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Lo Stato presenta il conto ai Riina, chiesti 2 milioni per i 24 anni di carcere

Gen 7, 2019

I suoi ventiquattro anni al carcere duro sarebbero costati allo Stato circa 2 milioni di euro. Un conto salato presentato ai familiari di un detenuto “eccellente”, il boss mafioso Tot Riina, nel frattempo passato a miglior vita. A notificare la cartella esattoriale da pagare alla moglie del padrino di Corleone, Ninetta Bagarella, stata Riscossione Sicilia, la societ che riscuote i tributi nell’isola. A noi sembra una boutade perch la legge esclude espressamente che il rimborso per le spese di mantenimento in carcere si estenda agli eredi del condannato. Perci stiamo studiando bene la questione per vedere in che termini , ha commentato il legale dei Riina, l’avvocato Luca Cianferoni.

Il riferimento all’articolo 189 del codice penale che, dopo aver disposto l’obbligo per il detenuto di rimborsare le spese sostenute dall’Erario dello Stato per il suo mantenimento in cella, esclude che l’obbligazione si estenda agli eredi: in questo caso moglie e figli del capomafia corleonese. Arrestato il 15 gennaio del 1993 dopo 23 anni di latitanza, il capo dei capi ha trascorso al 41 bis 24 anni. Ad attivare la procedura di recupero del credito sarebbe stato, attraverso il ministero della Giustizia, il carcere di Parma, ultimo istituto penitenziario in cui il capomafia stato detenuto ed morto. Per la prima volta in cella Riina entr a 18 anni.

Un “battesimo” criminale precoce e un’accusa grave: l’omicidio di un coetaneo, durante una rissa, per cui venne condannato a 12 anni. Nato a Corleone il 16 novembre del 1930 da un famiglia di contadini, fino ad allora aveva alle spalle solo qualche furto. Poca roba, fino all’incontro con Luciano Leggio, all’epoca mafioso rampante che stava tentando di farsi strada. Fu lui, suo compaesano, a farlo entrare in Cosa nostra. Un metro e 58, che gli valse il soprannome di Toto’ U Curtu, usc dall’Ucciardone nel 1956, a pena scontata solo in parte, e fu arruolato nel gruppo di fuoco di Leggio.

Tornato in cella nel 1963 per una carta di identit rubata e una pistola illegale, torn dietro alle sbarre per uscire, dopo un’assoluzione per insufficienza di prove nel 1969. Mandato fuori dalla Sicilia al soggiorno obbligato, non lascer mai l’Isola scegliendo una latitanza durata oltre 20anni. Da ricercato inizi la sistematica eliminazione dei nemici: in Cosa nostra e nelle istituzioni. Sarebbero stati oltre 100 gli omicidi in cui stato coinvolto e 26 gli ergastoli a cui stato condannato. Con la morte del padrino sono rimaste senza risposte molte domande: sui rapporti mafia e politica, sulla stagione delle stragi, sui cosiddetti delitti eccellenti, sulle trame che avrebbero visto Cosa nostra a braccetto con poteri occulti in una comune strategia della tensione. Riina non ha mai mostrato alcun segno di redenzione.

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