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Lisbona affitta le case (vuote causa Covid) di Airbnb per far tornare i portoghesi in città

Dic 5, 2020
MILANO – Il Covid svuota Lisbona di turisti e la capitale lusitana prova ad approfittarne per frenare lo tsunami Airbnb e tornare a riempire il centro storico di cittadini portoghesi. Il piano “Affitto sicuro” lanciato dal sindaco Fernando Medina da qualche mese ha la lineare semplicità di molte idee geniali: la pandemia ha fatto crollare quasi del 90% gli arrivi stranieri sul Tago e i 22.242 appartamenti in offerta sulla vetrina digitale della piattaforma statunitense sono da mesi desolatamente vuoti. Il primo cittadino ha deciso così di calare l’asso: il Comune offre ai proprietari di affittarli per cinque anni ad un prezzo interessante – la base è mille euro al mese per un appartamento con quattro camere in centro – per poi subaffittarli a prezzo ridotto (massimo un terzo del reddito disponibile) a famiglie in cerca di una prima casa a prezzi ragionevoli, missione oggi quasi impossibile, in città. La giunta ha stanziato 4,7 milioni per opzionare mille appartamenti. E ad oggi poco più di 200 proprietari di casa ha detto “si”.

L’operazione “taglia-Airbnb” ha una ragione semplice. “Il turismo – ripete sempre Medina per non criminalizzare un fenomeno che garantisce il 15% del pil nazionale – ha avuto un ruolo importante nella riqualificazione urbana di Lisbona”. Ma alla fine ha soffocato – dicono i critici – l’anima della città. Nel 2011 – secondo i dati del catasto – 12mila edifici della capitale, il 20% del totale, erano in pessime condizioni di manutenzione. E per provare ad attirare capitali (di cui in quegli anni di crisi aveva bisogno come il pane) il governo ha lanciato il piano dei “visti d’oro”, ovvero il permesso di soggiorno ai non europei disposti a fare un investimento immobiliare di almeno 500mila euro. Il progetto è stato un successo clamoroso: ad oggi le adesioni sono 8.500 con oltre 4,9 miliardi investiti. E questo volano, sommato all’effetto Airbnb ha trasformato radicalmente l’aspetto di Lisbona. Il turismo è decollato a ritmi vertiginosi. La caccia agli appartamenti da affittare per affitti a breve termine ha cambiato il volto a quartieri come Alfama e il Barrio Alto, dove oltre il 25% delle case sono a disposizione dei visitatori. I prezzi immobiliari nella capitale sono saliti del 64% dal 2017 trascinando al rialzo anche gli affitti, in un circolo vizioso che ha costretto i residenti a trasferirsi in periferia causa pigioni stellari liberando altro spazio per l’offerta turistica.


I conti per un po’ sono tornati alla grande. Il reddito mensile di un appartamento da 6-8 posti letto nel centro – calcola InsideAirbnb.com – ha viaggiato fino allo scorso anno sui 3.500 euro nel periodo aprile-ottobre, per scendere verso i 1.000-1.500 in bassa stagione. L’arrivo del Covid, ovviamente, ha fatto saltare il tavolo: i turisti arrivano con il contagocce. Il tasso d’occupazione medio degli appartamenti di Airbnb viaggia attorno al 24% e il reddito medio mensile è crollato a 603 euro, concentrati oltretutto per lo più sulle strutture più lussuose e ricercate. E a queste quotazioni l’offerta del Comune è difficile da rifiutare, anche se le tasse da pagare per il passaggio da un affitto a breve termine a quello a lungo sono piuttosto elevate.

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