• 19 Maggio 2024 0:01

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

L’Istat taglia le stime di crescita, pesano guerra e inflazione

Giu 7, 2022

AGI – Il Pil italiano cresce ma rallenta, con le stime ritoccate a ribasso a causa della guerra. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, unita al deprezzamento dell’euro sul dollaro e all’aumento del costo delle materie prime, spingono l’Istat a rivedere in senso negativo le previsioni per l’economia italiana per il 2022 e il 2023. L’Istat calcola che il Pil italiano continuerà a crescere sia nel 2022 (+2,8%) sia nel 2023 (+1,9%), seppur in rallentamento rispetto al 2021, quando si è attestato al 6,6%.

Soprattutto, le prospettive per i prossimi mesi “sono caratterizzate da elevati rischi al ribasso“, visto il rischio di ulteriori incrementi nel sistema dei prezzi, la flessione in corso del commercio internazionale e l’aumento dei tassi di interesse messo in campo dai principali istituti di credito internazionali.

Anche le aspettative di famiglie e imprese potrebbero subire un significativo peggioramento. L’attuale scenario fornisce un aggiornamento delle stime per il 2022 diffuse a dicembre scorso, elaborate dunque prima dell’inizio del conflitto.

A influenzare le stime il ridimensionamento del commercio mondiale (da +6,4% a +4,9%), un deprezzamento del tasso di cambio dell’euro rispetto al dollaro (da 1,18 a 1,04) e un rialzo delle quotazioni del petrolio (da 70,4 dollari al barile a 101,4).

Tra i principali blocchi alla crescita c’è la corsa dell’inflazione, che dovrebbe proseguire nei prossimi mesi per poi attenuarsi, anche se con tempi e intensità ancora incerti. A trainarla al momento sono le voci energetiche, che in Italia segnano +42,2% a maggio, rispetto a 45,2% del primo trimestre. In media nel 2022 il tasso di variazione del deflatore della spesa delle famiglie è previsto in crescita (+5,8%, +1,7% nel 2021) mentre il deflatore del Pil segnerà un incremento più contenuto (+3,4%, +0,5% nel 2021).

Se le pressioni al rialzo dei prezzi delle materie prime si riveleranno più contenute e con una stabilizzazione delle quotazioni del petrolio e del cambio, il prossimo anno l’inflazione potrebbe subire una parziale decelerazione. Nel 2023, il deflatore della spesa per consumi delle famiglie e quello del Pil sono previsti in crescita rispettivamente del 2,6% e 2,0% in media d’anno.

L’evoluzione dell’occupazione sarà in linea con il miglioramento dell’attività economica, con un aumento più accentuato nel 2022 (+2,5%) rispetto al 2023 (+1,6%). L’incremento progressivo dell’occupazione dovrebbe riflettersi anche sul tasso di disoccupazione, che scenderebbe sensibilmente quest’anno (8,4%) e, in misura più contenuta, nel 2023 (8,2%). Un dato comunque in contrazione rispetto al 9,3% registrato nel 2021.

Della situazione di incertezza risentono anche i consumi, in Italia come in Europa, che hanno segnato una flessione congiunturale che estende la fase di moderazione avviata nel trimestre precedente (rispettivamente -0,6% nel primo del 2022 e +0,1% nell’ultimo del 2021). 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close