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Lettera del Viminale ai prefetti: restituite allo Stato fino a 20mila euro

Feb 5, 2019

Le lettere stanno arrivando in queste ore. In molti ancora non l’hanno ricevuta, ma un incubo: alcuni prefetti si sono visti recapitare dal Viminale un’istanza di pagamento di quasi 20mila euro. Il tetto della somma richiesta ha gi sfondato i 10mila euro in diversi altri casi. Sotto tiro ci sono un migliaio di appartenenti alla carriera prefettizia, dal consigliere – primo grado di accesso – fino al prefetto. Compresi i pensionati. Oggi pomeriggio al ministero dell’Interno il Sinpref, sindacato di categoria, ha convocato un’assemblea infuocata fin dalle premesse. La battaglia si preannuncia furibonda.

I contributi non versati

La questione non di oggi: fin dal febbraio dell’anno scorso nelle buste paga dei prefettizi comparsa una voce “trattenuta” calcolata su somme pregresse non versate all’Inps di contributi previdenziali. L’arretrato riguarda pi anni ma qui finiscono le certezze. L’Inps sollecita pi volte il Viminale, l’ultima segnalazione di ottobre 2018. Cos alla fine i tecnici del dicastero guidato da Matteo Salvini ipotizzano di saldare all’istituto di previdenza gli arretrati calcolati sugli anni di prescrizione. Quanti? Non chiaro. Si dice cinque, dieci, persino venti anni. Molti, forse moltissimi, certo quelli necessari per arrivare a chiedere fino a 20mila euro a testa.

Recupero coatto

La lettera famigerata contiene alcuni passaggi molto pesanti per i rappresentanti dello Stato. Gli interessati devono pagare subito, entro trenta giorni; in alternativa, fare richiesta di rateizzazione. Diversamente si proceder al recupero coattivo delle somme previste attraverso iscrizione a ruolo dell’Agenzia delle Entrate si legge nella missiva. La forma, in questo caso, conta quasi pi della sostanza, ed certo grave nel tono. Per molti prefetti si tratta “di un’offesa senza precedenti”. I ricorsi, non c’ dubbio, diventeranno un diluvio.

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La beffa sul contratto

Gli animi dei prefetti si erano gi agitati alcuni giorni fa quando sparito dal disegno di legge semplificazioni in discussione in Parlamento un emendamento per stanziare nove milioni di euro per la categoria. La norma caduta insieme a molte altre e c’era in parte un motivo per farsene una ragione almeno per ora. Ma con le ingiunzioni di pagamento in arrivo adesso il clima sta diventando incandescente.

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