• 26 Novembre 2024 0:29

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L’Opec+ estende i tagli alla produzione di greggio a fine anno

Nov 4, 2024

AGI – Diversi membri dell’Opec+, tra cui l’Arabia Saudita e la Russia, hanno annunciato l’estensione dei tagli alla produzione di petrolio fino alla fine di dicembre, rinviando così la riapertura dei rubinetti di fronte al crollo dei prezzi. Otto Paesi “hanno concordato di estendere di un mese i loro ulteriori tagli volontari alla produzione di 2,2 milioni di barili al giorno”, ha dichiarato l’alleanza in una nota. Sono coinvolti anche Iraq, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Kazakistan, Algeria e Oman.

Questa decisione è destinata a sostenere i prezzi, con il greggio statunitense Wti e il Brent che si aggirano intorno ai 70 dollari a fronte di una domanda incerta e di un’offerta in accelerazione. Nel 2016, i membri dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (Opec), guidati dall’Arabia Saudita, e i loro alleati guidati da Mosca, hanno firmato un accordo chiamato Opec+ per aumentare la loro influenza sul mercato.

L’alleanza di 22 membri attualmente mantiene sottoterra quasi sei milioni di barili attraverso tre diversi meccanismi, sia a livello di gruppo che sotto forma di tagli volontari. Tutti i ministri si riuniranno all’inizio di dicembre a Vienna, sede dell’Opec, ma con l’annuncio di domenica, gli otto Paesi che effettuano questi tagli volontari hanno già deciso di non riaprire i rubinetti dell’oro nero fino all’inizio del 2025.

Si tratta di un ritardo di almeno tre mesi rispetto a quanto inizialmente previsto: in occasione dell’ultima riunione ministeriale di inizio giugno, l’Opec e i suoi alleati avevano annunciato l’intenzione di aumentare la produzione a partire da ottobre. Tuttavia, l’alleanza è stata attenta a lasciarsi una via d’uscita, insistendo in più occasioni sul fatto che questa decisione poteva essere rivista in qualsiasi momento.

Da diversi mesi i prezzi del petrolio sono minati dalle incertezze economiche, in particolare in Cina, secondo consumatore mondiale e principale motore della crescita della domanda globale di petrolio, e negli Stati Uniti, dove si attendono ancora i risultati delle elezioni americane previste per il 5 novembre. 

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