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L’inflazione potrebbe calare sotto il 3% quest’anno

Feb 16, 2023

AGI – L’inflazione potrebbe scendere sotto il 3% alla fine di quest’anno. Lo ha sottolineato Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce, in occasione dell’evento organizzato dal Centre for European Reform, dalla Delegazione dell’Unione europea nel Regno Unito e dall’Ufficio di rappresentanza della Bce a Londra.

“La componente energetica dell’inflazione nelle scorse settimane – ha osservato Panetta – ha registrato una riduzione superiore a quella contenuta nelle nostre proiezioni di dicembre. Di conseguenza, anche l’inflazione complessiva è in diminuzione; a gennaio essa si collocava su livelli ben inferiori alle stime che erano state formulate nelle proiezioni. Se l’attuale discrepanza tra l’inflazione effettiva e quella prevista venisse confermata nei prossimi mesi, la dinamica dei prezzi al consumo scenderebbe al di sotto del 3 per cento sul finire di quest’anno”.

“Il calo dell’inflazione complessiva – ha sottolineato Panetta – è particolarmente visibile dagli indicatori relativi alle sue tendenze di più breve termine, che nelle fasi in cui la dinamica dei prezzi varia rapidamente possono risultare più informativi del consueto tasso d’inflazione sui dodici mesi. Sulla base di tali indicatori, anche l’inflazione di fondo mostra segni di riduzione. Anche i prezzi all’ingrosso dell’elettricità e del gas sono scesi al di sotto dei livelli ipotizzati nelle proiezioni di dicembre; la riduzione dell’inflazione dei beni energetici potrebbe pertanto proseguire nei prossimi mesi. I prezzi all’ingrosso dell’energia incidono su tutte le componenti dell’inflazione, e continuano a rappresentare il principale fattore alla base dell’aumento dei prezzi sia dei beni sia dei servizi”.

Secondo l’esponente della Bce, “l’inflazione di fondo non può cambiare direzione di colpo, ed è difficile stimare la velocità con cui essa registrerà il calo delle quotazioni dell’energia. La trasmissione potrebbe risultare più lenta se il ribasso dei prezzi dei prodotti energetici alimenterà la domanda, in quanto le imprese potrebbero sfruttare tale situazione per aumentare i margini. Al tempo stesso, nei mesi scorsi si sono registrati aggiustamenti dei listini più frequenti, che potrebbero attenuare la tradizionale rigidità verso il basso dei prezzi. Ma in ultima analisi la direzione dell’inflazione di fondo finirà per seguire quella dell’inflazione complessiva, come è avvenuto nella fase di aumento dell’inflazione. Il calo dei prezzi dell’energia contribuirà a moderare l’inflazione di fondo anche attraverso altri canali”.

Inoltre, ha osservato Panetta, “i recenti ribassi attenuano i timori che gli oneri connessi con l’energia possano erodere la capacità produttiva e quindi accentuare le pressioni inflazionistiche”. “A mio avviso, pur con la cautela necessaria data la forte variabilità dei prezzi dell’energia – ha concluso – gli sviluppi recenti dei mercati energetici rendono più equilibrati i rischi d’inflazione nel medio termine”. 

Rischi più equilibrati per la crescita

Anche il bollettino economico mensile della Bce rileva che “i rischi per le prospettive in termini di crescita economica sono divenuti più equilibrati”. “Nel complesso, l’economia ha dimostrato maggiore capacità di tenuta rispetto alle attese e dovrebbe registrare una ripresa nei prossimi trimestri”, aggiunge la nota.

“Le strozzature dal lato dell’offerta si stanno gradualmente attenuando, – spiega la Bce – le forniture di gas sono divenute più stabili, le imprese stanno ancora smaltendo i numerosi ordini inevasi e il clima di fiducia migliora. Il prodotto nel settore dei servizi mostra inoltre una buona tenuta, sostenuto dal perdurare dell’effetto delle riaperture e dal rafforzamento della domanda di attività ricreative. Anche l’aumento dei salari e la recente moderazione dei rincari dell’energia dovrebbero riuscire ad attenuare la perdita del potere di acquisto che in molti hanno avvertito per effetto dell’elevata inflazione. Tale dinamica sosterrà a sua volta i consumi”.

Il Consiglio direttivo della Bce “continuerà ad aumentare i tassi d’interesse in misura significativa a un ritmo costante e a mantenerli su livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2 per cento nel medio termine”. Lo si legge nel bollettino mensile della Banca centrale europea. Pertanto, “nella riunione del 2 febbraio il Consiglio ha deciso di innalzare di 50 punti base i tre tassi d’interesse di riferimento della Bce e prevede ulteriori incrementi. Alla luce delle spinte inflazionistiche di fondo, esso intende innalzare i tassi d’interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria, a marzo, per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria”.

Il mantenimento dei tassi d’interesse “su livelli restrittivi ponendo un freno alla domanda farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione e metterà inoltre al riparo dal rischio di un duraturo spostamento verso l’alto delle aspettative d’inflazione”, conclude la Bce. 

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