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Lecce, sacerdote indagato per pedofilia. In rete la telefonata con la vittima che lo incastra: “Era affetto, ora dammi l’Iban…”

Mar 1, 2019

“Abusi? Era affetto. Comunque mandami il tuo Iban, così se ti serve qualcosa”. E’ il contenuto di una telefonata registrata tra una presunta vittima di abusi sessuali e il sacerdote salentino 70enne che avrebbe approfittato di lui quando aveva 9 anni. Rete L’Abuso – associazione nata per sostenere le battaglie delle vittime di pedofilia nella Chiesa – ha pubblica sul suo sito l’audio integrale della conversazione in cui prete ammette gli abusi e propone di regalare denaro all’uomo che oggi ha 40 anni e dopo molti anni ha trovato il coraggio di denunciare. La notizia a pochi giorni da summit sulla pedofilia voluto in Vaticano da papa Francesco.

Abusi che si sarebbero protratti per sette anni, fino a quando la vittima decise di andare all’estero per farsi una nuova vita. Alle domande incalzanti dell’uomo che chiedeva il perché di quelle attenzioni morbose, il prete risponde: “Era natura, era un atto di affetto”. Alla fine il sacerdote nell’audio chiama in causa anche il vescovo, invitando il giovane a contattarlo. La telefonata risalirebbe al 2016 quando il 40enne stava per sposarsi e il sacerdote lo contattò per farli un regalo.

Sulla vicenda la Procura di Lecce aveva già aperto un’inchiesta – come riporta il Nuovo Quotidiano di Lecce – e l’audio arricchirà il fascicolo apeero dalla pm Stefania Mininni che indaga sul sacerdote per abusi sessuali sui minori.

La Curia aveva già adottato un provvedimento di ‘sospensione a divinis’ del sacerdote, ancor prima di conoscere l’esito dell’inchiesta pensale e dell’istruttoria aperta dal Vaticano. Per questo motivo la reazione del vescovo alla diffusione dell’audio è stata immediata.

“A seguito della diffusione in rete di un file audio che svela i contenuti di una telefonata intercorsa tra un sacerdote della diocesi di Lecce e una persona che – stando al dialogo – risiederebbe in Germania, e soprattutto a seguito della fuorviante interpretazione offerta nei testi di lancio dal sito web che ha ritenuto di pubblicare la registrazione, si rende noto che l’arcivescovo Michele Seccia, informato del caso all’indomani del suo insediamento a Lecce, avvenuto nel dicembre 2017, ha immediatamente adottato nei confronti del sacerdote in questione tutti i provvedimenti cautelativi consentiti dalla normativa ecclesiastica vigente”.

“Insinuare il sospetto che l’arcivescovo, venuto a conoscenza delle circostanze riferite nella telefonata, abbia anche solo tentato di coprire eventuali abusi, costituisce una grave distorsione della realtà. A seguito dei recenti sviluppi, infatti – prosegue la nota – monsignor Seccia ha provveduto a rendere ancor più rigide e perentorie le misure già adottate nei confronti del sacerdote. Pertanto egli, nel prendere ancora una volta le distanze da quanto dichiarato da quest’ultimo nel corso del colloquio telefonico captato, si riserva di adire le vie legali contro chi ha osato (o oserà) mettere in dubbio la sua correttezza, sostenuta da iniziative concrete e documentate, e contro chi ha tentato (o tenterà) di offendere il suo nome e quello dell’Istituzione che rappresenta”.

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