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Lo spread resta sotto pressione a 200 punti, Borse europee incerte

Feb 7, 2017



MILANO – Ore 10.15 La minaccia Frexit evocata da Marine Le Pen, lo spettro di un’Europa divisa dopo le parole di Angela Merkel, che ha auspicato un’Unione a due velocità, le incertezze sulla stabilità di alcuni governi, primo fra tutti quello italiano. È lo spread l’osservato speciale di oggi sui mercati, dopo che ieri il differenziale dei btp decennali sugli omologhi bund tedeschi ha registrato un’impennata di quasi 20 punti percentuali, chiudendo a quota 201, a livelli mai visti da febbraio 2014. In avvio di contrattazioni lo spread resta stabile sopra quota 200 e tocca quota 203 punti nonostante qualche acquisto sul decennale italiano che vede scendere il rendimento al 2,36% dal 2,39% della chiusura di ieri.

Piazza Affari si attesta sopra la parità dopo un avvio in leggera flessione. Ftse Mib segna un +0,37% a 18.762 punti mentre l’All Share guadagna lo 0,32%. Con lo spread Btp-Bund ancora sopra i 200 punti. Sospesa in avvio Fca, dopo che ieri le autorità francesi hanno ipotizzato l’apertura di un’inchiesta per le anomalie nelle emissioni di alcuni veicoli diesel. Il titolo torna alle contrattazioni restando in lieve calo. Flessione generale per tutti i titoli del comparto bancario. Andamento contrastato per le altre Borse europee: Londra guadagna 0,42%, Francoforte lo 0,22%, Parigi arretra invece dello 0,03%.

Prosegue la fase di indebolimento dell’euro. La moneta europea viene scambiata questa mattina a 1,0685 dollari dopo che ieri il presidente della Banca Centrale Mario Draghi ha difeso a spada tratta la divisa unica ricordando che l’euro “ci tiene uniti in tempi di chiusure nazionali”.

Sul fronte degli appuntamenti macroeconomici è molto sotto le attese il dato sulla produzione industriale di dicembre dell ‘industria tedesca. L’indice è sceso del 3%

rispetto al mese precedente quando era salito dello 0,5%, lontanissimo dal +0,3% atteso dagli analisrti di Bloomberg. Si tratta del peggior calo dal 2009. Un dato in controtendenza con quello degli ordinativi diffuso ieri e sempre relativo al mese di dicembre che si è rivelato molto al di sopra delle previsioni degli analisti. L’Istat pubblica questa mattina la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana mentre nel pomeriggio arriverà l’aggiornamento sulla bilancia commerciale statunitense.

Il petrolio apre in rialzo a Londra. Un barile di greggio Brent per la consegna ad aprile vale 55,85 dollari, in rialzo dello 0,23% sulla fine della sessione di ieri.

Chiusura debole, ieri, per la Borsa di Wall Street con l’indice Dow Jones che segna una flessione dello 0,09% a 20.052,42 punti, mentre il Nasdaq cede lo 0,06% a 5.664 e l’indice S&P lascia sul terreno lo 0,21% a 2.292,56 punti.

L’indice Nikkei della borsa di Tokyo ha chiuso in calo dello 0,35% a 18.910,78 Punti. Il mercato azionario giapponese si è indirizzato al ribasso, nel quadro di un rilancio del ruolo dello yen come bene-rifugio. La divisa nipponica è salita ai massimi da due mesi sul dollaro e ai massimi da oltre un mese sull’euro. Il ritorno di una certa avversione al rischio ha penalizzato altre piazze azionarie asiatiche, appesantite anche dal precedente arretramento di Wall Street e delle Borse europee.

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