AGI – La battaglia di Rafael Nadal contro gli infortuni è un calvario senza fine. Il tennista spagnolo, 38 anni a giugno, si è ritirato alla vigilia del suo esordio al torneo di Indian Wells rimandando ancora una volta il suo ritorno nel circuito Atp. Una decisione, arrivata come un fulmine nel cielo della California, che ha preso alla sprovvista fan e addetti ai lavori. Soprattutto dopo che, quattro giorni prima dell’annuncio, il maiorchino era stato protagonista di un incontro amichevole, a Las Vegas, contro Carlos Alcaraz, suo connazionale e numero 2 del mondo. Un’esibizione, perduta ma senza conseguenze, da cui non era emerso nessun segnale negativo sulle condizioni di Nadal ma che, forse, ha fatto riflettere l’atleta sullo stato del suo recupero fisico. Nadal ha spiegato di non sentirsi ancora in grado di competere ai massimi livelli con i colleghi, vecchi e nuovi, che stanno al vertice delle classifiche.
“È con grande tristezza che devo ritirarmi da questo fantastico torneo di Indian Wells”, si legge in un comunicato affidato anche ai social. “Ho lavorato duramente… ma non mi sento pronto per giocare al massimo livello in un evento così importante. Non è una decisione facile, anzi è difficile, ma non posso mentire a me stesso e alle migliaia di tifosi che mi seguono. Mi mancherete tutti e sono sicuro che il torneo sarà un grande successo”. Una motivazione simile a quella espressa lo scorso febbraio, dopo la mancata presenza agli al primo slam stagionale in Australia, alla vigilia del Qatar Open. L’onestà intellettuale nasconde, senza celarlo, il motivo di fondo per cui Nadal ancora non si sia ritirato dal palcoscenico del tennis mondiale: Rafa pensa di poter ritornare a giocare ad altissimi livelli e contendere, alle nuove leve e a Djokovic, i titoli più prestigiosi. Giocare tanto per giocare, solo per divertirsi, non è abbastanza. La motivazione c’è ma deve aspettare che anche il fisico risponda adeguatamente.
L’ennesimo e forzato pit-stop però si sta ormai prolungando nel tempo e la sensazione di molti, continuando nel parallelismo con la Formula 1, e che qualcosa stia andando storto nella messa a punto della monoposto. Nadal resta fermo ai box, con i ‘meccanici-medici’ che provano a capire come sistemare le parti danneggiate, mentre i rivali continuano a girare, sempre più veloci, sulla pista. A parlare è il bollettino medico degli ultimi mesi. Nadal ha saltato quasi tutta la stagione passata a causa di un infortunio all’addome, e di altri fastidiosi acciacchi. Nel 2024 ha tentato un primo ritorno giocando il Brisbane International, dove ha subito un riacutizzarsi di un problema all’anca. Poi solo attese, ritiri e nuove richieste ai suoi supporter di armarsi di (santa) pazienza. Per questo l’attesa e la curiosità, per vederlo competere a Indian Wells erano molto alte. Il match con Milos Raonic non sarebbe stato di certo complicatissimo visto che il canadese, 33 anni, sta vivendo forse il periodo peggiore della sua carriera: è ormai lontano anni luce dal Raonic che giocò la finale a Wimbledon, nel 2016, raggiungendo la posizione numero 3 delle classifiche mondiali. Il direttore del torneo di Indian Wells, Tommy Haas, si è rammaricato per questo forfait dell’ultimo minuto. “Gli auguriamo di continuare a guarire e speriamo che possa tornare presto in azione. È uno dei beniamini dei tifosi e speriamo di rivederlo a Indian Wells in futuro”.
Il tennista che prenderà il posto di Nadal si chiama Sumit Nagal, indiano, 26 anni, sconosciuto ai più. Una sola consonante, ma anche “qualche titolo” a differenziarlo dal campione nato a Manacor
Tutto ciò non può che alimentare le inevitabili speculazioni sulla data del ritiro dell’atleta spagnolo. A gennaio, tuttavia, Nadal ha rifiutato di ‘bollinare’ il 2024 come la sua ultima stagione, facendo marcia indietro rispetto ai precedenti accenni alla possibilità di appendere la racchetta al chiodo entro il prossimo dicembre. “Il problema è che non posso prevedere al 100% cosa succederà in futuro”, aveva spiegato in Australia. “Non si può mai sapere cosa succederà, sapete? Non posso prevedere come sarò nei prossimi sei mesi. Non posso prevedere se il mio corpo mi permetterà di godermi il tennis come ho fatto negli ultimi 20 anni”. Nadal ha ammesso però di aver preso in considerazione l’idea di ritirarsi durante il 2023 e la sua lunga assenza dai campi di gioco. “Ovviamente mi sono posto il problema del ritiro, ma a un certo punto ho deciso di continuare. Ho avuto la determinazione di continuare”.
