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L’occupazione dell’Assessorato al Welfare del Comune di Milano ha salvato una famiglia dallo sfratto

Ott 18, 2022

AGI –  Occupazione dell’Assessorato al Welfare del Comune di Milano ‘riuscita’, almeno in parte, per una famiglia con due bimbi piccoli che rischiava di trovarsi in mezzo alla strada dal 21 novembre, quando mamma e figli avrebbero dovuto lasciare la struttura temporanea che gli era stata messa a disposizione da Palazzo Marino.

“La segreteria dell’Assessorato ci ha garantito che entro oggi arriverà una proroga fino a giugno anche se il problema è stato risolto solo temporaneamente” riferisce all’AGI Valerio Calzone del sindacato Usb che segue da tempo il nucleo familiare ed era presente oggi negli uffici di via Sile insieme alla madre per chiedere una soluzione.

“La loro è la storia di tante famiglie, anche con lavoro” 

“La loro è una storia simile a quella di tante famiglie che ancor più negli ultimi tempi e anche con doppia busta paga non riescono a sostenere un alloggio a Milano”, spiega. “Nel 2017 sono stati sfrattati perché non erano più in grado di pagare l’affitto e da allora si sono dovuti dividere: il padre si paga un posto letto e la mamma, coi figli di 10 e 5 anni, stanno in un’abitazione nell’ambito di un progetto di Residenzialità sociale temporanea”.

Più volte in questi anni hanno presentato la domanda per avere un alloggio popolare, senza esito. Questo perché “gli alloggi per nucleo dalle 4 persone in su sono pochissimi a Milano”. I due coniugi di origine marocchina, in Italia regolarmente da una decina di anni e “molto ben integrati”, lavorano entrambi e non hanno il reddito di cittadinanza dal momento che “non possiedono i requisiti per chiederlo”.

La soluzione ‘impossibile’ di un albergo   

Nonostante ciò non sono in grado di trovare una casa e a breve sarebbero finiti in strada “perché gli ostelli e hotel convenzionati suggeriti dal Comune sarebbero costati 60 euro al giorno a persona, una retta impossibile”.

Vivere separati, secondo Calzoni, “oltre alle ovvie difficoltà dal punto di vista psicologico, ha comportato ulteriore spese, non potendo dividere per esempio i costi alimentari e richiedendo un ulteriore esborso al padre”.

Agli Assessorati al Welfare e alla Casa, Usb ha chiesto anche un tavolo al più presto  che  affronti l’emergenza abitativa “con provvedimenti urgenti per evitare che persone rientrate in percorsi di aiuto, come questa famiglia, finiscano in un vicolo cieco vanificando lo sforzo del Comune di assisterle e non andando incontro alla fragilità economiche che si prolungano nel tempo”. 

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