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Corriere NET

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L’orgoglio messicano reagisce a Trump: boicottati i prodotti americani

Gen 28, 2017

L’arrivo di Trump alla Casa Bianca e il suo esplicito disprezzo per il Paese vicino sta scatenando in Messico una ondata di orgoglio nazionale senza precedenti. Sui social network sono partite le campagne per invitare i messicani a non acquistare prodotti statunitensi, dai più quotidiani come il caffé di Starbucks, la Coca Cola, o gli hamburger di McDolnald’s e Burger King, a quelli industriali, dalle auto alle lavatrici, da Walmart fino a Home Depot. Su twitter impazzano gli hashtag #AdiósStarbucks oppure #AdiósCocaCola con centinaia di retweet e “mi piace” e migliaia di messicani che commentano e partecipano. Su Instagram invece è nato un altro hashtag che si chiama #AmorAMéxico con il quale si postano fotografie che ritraggono le bellezze del Paese o i messicani mettono selfie orgogliosi per affermare l’amore per il Messico.

RT politikonline: #AdiosStarbucks que tal un molito? pic.twitter.com/vBHXHvaP7A

— Carlos Mundaca (@CarlosMundacamx) 26 gennaio 2017

In pochi giorni dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca e le sue decisioni sul nuovo muro o contro l’immigrazione messicana (negli Stati Uniti vivono 33 milioni di messicani) il fenomeno di promuovere il boicottaggio dei prodotti Usa è diventato un movimento nazionale. Dalle organizzazioni dei consumatori che chiedono ai messicani di privilegiare l’acquisto di prodotti locali, alle grandi coorporation (ci si è messo anche il miliardario Carlos Slim) che promettono di non acquistare più tecnologia americana.

RT politikonline: #AdiosStarbucks que tal un molito? pic.twitter.com/vBHXHvaP7A

— Carlos Mundaca (@CarlosMundacamx) 26 gennaio 2017

Un altro fenomeno è la campagna contro quello che in Messico si chiama “lo shopping oltre frontiera”. E’ piuttosto comune per la classe media degli Stati al confine con gli Usa viaggiare nei weekend dall’altra parte per comprare abbigliamento, profumi, articoli di lusso e perfino dolci. In Arizona, California, Nevada e Texas. Soltanto in Texas, i messicani spendono in media ogni anno 1,3 miliardi di dollari in acquisti. Ora perfino il loro governo li invita a non farlo più lanciando l’idea di un boicottaggio che può costare a Trump milioni di dollari.

Ma il vento dell’anti americanismo in Messico adesso soffia ovunque. Trenta stazioni radio del Paese si sono unite per trasmettere insieme alla stessa ora una canzone di protesta contro Trump. Si chiama “Aqui no es así” (Qui non è così) del gruppo rock locale “Califanes”. Nell’agone sono scesi anche industriali e politici. L’ex presidente Felipe Calderón ha lanciato un appello chiedendo a tutto il mondo “appoggio e solidarietà con il Messico”, decine di scrittori, opinionisti e intellettuali firmano appelli contro il muro e contro Trump.

Mentre l’unico che, a suo modo, gongola in questa tempesta è il patriarca della sinistra populista messicana: Andrés Manuel Lopez Obrador, più famoso in Messico con il nickname affettuoso di “Amlo”. Ora tutti i sondaggi lo danno in testa alla preferenze per le elezioni presidenziali del prossimo anno.

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