AGI – I carabinieri del Nas di Bologna hanno portato alla luce serie di irregolarità in alcune aziende di produzione di caffè situate a Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Quest’ultime riguardano principalmente la presenza di micotossine nocive e il riconfezionamento e la vendita di prodotto scaduto.
Le 22 ispezioni effettuate hanno portato alla scoperta di 11 criticità, principalmente nelle provincie di Bologna e Forlì-Cesena, le quali vanno da un caso di contaminazione da Ocratossina A nel caffè di origine etiope presso uno stabilimento bolognese, all’aver stoccato caffè scaduto di diversi anni in una azienda di torrefazione, sempre in provincia di Bologna.
L’operazione del Nas ha anche portato alla scoperta di una serie di violazioni agli standard igienico-sanitari e strutturali in varie realtà, tra cui un enorme magazzino nella zona di Imola che custodiva diverse tonnellate di caffè e altri prodotti alimentari in condizioni ritenute insalubri. Inoltre, un’altra società della provincia di Forlì è stata accusata di mancata tranciabilità delle materie prime e del prodotto finito, nonché di una grave infestazione di lucertole e roditori.
Nel complesso, queste indagini hanno portato alla sospensione di attività per un valore di circa 11 milioni di euro, al sequestro di oltre 35.000 kg di caffè (valore approssimativo di 820.000 euro) e a sanzioni amministrative per un totale di 28.000 euro.