• 2 Aprile 2025 5:46

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Le prossime mosse di Trump nella guerra dei dazi

Mar 30, 2025

AGI – Tra mercoledì e giovedì Donald Trump ridisegnerà la mappa del commercio mondiale, rafforzando quella ormai tutti chiamano la “guerra dei dazi“. Mercoledì 2 aprile, come ha preannunciato da più di un mese, Trump introdurrà i cosiddetti dazi reciproci nei confronti di qualsiasi partner commerciale che applica tariffe o impone altre barriere commerciali sui prodotti statunitensi.

Tuttavia, si prevede che l’effettiva attuazione di queste imposte richiederà più tempo: sei mesi o più dalla data dell’annuncio di marzo. Inoltre Trump lunedì scorso ha affermato che potrebbe ammorbidire questi dazi ed esentare alcune nazioni.  “Potrei dare tregua a molti paesi”, ha detto, mentre si vocifera che i Paesi direttamente colpiti dai dazi reciproci potrebbero essere circa 15, tra i quali stavolta è praticamente certo che ci sarà l’Europa.

Il settore automotive

Il giorno dopo, giovedì 3 aprile, come preannunciato mercoledì scorso, entreranno in vigore i dazi del 25% sulle importazioni globali di automobili negli Stati Uniti. I dazi riguarderanno sia le auto finite, sia le componenti per gli autoveicoli, mentre le parti conformi all’Usmca rimarranno esenti dai dazi finché il Dipartimento del Commercio “non stabilira’ un processo per applicare tariffe al loro contenuto non statunitense”.

Secondo i dati di S&P Global Mobility, quasi la metà dei nuovi veicoli venduti negli Stati Uniti viene importata, una cifra che equivale a circa sette milioni di automobili, per il 50% provenienti da Canada e Messico e poi soprattutto da Giappone, Sud Corea ed Europa. La maggior parte delle case automobilistiche mantiene scorte solitamente sufficienti per durare circa due o tre mesi.

“Esamineremo l’inventario sul campo e probabilmente passeranno circa due mesi prima che i concessionari inizino ad avere un inventario tariffato”, ha reso noto un analista del settore automobilistico di S&P Global Mobility. In media, nel giro di qualche mese i prezzi dei veicoli potrebbero aumentare dell’11-12% per compensare le tariffe doganali, hanno scritto gli analisti di Morgan Stanley in una nota.

La risposta dei Paesi colpiti

I dazi reciproci e quelli sulle auto andranno ad aggiungersi a quelli già introdotti, che non sono pochi, tra cui vale la pena di ricordare i dazi del 25% che gli Usa gia’ applicano su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, ai quali L’Ue ha risposto imponendo tariffe del 50% su whisky americano, motociclette e motoscafi a partire dal primo aprile, e da metà aprile ulteriori dazi su gomme da masticare, pollame, semi di soia e altri beni. E a cui il Canada ha reagito imponendo tariffe su altri 20,6 miliardi di dollari di beni importati dagli Stati Uniti. Inoltre lo scorso 3 marzo Trump ha aumentato del 20% i dazi sui prodotti cinesi diretti negli Usa, provocando ritorsioni da parte di Pechino.

In ogni modo con le tariffe che arriveranno o entreranno in vigore tra mercoledì e giovedì sapremo meglio quale sarà l’impatto della guerra dei dazi. “L’arrivo di questi dati – commenta Vincenzo Bova, strategist di Mps – preoccupa per l’impatto che potrà avere sull’economia. C’e’ un rischio di stagflazione, perché i dazi in parte si scaricheranno sui prezzi finali e scoraggeranno i consumi. E la stagflazione rappresenta un pericolo per le banche centrali che dovranno far fronte a un doppio allarme: inflazione elevata e crescita debole”.

E Trump?

I mercati e gli economisti s’interrogano sulle sue mosse ma sono anche convinti che a questo punto andrà avanti sui dazi. Non si fermerà, anche se è difficile dire cosa farà. Secondo molti analisti la prossima settimana Trump potrebbe avviare una fase dura, sperando di aprire una fase negoziale, che potrebbe durare diversi mesi, in cui punterà a far migliorare la situazione economica per ottenere dei risultati concreti entro la fine del suo mandato. Difficile dire se ci riuscirà o meno, ma da questa scommessa dipenderà il suo futuro e cioè se ne uscirà vincente o meno.  

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