Una costellazione di problemi fisici
Gli infortuni sono un tema ricorrente nella carriera da record di Nadal. Il suo stile di gioco, brutale e senza sconti, ha presentato spesso il conto causandogli seri problemi alle ginocchia, ai polsi, all’addome e alle caviglie. Ma la lista di muscoli, articolazioni, cartilagini soggette a problemi sarebbe molto più lunga. Lo spagnolo ha saltato ben 11 tornei dello Slam a causa delle precarie condizioni fisiche. Nel 2003, non ancora maggiorenne, si fermò per la prima volta per un infortunio al gomito, appena due anni dopo il debutto da professionista. A 18 anni si rompe un osso del piede e iniziano a comparire i primi segni di tendinite alle ginocchia. Nel 2012 le rotule e i legamenti scricchioleranno così tanto da non permettergli la partecipazione alle Olimpiadi. Nel 2014 i dolori arrivano a colpire la schiena mentre nel 2016 è il polso che lo costringe a saltare l’appuntamento a Flushing Meadows.
Nel 2021 è lo stesso tennista a spiegare i problemi al piede sinistro: è afflitto dalla sindrome di Mueller-Weiss, una patologia che colpisce le ossa del piede causando dolore cronico e insopportabile. Per lenire il tutto serve un’operazione ma da quel momento saranno sempre più lunghi i periodi di ‘stop’ dal circuito. La conquista del 22esimo titolo del Grande Slam, al Roland Garros, è seguita dalla nuova ammissione: Nadal è costretto a fare “iniezioni di anestetico prima di ogni partita” per addormentare il piede e poter così giocare. “È ovvio che non posso e non voglio continuare a giocare in queste condizioni”, disse quasi più a se stesso che ai giornalisti presenti in sala stampa. Lo strappo all’addome a Wimbledon, qualche mese dopo, non gli permette di giocare la semifinale con Kyrgios segnando un altro spartiacque nella sua carriera. Oggi tutti si chiedono: si ritirerà o tornerà quello di prima? La risposta ancora non c’è anche se tutti, fan o solo amanti del tennis, temono già di conoscerla.
AGI – La battaglia di Rafael Nadal contro gli infortuni è un calvario senza fine. Il tennista spagnolo, 38 anni a giugno, si è ritirato alla vigilia del suo esordio al torneo di Indian Wells rimandando ancora una volta il suo ritorno nel circuito Atp. Una decisione, arrivata come un fulmine nel cielo della California, che ha preso alla sprovvista fan e addetti ai lavori. Soprattutto dopo che, quattro giorni prima dell’annuncio, il maiorchino era stato protagonista di un incontro amichevole, a Las Vegas, contro Carlos Alcaraz, suo connazionale e numero 2 del mondo. Un’esibizione, perduta ma senza conseguenze, da cui non era emerso nessun segnale negativo sulle condizioni di Nadal ma che, forse, ha fatto riflettere l’atleta sullo stato del suo recupero fisico. Nadal ha spiegato di non sentirsi ancora in grado di competere ai massimi livelli con i colleghi, vecchi e nuovi, che stanno al vertice delle classifiche.
“È con grande tristezza che devo ritirarmi da questo fantastico torneo di Indian Wells”, si legge in un comunicato affidato anche ai social. “Ho lavorato duramente… ma non mi sento pronto per giocare al massimo livello in un evento così importante. Non è una decisione facile, anzi è difficile, ma non posso mentire a me stesso e alle migliaia di tifosi che mi seguono. Mi mancherete tutti e sono sicuro che il torneo sarà un grande successo”. Una motivazione simile a quella espressa lo scorso febbraio, dopo la mancata presenza agli al primo slam stagionale in Australia, alla vigilia del Qatar Open. L’onestà intellettuale nasconde, senza celarlo, il motivo di fondo per cui Nadal ancora non si sia ritirato dal palcoscenico del tennis mondiale: Rafa pensa di poter ritornare a giocare ad altissimi livelli e contendere, alle nuove leve e a Djokovic, i titoli più prestigiosi. Giocare tanto per giocare, solo per divertirsi, non è abbastanza. La motivazione c’è ma deve aspettare che anche il fisico risponda adeguatamente.
