• 5 Dicembre 2025 20:10

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Limiti di velocità “verdi”, cosa sono e come funzionano

Nov 21, 2025

L’introduzione dei limiti di velocità “verdi” sulle strade europee cambia il modo in cui la segnaletica dialoga con chi guida. L’impatto visivo richiama quello dei limiti tradizionali perché la forma è la stessa, ma l’elemento che cambia – il bordo verde al posto del rosso – trasmette un concetto diverso. Non si tratta di un’imposizione ma di un’indicazione suggerita, di un invito alla prudenza pensato per influenzare il comportamento del conducente senza ricorrere alla minaccia di una sanzione.

L’origine europea del cartello a bordo verde

Il numero riportato al centro del cartello verde non è un obbligo, ma una velocità consigliata, definita dagli enti gestori del tratto stradale in base a valutazioni tecniche su sicurezza, visibilità e fluidità del traffico. Se il bordo rosso ordina, il bordo verde raccomanda. Chi supera la velocità indicata non commette un’infrazione, purché rimanga entro i limiti previsti dalla legge. Questo segnale chiede all’automobilista non è conformità forzata, ma adesione ragionata a un’indicazione creata per ridurre rischi e irregolarità del flusso veicolare.

Francia e Regno Unito hanno iniziato a collocare questi cartelli in zone sensibili o complesse. La scelta di utilizzare un formato quasi identico a quello dei limiti obbligatori nasce dalla volontà di catturare l’attenzione dell’automobilista pur lasciandogli libertà decisionale. In questi territori l’esperimento ha mostra risultati positivi perché molti conducenti scelgono di attenersi alla velocità consigliata e ridurre frenate improvvise, incidenti evitabili e congestioni ricorrenti.

La situazione italiana e il ruolo del cartello blu

In Italia non esiste ancora un cartello circolare con bordo verde riconosciuto dal Codice della Strada, ma da anni è presente un altro segnale dedicato alla velocità consigliata: un cartello quadrato blu con numero bianco, collocato soprattutto in prossimità di curve impegnative o tratti con visibilità ridotta. La logica è identica a quella europea, ma la grafica diversa. Il colore blu evita sovrapposizioni visiva con i limiti obbligatori e contribuisce a mantenere la distinzione tra indicazione e prescrizione.

Le motivazioni che spingono vari paesi ad adottare limiti “verdi” sono convergenti. La prima riguarda la sicurezza stradale: alcune zone presentano un tasso di incidenti più elevato e richiedono una modulazione della velocità che non può essere affidata solo ai divieti. La seconda riguarda la fluidità del traffico: una velocità più uniforme riduce il rischio di congestioni improvvise e rende la guida più prevedibile per tutti. La terza si concentra sulla protezione di aree sensibili, come le vicinanze delle scuole o i centri urbani più affollati, dove un approccio più morbido risulta più efficace di una disciplina rigida.

La differenza tra segnaletica informativa e prescrittiva

L’introduzione dei cartelli verdi evidenzia la distinzione tra la segnaletica prescrittiva che definisce la condotta obbligatoria e la segnaletica informativa che aiuta il conducente a compiere scelte consapevoli. In un mondo dove le città stanno diventando sempre più complesse, con percorsi urbani articolati e flussi di traffico disomogenei, la presenza di indicazioni che orientano, diventa parte integrante di una gestione più moderna e flessibile delle infrastrutture stradali. Il cartello verde concentra in sé questa evoluzione interpretativa e si pone come ponte tra la norma e la dinamica reale della mobilità quotidiana.

Cosa fare quando si incontra un cartello verde

A differenza dei limiti con bordo rosso, i limiti “verdi” non richiedono un vero adeguamento normativo perché non impongono alcuna sanzione. Di fronte a un cartello con bordo verde, la risposta più responsabile è adeguare la velocità a quella suggerita per una scelta razionale. Il valore non è scelto casualmente: deriva da analisi tecniche su pendenze, curve, condizioni del fondo, visibilità o presenza di pedoni. Seguirlo significa rendere la guida più prevedibile e sicura mentre ignorarlo significa rinunciare a un vantaggio progettato per proteggere sia chi guida sia chi lo incrocia.

I limiti di velocità “verdi” introducono un modello di mobilità che mira a educare, orientare, persuadere attraverso la ragionevolezza. Chiedono responsabilità e suggeriscono che la sicurezza possa essere costruita anche con strumenti capaci di rendere la strada un ambiente condiviso.

La loro natura informativa li rende potenzialmente compatibili con i sistemi di guida assistita che possono interpretarli e suggerire al conducente la velocità più adatta alle condizioni del tratto. In un futuro in cui le infrastrutture dialogheranno con i veicoli, anche un semplice bordo verde può diventare un tassello di un mosaico digitale che integra dati, sensori, algoritmi predittivi e segnali dinamici.

La funzione dei limiti consigliati e il loro valore

La segnaletica a bordo verde introduce un nuovo modo di insegnare la sicurezza stradale, basato sulla responsabilizzazione e non sulla minaccia della sanzione. In Paesi dove questa tipologia di segnale è già stata sperimentata si è osservato un cambiamento positivo nella cultura di guida perché il conducente è portato a interpretare la strada non come un luogo dove muoversi al limite delle regole, ma come uno spazio condiviso che richiede attenzione e collaborazione.

Porta nel tempo a comportamenti più maturi, come la riduzione spontanea della velocità in presenza di condizioni critiche anche in assenza di controlli. C’è chi afferma che i cartelli verdi contribuiscono alla creazione di una pedagogia della mobilità, più sottile ma efficace.

L’evoluzione della segnaletica

L’introduzione dei segnali “verdi” anticipa un processo già in atto: la trasformazione della segnaletica in un sistema sempre più dialogico, capace di interagire con l’automobilista. In un’epoca in cui i veicoli sono dotati di sensori, assistenti digitali e sistemi di monitoraggio in tempo reale, la presenza di limiti consigliati diventa un tassello nella costruzione di un ecosistema stradale fluido e intelligente. Non sorprende che alcune case automobilistiche stiano già testando software in grado di riconoscere ogni tipo di segnaletica per integrarla nelle logiche dei sistemi di guida assistita.

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