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Le trimestrali spingono i mercati. Ottimismo con Trump, Dow Jones record sopra quota 20mila

Gen 25, 2017

MILANO – Ore 10:30. I nuovi record di Wall Street riportano una ventata rialzista sui mercati azionari, mentre la presidenza Trump negli Usa muove le prime pedine in nome del protezionismo e delle barriere (sia commerciali che fisiche) verso i Paesi vicini. A spingere le quotazioni, segnala Bloomberg, arrivano i dati positivi contenuti nei conti economici trimestrali che vengono pubblicati in questi giorni. Anche la domanda globale, dal fronte macroeconomico, sta dando un supporto agli acquisti come dimostrato oggi dai dati sulle esportazioni giapponesi.

A Piazza Affari continua a tenere banco l’aggregazione tra Intesa Sanpaolo e le Generali: un progetto confermato nella serata di ieri dalla banca dell’asse Torino-Milano, che ha allo studio operazioni strategiche per “possibili combinazioni industriali”. Intenzioni che saranno oggi al vaglio del cda del Leone e anche della Consob, che ha convocato i vertici dei due gruppi (insieme a quelli di Mediobanca) per vederci chiaro sulla vicenda. Milano sale dello 0,5%, si rafforzano le altre: Francoforte aggiunge l’1,25%, Parigi l’1% e Londra lo 0,7%.

Lo spread tra Btp e Bund è grosso modo stabile a quota 162 punti base, con un rendimento dei decennali tedeschi allo 0,42%, mentre quello degli omologhi nostrani e al 2,04%. Euro stabile sul dollaro all’apertura dei mercati in Europa: scambia a 1,073 dollari (aveva chiuso a 1,0734 ieri sera a Wall Street). Nei confronti della valuta giapponese, l’euro è a 121,9 yen. Dall’agenda macro, l’Italia incassa il buon andamento di fatturato e ordinativi dell’industria, in attesa del commercio extra Ue, mentre in Francia cala il clima di fiducia delle imprese a gennaio: l’indice segna 104 punti dai 105 segnalati a dicembre. Cala in Germania l’indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche, a gennaio al livello più basso dallo scorso settembre: 109,8 punti da 111 di dicembre e contro attese stabili.

In mattinata, in Asia gli indici si sono riallineati al rialzo generalizzato dei listini. La Borsa di Toyo ha segnato un balzo dell’1,43% a 19.057,5 punti: la netta ripresa è staa incoraggiata dai positivi dati commerciali: il Giappone è tornato a un avanzo commerciale dopo cinque anni di deficit anche se export ed import sono risultati in calo su base annuale. Le esportazioni, comunque, sono tornate a crescere in valore per la prima volta da 15 mesi, a dicembre. In rialzo, in particolare, i titoli dei settori acciaio e costruzioni, su cui l’interesse degli investitori è ravvisato dai piani di sviluppo infrastrutturale della nuova amministrazione usa. E’ balzato al limite massimo giornaliero il titolo di takata (reduce da un -59% nelle ultime sette sessioni), dopo che la società ha negato di dover esser costretta a chiedere l’amministrazione controllata. Anche le Borse cinesi hanno girato in rialzo sul finale: l’indice Composite di Shanghai è salito dello 0,22%, a 3.149,55 punti, mentre quello di Shenzhen ha segnato +0,40%, a quota 1.904,04. Lo yuan si è indebolito sul dollaro dopo che la Banca centrale cinese ha fissato la parità centrale a 6,8596, in rialzo di 265 punti base.

Come accennato, ieri sera a Wall Street il Nasdaq e lo S&P500 hanno segnato nuovi massimi: il primo ha guadagnato lo 0,86%, il secondo lo 0,66% e il Dow Jones lo 0,57%. Boom per Fca dopo l’incontro con Trump, che ha chiuso le porte alle tematiche ambientaliste. Il prezzo del petrolio è in calo sui mercati asiatici sulla scia delle stime dell’American Petroleum Institute (API) di un rialzo settimanale delle riserve Usa. Sul circuito elettronico i future sul Light crude Wti frenano di 13 cent a 53,05 dollari e quelli sul Brent scendono di 9 cent a 55,35 dollari. Oro in calo per il secondo giorno consecutivo dopo che a New York l’indice generale S&P di Borsa ha segnato un nuovo record, indicando un appetito per il rischio da parte degli investitori. Il metallo prezioso con consegna immediata perde lo 0,3% a 1.204,95 dollari l’oncia.

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