricordarlo, Filippo ha tracciato il ritratto privato di un uomo “scanzonato, ironico, dissacrante, come dite voi… ma era lui”, capace di confrontarsi con chiunque: “Raccontavo ieri dei messicani che suonavano nei ristoranti: lui bloccava il tavolo, faceva ascoltare come suonavano, era attento alla mancia e rispettava il lavoro di tutti. Dal principe Alberto di Monaco al messicano che suona, lui rispettava tutti e aveva un grande senso di giustizia”.

E poi la Coppa Davis, la sua ossessione sportiva: “Se non fosse stato così attaccato alla Coppa Davis magari avrebbe pure guadagnato qualche cosina in più… però lui era malato di questa cosa. Per lui la maglia azzurra era tutto. Indossarla era importantissimo”. “Ogni tanto sparava qualche frecciatina a destra e a manca, ma era un signore di 92 anni, amato nel suo sport, che vedeva il tennis di oggi come una cosa di mostri e di marziani – ha sottolineato – ‘mostri’ nel senso buono, giocatori fortissimi fisicamente”.

“Sinner? Non so se sia arrivato un suo messaggio”

“Non so se sia arrivato un messaggio di Jannik… non ho guardato”: Filippo Pietrangeli ha risposto cosi’ ai cronisti che alla camera ardente per il papà Nicola gli chiedevano se gli fossero arrivate le condoglianze di Sinner. L’entourage del campione altoatesino aveva riferito di un messaggio in privato mandato alla famiglia.
 

AGI – La salma di Nicola Pietrangeli è arrivata questa mattina allo stadio che porta il suo nome all’interno del Foro Italico. Ad accoglierla, oltre ai familiari e agli amici più stretti del campione di tennis morto lunedì scorso all’età di 92 anni, anche il picchetto d’onore dei Carabinieri schierato per rendere omaggio a una delle figure più iconiche dello sport nazionale.
La camera ardente è stata allestita direttamente sul campo da gioco, dove accanto al feretro è esposta la Coppa Davis conquistata nel 1976, anno del trionfo degli Azzurri in Cile sotto la sua guida da capitano. Sul fondo del campo un maxischermo trasmette senza sosta le immagini delle sue gesta sportive. Tra i presenti anche il figlio Filippo Pietrangeli, mentre tra gli amici il primo a rendere omaggio al campione è Giorgio Meneschincheri, fondatore di Tennis and Friends, iniziativa di cui Pietrangeli è stato grande promotore e presidente.
Commemorazione e l’ultimo saluto al campione
A mezzogiorno è prevista una commemorazione sul campo, alla presenza di autorità, sportivi e amici del campione, in attesa delle esequie fissate alle 15 nella chiesa di Ponte Milvio. Tra i tanti attesi anche il principe Alberto di Monaco, legato a Pietrangeli da un rapporto di profonda stima e amicizia. Un flusso costante di tifosi, sportivi e personalità del mondo istituzionale è atteso nelle prossime ore per l’ultimo saluto al campione.
Il ricordo del figlio
“Si sono piacevolmente stupito dall’affetto di tutta l’Italia… scusatemi, ma è dura”: lo ha detto con la voce rotta dalla commozione e le lacrime agli occhi Filippo Pietrangeli ricordando il padre Nicola. Lo ha fatto mentre risuonavano le note di ‘Hier Encore’ Charles Aznavour, la musica che lo stesso Pietrangeli aveva chiesto per il suo ultimo saluto: “Questa è la sua musica, richiesta appositamente. Spero che mettano, quando esce, ‘My Way'”.
Nel ricordarlo, Filippo ha tracciato il ritratto privato di un uomo “scanzonato, ironico, dissacrante, come dite voi… ma era lui”, capace di confrontarsi con chiunque: “Raccontavo ieri dei messicani che suonavano nei ristoranti: lui bloccava il tavolo, faceva ascoltare come suonavano, era attento alla mancia e rispettava il lavoro di tutti. Dal principe Alberto di Monaco al messicano che suona, lui rispettava tutti e aveva un grande senso di giustizia”.
E poi la Coppa Davis, la sua ossessione sportiva: “Se non fosse stato così attaccato alla Coppa Davis magari avrebbe pure guadagnato qualche cosina in più… però lui era malato di questa cosa. Per lui la maglia azzurra era tutto. Indossarla era importantissimo”. “Ogni tanto sparava qualche frecciatina a destra e a manca, ma era un signore di 92 anni, amato nel suo sport, che vedeva il tennis di oggi come una cosa di mostri e di marziani – ha sottolineato – ‘mostri’ nel senso buono, giocatori fortissimi fisicamente”.
“Sinner? Non so se sia arrivato un suo messaggio”
“Non so se sia arrivato un messaggio di Jannik… non ho guardato”: Filippo Pietrangeli ha risposto cosi’ ai cronisti che alla camera ardente per il papà Nicola gli chiedevano se gli fossero arrivate le condoglianze di Sinner. L’entourage del campione altoatesino aveva riferito di un messaggio in privato mandato alla famiglia.
 

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