• 25 Ottobre 2024 0:23

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L’esplosione di Bologna, Toyota sospende le attività

Ott 24, 2024

AGI – Chiusura dello stabilimento di Bologna della Toyota Material Handling: la decisione è stata presa nel corso di una riunione nel pomeriggio, comunicata dai sindacati ai rappresentanti dei lavoratori dello stabilimento di Bologna, nella zona di Bargellino, interessato dall”esplosione di mercoledì, che ha provocato la morte di due lavoratori (il 34enne Fabio Tosi e il 37enne Lorenzo Cubello) e il ferimento di altri undici. Tutte le attività lavorative, non solo in presenza ma anche da remoto (nessuna esclusa) sono sospese fino a nuova comunicazione. Si procederà ad aprire la cassa integrazione ordinaria a partire dal 23 ottobre, non si sa fino a quando. La cassa integrazione, spiega la rsu Fiom, non riguarderà il sito di Crespellano, che proseguirà le proprie attività.

 

Per venerdì 25 ottobre i sindacati metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil dell’area metropolitana di Bologna hanno proclamato otto ore di sciopero, senza cortei o presidi “per senso di responsabilità” rispetto ai problemi di mobilità dei cittadini dovuti al post alluvione. Ci sarà un’esposizione di drappi a lutto nelle aziende metalmeccaniche. I sindacati nelle prossime ore chiederanno la convocazione del tavolo sulla sicurezza della Città metropolitana, “allargando a tutti quei soggetti che hanno fatto si’ che il sistema di relazione di questo territorio sia tra i più avanzati d’Italia”. Allo sciopero di otto ore “di tutto il comparto industriale bolognese” aderirà anche il sindacato di base Usb che ha organizzato per domani anche un presidio nella zona di Bargellino-Borgo Panigale, a Bologna, dove ha sede lo stabilimento Toyota Material Handling.
 

Landini, “30 anni fa alla Toyota zero infortuni”

“Se pensiamo che questo è avvenuto in un’azienda che si chiama Toyota, vorrei ricordare che 20-30-40 anni fa il metodo Toyota nel mondo era considerato uno dei metodi centrali perchè era una delle imprese all’avanguardia e c’erano zero infortuni, zero morti”. Lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini, prima dell’inizio della Biennale dell’Economia di Legacoop, commentando l’esplosione di ieri.

“Vuol dire – ha aggiunto il sindacalista – che si è affermato in questi anni un modo di fare impresa per cui la sicurezza sul lavoro continua a essere un costo, non un vincolo. In un Paese come il nostro, in cui ci sono tre morti al giorno, si continua ad avere un aumento di infortuni e malattie professionali senza precedenti e provvedimenti burocratici che non servono ad affrontare il tema. Occorre un nuovo modello di fare impresa. Mettere al centro il lavoro e la persona vuole dire cambiare modo di fare impresa”.

 

 

 

“Ieri credo che si sia confermata l’assoluta inadeguatezza che c’è sul tema della salute e della sicurezza, che continua a essere considerato un costo e non un elemento di priorità – ha evidenziato Landini – ieri, oltre a questo gravissimo incidente c’è stato un altro morto, in questo caso nell’edilizia. Purtroppo questa situazione in cui ormai hai una media di tre morti al giorno va avanti da anni. Credo che da questo punto di vista il tema sia quello di come la centralità della sicurezza e della salute abbia bisogno di non essere più considerata un costo, ma di essere un investimento e un elemento di prevenzione che va curato a ogni livello, sia quando questo avviene in una situazione legata ad appalti e subappalti, sia quando questo avviene in una situazione che può riguardare la manutenzione e l’ordinarietà del lavoro”.

 

Per il segretario della Cgil “serve insistere perchè vengano fatti tutti gli investimenti necessari ma soprattutto perché ci sia un cambiamento di fondo e questi temi della salute, sicurezza e prevenzione dei modelli organizzativi tornino a essere l’elemento centrale anche del fare impresa”.

 

“Le leggi che il governo fa sono burocratiche e non servono assolutamente a nulla, sono finte. Questo provvedimento che loro chiamano patente a crediti è una presa in giro. Siamo di fronte al fatto che è sufficiente che un’azienda compri un’autocertificazione per autocertificare che è a posto per un po’ di tempo e ha risolto i suoi problemi. Forse fatta in questo modo, visto che questa autocertificazione ha un costo, servirà a far fare soldi a qualche consulente del lavoro che consiglia alle imprese di comprare questa certificazione, ma non risolve assolutamente. Non è il momento di operazioni burocratiche per mettersi il cuore in pace, è il momento delle assunzioni vere, ad esempio di ispettori e di agire sulla prevenzione”, ha concluso Landini.

 

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