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L’Europa alla conquista della Luna (grazie alla tecnologia italiana)

Lug 21, 2016

21 luglio 1969, mezza Italia davanti al televisore, allora in bianco e nero, alle 4:56 del mattino. In effetti sveglio e all’erta mezzo mondo, col fiato sospeso per vedere come va a finire quella pazza impresa americana iniziata nel maggio 1961 con il presidente J.F. Kennedy che fissava un obbiettivo apparentemente folle: far arrivare astronauti americani sulla Luna per la fine del decennio. Si sta a guardare, da soli o in gruppi nei bar, alberghi e case private, il primo passo dell’uomo sulla Luna, la realizzazione di un desiderio che da sempre accompagna l’umanit.

E infatti Neil Armstrong, dopo avere sceso la precaria scaletta dell’ancor pi precario modulo di allunaggio Eagle posa il piede sulla polvere che da sempre ricopre il nostro satellite per molti centimetri e lascia la prima impronta umana, quella del suo stivale da astronauta, che diventer l’immagine icona dello sbarco sul nostro satellite. Pronuncia poi la famosa frase: Un piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l’umanit, su cui ci saranno poi polemiche sinceramente stucchevoli. Difficile spiegare a chi non c’era l’effetto che fece quella trasmissione di qualit pessima e quelle parole, in un mondo diviso in due dallo scontro fra il blocco Sovietico, fino ad allora in grande vantaggio in campo spaziale, e quello che era chiamato il mondo libero, in cui fortunatamente eravamo noi con l’Italia.

Comunque fu una reale conquista per tutta l’umanit. Saranno parecchie le successive missioni lunari, fino all’ultima, Apollo 17 nel 1972, poi l’interesse per il nostro satellite, la sua colonizzazione o comunque sfruttamento cala notevolmente, scalzato dalla ancora pi complicata corsa a Marte che ancora oggi viviamo.

Il nostro satellite, che eccit la fantasia di Ariosto con il suo “Orlando furioso”, di Giulio Verne con il bellissimo romanzo “Dalla Terra alla Luna” e perfino della maschera napoletana di Pulcinella, che andr in una storia di fine ‘800 sulla Luna con un vascello volante, per tornata ultimamente nelle strategie e programmi delle Agenzie spaziali, in particolare di chi sulla Luna proprio non c’ mai stato, come India e Cina, gi sul nostro satellite con un rover, e ora anche Europa, con l’Italia in prima fila grazie a una tecnologia di perforazione di assoluta avanguardia, che ci permetter di capire come fatta la Luna subito sotto i primi centimetri del suo suolo.

Un primo passo, questo s, per aprire la via al progresso delle tecnologie di sfruttamento minerario dei corpi solidi celesti, come Luna e asteroidi, un tema, secondo molti, di sicuro e forte sviluppo nel medio termine.

un primato che l’Italia ha grazie alla ideazione dovuto al Politecnico di Milano e alla capacit realizzativa di Leonardo Finmeccanica, che gi ha realizzato le trivelle per le importanti sonde europee Rosetta ed ExoMars. La presentazione ufficiale, e la firma del contratto con Esa, l’Agenzia spaziale europea, di pochi giorni fa. La trivella Prospect lavorer fino a 2 metri di profondit in condizioni estreme: vuoto praticamente assoluto e temperatura di 170 gradi centigradi sotto zero.

Per progettazione, realizzazione e test del prototipo ci vorranno due anni, ma la trivella rappresenta il contributo europeo chiave per Luna Resurs, missione mista Europa-Russia, cui danno un contributo importante l’Agenzia Spaziale Italiana, ASI, e quella britannica, UK Space Agency. Ambizioso il programma di Luna Resurs: portare nel 2021 una sonda di una tonnellata sulla Luna alla ricerca di acqua e materie prime utilizzabili per la costruzione di una futura base permanente. I futuri esploratori del nostro satellite avranno bisogno infatti di bere e di una casa, con finestre vista Terra.

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