MILANO – L’Italia rientra nel novero delle incertezze che la Banca centrale europea circola di rosso nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria. Un’ulteriore pressione sul governo gialloverde all’indomani delle elezioni europee e in vista del richiamo da parte della Commissione Ue per il mancato rispetto delle regole sul debito. E, soprattutto, mentre ci si dirige verso una Manovra che, tra clausole Iva, correzioni del deficit e promesse di flat tax, rischia di mobilitare oltre 60 miliardi.
L’Eurotower annota nel suo report che l’economia dell’area con la moneta unica ha perso slancio alla fine del 2018 e nonostante un rimbalzo del Pil all’inizio del 2019, gli indicatori economici continuano a puntare verso un’espansione economica sotto tono nel breve termine.
Secondo gli economisti di Francoforte, il rallentamento della crescita “può essere attribuito a un impeto più debole della domanda esterna così come a fattori specifici ad alcuni settori e paesi, come i problemi dell’industria dell’auto in Germania e gli effetti contrari sulla fiducia dell’incertezza politica in Italia”.
Detto questo, sottolinea il rapporto, la politica accomodante della Bce ha continuato a sostenere la domanda interna. Le condizioni favorevoli del mercato del lavoro e i trend del mercato immobiliare hanno anche fornito un sostegno ai consumi privati mentre le condizioni favorevoli di finanziamento e fondamentali relativamente resilienti di aziende e famiglie hanno fornito sostegno agli investimenti.
Sulle specificità tricolori si è soffermato anche il vicepresidente della Bce, Luis De Guindos. Alla presentazione del rapporto ha rimarcato che ogni volta che le tensioni fra Roma e Bruxelles salgono, lo spread dell’Italia registra aumenti e questo conferma come sia importante seguire le regole. De Guindos ha inoltre ricordato come il problema dell’Italia sia il basso tasso di crescita.
Che il differenziale sia un problema ben concreto, e non solo pane per gli speculatori, è altresì rimarcato nel rapporto: “Alcune banche continuano a essere vulnerabili a un possibile aggravarsi dei timori sul rischio sovrano”, dal momento che “la situazione patrimoniale delle banche con importi ragguardevoli di bond sovrani, messi a bilancio al fair value, resta esposta a improvvisi aumenti dei premi di rischio”. Tra i casi messi in evidenza dalla Bce ci sono proprio Italia e Portogallo, dove “l’esposizione al debito sovrano nazionale rimane elevata o è aumentata dagli inizi del 2018”.