La Russia è tristemente protagonista di una sanguinosa guerra iniziata il 24 febbraio scorso contro l’Ucraina e che ancora sembra non vedere una fine, nonostante le gravissime ripercussioni che sta avendo ovviamente nei confronti dei civili – sempre vittime– nell’economia, e non solo.
A questo proposito parliamo anche di un settore auto completamente sconvolto, con vetture che da tempo vengono prodotte senza airbag e i principali sistemi di sicurezza attiva, per limitarne i costi. E non è tutto, a quanto pare infatti lo scorso mese di maggio sono state prodotte in tutto 3.700 vetture nel Paese, esattamente il 97% in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Un risultato pessimo, riferito direttamente dall’agenzia nazionale russa di statistiche Rosstat. La notizia, come ha sottolineato l’ANSA, è stata ripresa dal Moscow Times, che sostiene ci siano – al momento – solo due fabbriche auto attive su 20. Le Case automobilistiche hanno infatti stoppato la produzione e le vendite dopo l’invasione dell’Ucraina.
Il calo della produzione di auto in Russia
Il Moscow Times parla di 268.000 auto realizzate in Russia tra gennaio e maggio, nei primi cinque mesi dell’anno. Sono meno della metà di quelle realizzate nello stesso periodo del 2021. L’industria automobilistica russa dà lavoro a ben 300.000 persone e ci sono altri 3 milioni di lavoratori impiegati nei settori legati a quello dell’automotive, per questo anche la situazione occupazionale del Paese è molto grave al momento.
Uno dei settori dell’economia più importante per la Russia (e il mondo intero) si sta pian piano avvicinando a una vera e propria paralisi. Se pensiamo a Lada, il brand più importante, l’auto di maggiore successo della Casa ha visto un crollo delle vendite pari all’84% e un aumento dei prezzi di listino invece pari al 30%. Ma non è tutto, l’intero settore industriale sta vivendo un momento di blocco totale, con il 40% dei camion prodotti in meno, e anche locomotive ed elettrodomestici come lavatrici e frigoriferi in calo del 60%.
Il destino dell’economia russa
Nessun segnale di “panico finanziario” al momento per quanto riguarda l’economia russa, il rublo ha addirittura acquisito valore anziché svalutarsi. È chiaro che però i problemi siano sempre più evidenti e per sopravvivere la Russia dovrà riuscire a sostituire tutto quello che importava dai Paesi occidentali.
Putin non si lascia mai intimorire da alcuna provocazione, taglia corto quando si parla di “arretratezza” e di come sostituire i prodotti che la Russia ha sempre comprato in Europa; e continua a parlare di quelli che secondo lui sono i valori più forti del Paese, quindi l’identità russa e la sua storia.
Peccato che gli economisti non siano molto d’accordo con le sue certezze, anzi. Addirittura alcuni membri autorevoli del suo partito sono davvero titubanti e hanno realmente paura che il programma che mira a rimpiazzare tutti i prodotti importati sia un vero e proprio fallimento.
Le sanzioni, secondo alcuni esperti, porteranno alla paralisi dell’economia della Russia, perché andare a sostituire tutti i prodotti che il Paese ha sempre importato da occidente al momento è impossibile. Per non parlare delle medicine, bene di prima necessità per la popolazione, che lo scorso anno è stato importato dall’estero per il 67% del totale. Per non parlare del fatto che anche i medicinali prodotti in loco sono realizzati grazie a macchine e componenti acquistati in Europa. Staremo quindi a vedere che cosa succederà.