MILANO – Ore 10:00. I listini europei sono in terreno positivo dopo la riapertura di settimana incerta, che ha visto comunque Piazza Affari chiudere in rialzo grazie al recupero del settore bancario. Milano segna un rialzo dello 0,85%, guidata ancora dai titoli finanziari e nonostante il calo del prezzo del petrolio. Tra i titoli più seguiti del listino milanese c’è in questi giorni Mediaset: venerdì le televisioni legate alla famiglia Berlusconi hanno depositato l’azione legale contro Vivendi, rea di essersi rimangiata il contratto siglato lo scorso aprile che impegnava i francesi – tra le altre cose – ad acquisire Premium da Cologno Monzese. A stretto giro anche la controllante Fininvest dovrebbe presentare la sua accusa in Tribunale, mentre le diplomazie cercano di ricucire lo strappo: dovrebbe esser reiterata la richiesta di danni per 50 milioni per ogni mese di ritardo dall’esecuzione dell’accordo originario. Bene anche le altre Borse europee: Francoforte sale dello 0,25%, Londra e Parigi sono allineate nei pressi del +0,4%.
A farla da padrona sui mercati è l’attesa per le parole che Janet Yellen, il numero uno della Federal Reserve, pronuncerà venerdì 26 agosto dal simposio di Jackson Hole, tradizionale summit dei banchieri centrali che chiude dal Wyoming le ferie estive.“Ci aspettiamo toni attendisti da parte dei vari membri, ma con una prevalenza a tenere il mercato pronto per un ritocco entro la fine dell’anno. Nonostante il dato deludente sul Pil americano del secondo trimestre, che tra l’altro sarà rivisto proprio questo venerdì, crediamo che i dati non siano tanto brutti da allontanare un rialzo del costo del denaro” entro la fine dell’anno, commentava ieri sera Vincenzo Longo di Ig Markets. “L’impressione è che la Fed voglia lasciare aperta la porta a qualsiasi manovra, evitando che il mercato si culli troppo su una stance ancora super accomodante, che potrebbe poi portare a violente ripercussioni nel caso di un’azione“, l’aggiunta. D’altra parte, sarebbe improbabile una mossa prima delle elezioni presidenziali di inzio novembre, quindi la conclusione logica è che per una stretta ai tassi si arrivi alla riunione di dicembre.
In Asia le Borse hanno chiuso deboli dopo una giornata di alti e bassi, caratterizzata dalla difficoltà del comparto energetico (appesantito dal ribasso del petrolio dopo i recenti guadagni) e dai sempre presenti timori di un rialzo dei tassi in Usa. Alla fine la Borsa di Tokyo ha ceduto lo 0,61%, Hong Kong lo 0,32% mentre salgono i listini cinesi con Shanghai e Shenzhen che chiudono con un rialzo intorno allo 0,2%.
L’agenda macro segnala gli indici Pmi che anticipano l’andamento di manifattura e servizi. In Giappone si è vista la prima crescita da febbraio: il Pmi manifatturiero preliminare per agosto è salito a 49,6 da 49,3 di luglio. L’indice della produzione manifatturiera è salito a 50,6 (da 49,4), il primo incremento da febbraio. Un risultato sopra 50 punti indica espansione economica, sotto quella soglia si è invece in contrazione. Nel Vecchio continente, si registra una brusca frenata in Germania ad agosto: la stima flash indica il manifatturiero in calo da 53,8 a 53,6 punti e il composito da 55,3 a 54,4 punti. Discorso simile per la Francia, aggravato però dal fatto che si trova sotto quota 50: il manifatturiero è sceso a 48,5 punti, mentre il composito ha guadagnato qualcosa a 51,6. Nel complesso dell’Eurozona, nonostante il calo del manifatturiero a 51,8 punti, l’indice composito è riuscito a salire a 53,3 punti da quota 53,2 di luglio.
Nell’Eurozona è attesa poi la fiducia dei consumatori, mentre negli Usa si guarda alla vendita di case nuove e all’indice manifatturiero della Fed di Richmond. L’euro è in rialzo a 1,1335 dollari da 1,1275 della vigilia e 1,1323 alla chiusura di ieri a Wall Street. Contro lo yen la moneta unica scambia a 113,46. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi tratta in ampliamento vicino alla soglia di 120 punti base, ma il decennale tricolore è stabile con un rendimento intorno all’1,1% sul mercato secondario.
Come accennato, sul fronte delle materie prime il petrolio è in calo a 46,97 dollari per il barile Wti e a 48,80 dollari per il Brent. L’oro è sostanzialmente stabile sui mercati asiatici (-0,02%) a 1.338,82 dollari l’oncia. Chiusura contrastata per Wall Street, ieri sera: il Dow Jones ha lasciato sul terreno lo 0,12% a 18.529 punti. Il Nasdaq ha segnato +0,12% a 5.244 punti.