• 27 Novembre 2024 5:36

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L’esordio di Sinner agli Us Open, “Mi sento più leggero”

Ago 27, 2024

AGI – L’appuntamento per la partita più attesa dagli italiani è sull’Arthur Ashe stadium verso l’ora di cena, secondo match sul Centrale dell’Us Open dopo il match femminile Swiatek-Rakhimova, programmato alle 18 nostrane.

 

Jannik Sinner torna in scena contro l’americano Mackenzie McDonald, esattamente una settimana dopo lo tsunami giuridico- mediatico-emotivo che l’ha colpito. Era il 20 agosto quando è venuto alla luce il caso Clostebol, con la positività dell’azzurro in due test antidoping di marzo, l’indagine Itia e l’assoluzione di Ferragosto per assunzione involontaria (la quantità infinitesimale dello steroide gli era stata trasmessa dal suo fisioterapista Giacomo Naldi attraverso la pomata che aveva usato per curarsi il mignolo sinistro). Una settimana che sembra un mese in quanto a densità di dichiarazioni, interviste, tweet al veleno (vedi Nick Kyrgios) prese di posizione e licenziamenti (quello di Naldi e quello di Umberto Ferrara, il preparatore atletico reo di aver dato la pomata al fisioterapista).

 

 

 

 

Ultima delle serie, l’intervista più decisiva, quella del protagonista della ‘storiona’: ai microfoni di Espn Sinner si è appena tolto qualche sassolino nella scarpa, precisando di non aver avuto nessuna corsia preferenziale: “Non ho avuto un trattamento diverso dagli altri, il processo è stato molto lungo e non è stato un periodo semplice – ha spiegato Jannik – ho potuto continuare a giocare perché sapevamo esattamente da dove proveniva la sostanza incriminata e com’era entrata nel mio organismo”. Alla vigilia dell’esordio a New York (un match semplice ma non semplicissimo, l’azzurro ha vinto i tre precedenti con l’americano, ma sempre in tre set e qui si gioca al meglio dei cinque) Sinner ha detto che dopo i cinque mesi di dubbi e incertezze, in cui si è ammalato spesso e non ha dormito la notte, adesso che è tutto finito si sente meglio, “più leggero”.

 

 

 

 

Ovviamente cinque mesi cosi’ drammatici, e con un segreto cosi’ pesante non si archiviano in fretta: “Spero di riuscire a voltare pagina, ci vorrà ancora un po’ di tempo, e spero di tornare a essere felice. Ogni torneo che ho giocato avevo ed ho ancora, anche per questo Us Open, delle basse aspettative – ha chiarito – fisicamente, per quello che è successo, per i malanni e per altro, non sono dove vorrei e ancora non mi sento me stesso”.

 

Fa sperare il fatto che anche a Cincinnati, il torneo vinto alla vigilia dell’affaire Clostebol, Sinner avesse detto di non essere al massimo, anche se per spazzare via definitivamente tutte le nubi bisognerà aspettare la mezzanotte del 6 settembre quando scadranno i termini previsti per l’eventuale ricorso di Wada (l’agenzia internazionale antidoping) e di quella italiana, la Nado Italia, all’assoluzione dell’azzurro. Dopo i fiumi di parole (del coach Cahill, del licenziato Naldi, di un lungo elenco di colleghi più o meno dalla sua parte (Berrettini totalmente schierato, decisamente più freddini Alcaraz e Djokovic, molto critici Griekspoor, Kyrgios e Shapovalov) stasera parla il campo.

 

 

 

 

Sinner giocherà contro McDonald e al secondo turno potrebbe affrontare un altro americano, quell’Alex Michelsen già sconfitto a Cincinnati prima dell’udienza fiume da remoto (oltre sei ore) per il caso doping. E quindi Sinner dovrebbe scalare le montagne di un tabellone complicato: sulla carta Medvedev, Alcaraz e Djokovic. Se da una parte pesano gli occhi di tutta l’Italia, dall’altra Sinner potrà giocare più leggero pensando al fatto che comunque vada, dopo New York resterà il numero uno del mondo (i punti che gli sono stati detratti per l’inchiesta doping non cambiano nulla). Accanto a lui, dimezzato il cerchio magico, ci saranno, come negli ultimi tornei, solo Cahill e Simone Vagnozzi. Resta da trovare un nuovo fisioterapista: per ora del suo corpo si occupa l’osteopata Andrea Cipolla. E sembra molto probabile che dopo l’Us Open arriverà Marco Panichi, già preparatore atletico di Djokovic. Ma l’importante, ora, è che Sinner torni a essere felice. 