L’ennesimo e forzato pit-stop però si sta ormai prolungando nel tempo e la sensazione di molti, continuando nel parallelismo con la Formula 1, e che qualcosa stia andando storto nella messa a punto della monoposto. Nadal resta fermo ai box, con i ‘meccanici-medici’ che provano a capire come sistemare le parti danneggiate, mentre i rivali continuano a girare, sempre più veloci, sulla pista. A parlare è il bollettino medico degli ultimi mesi. Nadal ha saltato quasi tutta la stagione passata a causa di un infortunio all’addome, e di altri fastidiosi acciacchi. Nel 2024 ha tentato un primo ritorno giocando il Brisbane International, dove ha subito un riacutizzarsi di un problema all’anca. Poi solo attese, ritiri e nuove richieste ai suoi supporter di armarsi di (santa) pazienza. Per questo l’attesa e la curiosità, per vederlo competere a Indian Wells erano molto alte. Il match con Milos Raonic non sarebbe stato di certo complicatissimo visto che il canadese, 33 anni, sta vivendo forse il periodo peggiore della sua carriera: è ormai lontano anni luce dal Raonic che giocò la finale a Wimbledon, nel 2016, raggiungendo la posizione numero 3 delle classifiche mondiali. Il direttore del torneo di Indian Wells, Tommy Haas, si è rammaricato per questo forfait dell’ultimo minuto. “Gli auguriamo di continuare a guarire e speriamo che possa tornare presto in azione. È uno dei beniamini dei tifosi e speriamo di rivederlo a Indian Wells in futuro”.
Il tennista che prenderà il posto di Nadal si chiama Sumit Nagal, indiano, 26 anni, sconosciuto ai più. Una sola consonante, ma anche “qualche titolo” a differenziarlo dal campione nato a Manacor
Tutto ciò non può che alimentare le inevitabili speculazioni sulla data del ritiro dell’atleta spagnolo. A gennaio, tuttavia, Nadal ha rifiutato di ‘bollinare’ il 2024 come la sua ultima stagione, facendo marcia indietro rispetto ai precedenti accenni alla possibilità di appendere la racchetta al chiodo entro il prossimo dicembre. “Il problema è che non posso prevedere al 100% cosa succederà in futuro”, aveva spiegato in Australia. “Non si può mai sapere cosa succederà, sapete? Non posso prevedere come sarò nei prossimi sei mesi. Non posso prevedere se il mio corpo mi permetterà di godermi il tennis come ho fatto negli ultimi 20 anni”. Nadal ha ammesso però di aver preso in considerazione l’idea di ritirarsi durante il 2023 e la sua lunga assenza dai campi di gioco. “Ovviamente mi sono posto il problema del ritiro, ma a un certo punto ho deciso di continuare. Ho avuto la determinazione di continuare”.
Una costellazione di problemi fisici
Gli infortuni sono un tema ricorrente nella carriera da record di Nadal. Il suo stile di gioco, brutale e senza sconti, ha presentato spesso il conto causandogli seri problemi alle ginocchia, ai polsi, all’addome e alle caviglie. Ma la lista di muscoli, articolazioni, cartilagini soggette a problemi sarebbe molto più lunga. Lo spagnolo ha saltato ben 11 tornei dello Slam a causa delle precarie condizioni fisiche. Nel 2003, non ancora maggiorenne, si fermò per la prima volta per un infortunio al gomito, appena due anni dopo il debutto da professionista. A 18 anni si rompe un osso del piede e iniziano a comparire i primi segni di tendinite alle ginocchia. Nel 2012 le rotule e i legamenti scricchioleranno così tanto da non permettergli la partecipazione alle Olimpiadi. Nel 2014 i dolori arrivano a colpire la schiena mentre nel 2016 è il polso che lo costringe a saltare l’appuntamento a Flushing Meadows.
Nel 2021 è lo stesso tennista a spiegare i problemi al piede sinistro: è afflitto dalla sindrome di Mueller-Weiss, una patologia che colpisce le ossa del piede causando dolore cronico e insopportabile. Per lenire il tutto serve un’operazione ma da quel momento saranno sempre più lunghi i periodi di ‘stop’ dal circuito. La conquista del 22esimo titolo del Grande Slam, al Roland Garros, è seguita dalla nuova ammissione: Nadal è costretto a fare “iniezioni di anestetico prima di ogni partita” per addormentare il piede e poter così giocare. “È ovvio che non posso e non voglio continuare a giocare in queste condizioni”, disse quasi più a se stesso che ai giornalisti presenti in sala stampa. Lo strappo all’addome a Wimbledon, qualche mese dopo, non gli permette di giocare la semifinale con Kyrgios segnando un altro spartiacque nella sua carriera. Oggi tutti si chiedono: si ritirerà o tornerà quello di prima? La risposta ancora non c’è anche se tutti, fan o solo amanti del tennis, temono già di conoscerla.