AGI – “Da terra di nessuno a terra di conquista”: con queste parole Roberto Battiston, docente di Fisica sperimentale dell’Università di Trento e presidente dell’Agenzia spaziale italiana (ASI) dal 2014 al 2018, ha sintetizzato le tappe dell’esplorazione dello spazio a livello mondiale. Dallo Sputnik, il primo satellite a essere mandato in orbita, a oggi nella diatriba tra difesa, sfruttamento delle risorse e geopolitica. “Space economy: rischi e opportunità?” – ha esordito Battiston, tratteggiando la parabola crescente degli investimenti nel settore, anche grazie al partenariato con i privati, che è stimata ad un trilione di dollari nel 2040.
“Solo Elon Musk con Starlink ha investito nella produzione di 27 mila satelliti – ha detto – al fine di conquistare un traguardo ambizioso: la telecomunicazione tramite i cellulari grazie all’impiego di sistemi satellitari.” L’ex presidente di ASI ha messo in evidenza anche i potenziali rischi della Space economy legati alla stabilità del sistema di relazioni internazionali: “lo spazio è molto più fragile di mare e terra ed è un luogo privilegiato anche per le sfide a carattere militare. Vedo un potenziale rischio nell’elemento bellico che sta crescendo esponenzialmente nel mondo”.
Battiston ha inoltre posto l’accento sulla carenza dei materiali fossili sulla Terra la cui estrazione è sempre più costosa ed inquinante: “In futuro non si faranno guerre per l’energia solare, che è illimitata, ma per le risorse minerarie. Nello spazio ci sono risorse infinite e per raggiungerle occorre l’impiego non dell’essere umano ma del connubio “robotica e IA”. Occorre una cooperazione virtuosa tra i Paesi più industrializzati per allargare questi potenziali servizi e opportunità a tutta l’umanità.” Infine Battiston ha posto l’attenzione sui ritardi dell’UE – circa gli investimenti nella Space economy –sia nella mancanza di pianificazione a medio-lungo termine, che nella capacità di investimento: “All’Europa mancano 2 zeri rispetto a Usa e Cina. Lo spazio richiede capitale intensivo e per stimolare l’economia occorre l’intervento dei privati, seguendo il modello degli Stati Uniti”.
Al panel, ha partecipato anche Paola Severino, Paola Severino, docente di Diritto penale e presidente della School of Law (Università Luiss Guido Carli) e membro del Comitato tecnico scientifico dell’Agenzia per la cyber sicurezza nazionale che ha dichiarato che dal punto di vista giuridico è richiesto un costante aggiornamento in questo settore. “Nessuno Stato può essere proprietario di qualcosa che sta nello spazio; uso pacifico dello spazio; protezione di coloro che vengono spediti nello spazio; tutela dell’ambiente; il principio di responsabilità e di registrazione dei satelliti” ha affermato la giurista.
Severino ha inoltre parlato dei rischi di questa sfida economica individuabili nella competitività non corretta, nell’impiego di satelliti-spia (salvo se utilizzati a scopi di difesa) ed ha aggiunto: “Lo sfruttamento delle materie prime su Marte e Giove, i più ricchi di materie rare, avrà un valore stimato in 700 miliardi di miliardi di dollari. Serve cybersicurezza e serve legiferare in materia: i trattati sono baluardo potente nel mondo per escludere i conflitti”.
La Severino ha messo in luce pericoli e potenzialità dell’impiego dell’IA: “le potenzialità si vedono nell’impiego della IA nella prevenzione delle collisioni satellitari o nella rimozione dei rifiuti e nel loro trasporto sulla Terra. La IA ci potrà sostituire anche per riparazioni al fine di evitare rischi per l’uomo. I pericoli stanno nell’uso della IA a fini bellici. In questo l’Europa ha fatto da apripista legiferando in materia con l’IA Act.” Infine la Severino ha posto il problema di governance e della perdita di competitività in Europa. “L’Italia è il più grande costruttore di componentistica dei missili per la conquista dello spazio, ma serve programmazione e cooperazione tra gli Stati membri dell’UE, altrimenti saremo superati dalle altre potenze mondiali”. (AGI) sdb