 

 

 

AGI – L’appuntamento per la partita più attesa dagli italiani è sull’Arthur Ashe stadium verso l’ora di cena, secondo match sul Centrale dell’Us Open dopo il match femminile Swiatek-Rakhimova, programmato alle 18 nostrane.
 
Jannik Sinner torna in scena contro l’americano Mackenzie McDonald, esattamente una settimana dopo lo tsunami giuridico- mediatico-emotivo che l’ha colpito. Era il 20 agosto quando è venuto alla luce il caso Clostebol, con la positività dell’azzurro in due test antidoping di marzo, l’indagine Itia e l’assoluzione di Ferragosto per assunzione involontaria (la quantità infinitesimale dello steroide gli era stata trasmessa dal suo fisioterapista Giacomo Naldi attraverso la pomata che aveva usato per curarsi il mignolo sinistro). Una settimana che sembra un mese in quanto a densità di dichiarazioni, interviste, tweet al veleno (vedi Nick Kyrgios) prese di posizione e licenziamenti (quello di Naldi e quello di Umberto Ferrara, il preparatore atletico reo di aver dato la pomata al fisioterapista).
 
 

 
 
Ultima delle serie, l’intervista più decisiva, quella del protagonista della ‘storiona’: ai microfoni di Espn Sinner si è appena tolto qualche sassolino nella scarpa, precisando di non aver avuto nessuna corsia preferenziale: “Non ho avuto un trattamento diverso dagli altri, il processo è stato molto lungo e non è stato un periodo semplice – ha spiegato Jannik – ho potuto continuare a giocare perché sapevamo esattamente da dove proveniva la sostanza incriminata e com’era entrata nel mio organismo”. Alla vigilia dell’esordio a New York (un match semplice ma non semplicissimo, l’azzurro ha vinto i tre precedenti con l’americano, ma sempre in tre set e qui si gioca al meglio dei cinque) Sinner ha detto che dopo i cinque mesi di dubbi e incertezze, in cui si è ammalato spesso e non ha dormito la notte, adesso che è tutto finito si sente meglio, “più leggero”.
 
 

 
 
Ovviamente cinque mesi cosi’ drammatici, e con un segreto cosi’ pesante non si archiviano in fretta: “Spero di riuscire a voltare pagina, ci vorrà ancora un po’ di tempo, e spero di tornare a essere felice. Ogni torneo che ho giocato avevo ed ho ancora, anche per questo Us Open, delle basse aspettative – ha chiarito – fisicamente, per quello che è successo, per i malanni e per altro, non sono dove vorrei e ancora non mi sento me stesso”.
 
Fa sperare il fatto che anche a Cincinnati, il torneo vinto alla vigilia dell’affaire Clostebol, Sinner avesse detto di non essere al massimo, anche se per spazzare via definitivamente tutte le nubi bisognerà aspettare la mezzanotte del 6 settembre quando scadranno i termini previsti per l’eventuale ricorso di Wada (l’agenzia internazionale antidoping) e di quella italiana, la Nado Italia, all’assoluzione dell’azzurro. Dopo i fiumi di parole (del coach Cahill, del licenziato Naldi, di un lungo elenco di colleghi più o meno dalla sua parte (Berrettini totalmente schierato, decisamente più freddini Alcaraz e Djokovic, molto critici Griekspoor, Kyrgios e Shapovalov) stasera parla il campo.
 
 

 
 
Sinner giocherà contro McDonald e al secondo turno potrebbe affrontare un altro americano, quell’Alex Michelsen già sconfitto a Cincinnati prima dell’udienza fiume da remoto (oltre sei ore) per il caso doping. E quindi Sinner dovrebbe scalare le montagne di un tabellone complicato: sulla carta Medvedev, Alcaraz e Djokovic. Se da una parte pesano gli occhi di tutta l’Italia, dall’altra Sinner potrà giocare più leggero pensando al fatto che comunque vada, dopo New York resterà il numero uno del mondo (i punti che gli sono stati detratti per l’inchiesta doping non cambiano nulla). Accanto a lui, dimezzato il cerchio magico, ci saranno, come negli ultimi tornei, solo Cahill e Simone Vagnozzi. Resta da trovare un nuovo fisioterapista: per ora del suo corpo si occupa l’osteopata Andrea Cipolla. E sembra molto probabile che dopo l’Us Open arriverà Marco Panichi, già preparatore atletico di Djokovic. Ma l’importante, ora, è che Sinner torni a essere felice. 
 
 
 

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