AGI – Gaza non scateni un’altra Lepanto: le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto, rimandano alla più grande battaglia navale dell’età medievale e moderna combattuta il 7 ottobre 1571 al largo dell’odierna città greca di Nafpaktos, vicino allo stretto che separa il Golfo di Corinto da quello di Patrasso.
Una battaglia passata alla Storia come uno scontro epocale tra civiltà, l’Occidente cristiano contro l’Impero Ottomano musulmano, malgrado i due blocchi non fossero affatto monolitici. Quella sfida, peraltro, non fu risolutiva neppure per gli equilibri nel Mediterraneo.
A fronteggiarsi furono la flotta della Lega Santa messa insieme dal pontefice Pio V su sollecitazione di Venezia, guidata dal 26enne Don Giovanni d’Austria, e le forze ottomane agli ordini di Mehmet Ali Pascià.
La battaglia durò sette ore e coinvolse 400 galere e 150mila uomini. A prevalere fu la Lega Santa, di cui faceva parte anche la Spagna nonostante la rivalità con la Serenissima, e al termine si contarono 30mila morti. Tra questi Mehmet Ali Pascià.
In realtà Lepanto non riuscì a fermare l’espansione ottomana: l’isola di Cipro, ‘casus belli’ della battaglia, restò ai turchi e il vero declino della Sublime Porta sarebbe arrivato solo con il fallimento del secondo assedio di Vienna nel 1683 che portò alla perdita dell’Ungheria e di gran parte della penisola balcanica.