Troppi saturimetri, dice qualcuno. Saturimetri che hanno il grave torto di indicare quando si arriva a determinati livelli di insufficienza respiratoria, tali da richiedere magari un ricovero precauzionale nel caso si sia infetti da SARS-CoV-2. Troppi saturimetri, troppi test, tutto è troppo, tranne che i casi di infezione, di ospedalizzazione e di morte, quando parliamo di COVID-19: per taluno, la via alla convivenza passa per la rimozione cognitiva e l’accettazione dei danni.
Magari è giusto così. Anzi mi pare una soluzione geniale, come non averci pensato prima! Pensate quanti fastidiosi problemi di sanità pubblica si eviterebbero, se solo potessimo svuotare le case degli italiani di certi strumenti di misura.
Via i termometri: un po’ di febbre non ha mai ucciso nessuno, basta con l’ossessione centigrada! E le bilance? Quel simbolo colpevolizzare dei nostri peccati culinari, quella scala graduata delle nostre colpe! Via anche quelle, e peso incontrollato per tutti! Poi direi via tutti gli apparecchi per misurare battito e pressione: alla fine, non si augurano tutti una bella morte per crisi cardiaca, un colpo e via?
Potremmo continuare a svuotare le case di ogni strumento diagnostico, affidandoci come una volta alla fortuna e alla buonanima di un medico passaggio, nel posto giusto e nel momento giusto: forse davvero, così, elimineremmo un po’ di gente dagli ospedali. E pazienza se molti finiranno direttamente al camposanto. Sempre meglio quello, che turbare la pace delle corsie ospedaliere o la coscienza di qualche loro frequentatore abituale.