In occasione della sua audizione in Parlamento, il Presidente di Stellantis, John Elkann, ha sottolineato con forza il ruolo centrale che l’Italia ricopre per l’azienda. Il presidente del Gruppo automobilistico ha evidenziato come il legame tra “l’Italia per Fiat e Fiat per l’Italia“ abbia rappresentato e continui a significare industria, lavoro, sviluppo, innovazione, ma anche solidarietà, cultura, responsabilità e progresso sociale. Elkann ha rimarcato la rarità di aziende fondate all’inizio del Novecento ancora in attività, sottolineando come la volontà di progresso e il coraggio di guardare al futuro siano elementi sempre presenti in Stellantis. Ha inoltre comunicato che, a seguito delle dimissioni di Carlos Tavares, la sua successione come responsabile della gestione operativa sta procedendo secondo i tempi previsti e il nuovo CEO sarà annunciato entro la prima metà dell’anno.
Dalle difficoltà alla crescita
Ripercorrendo la storia recente, Elkann ha ricordato il difficile periodo del 2003, con una Fiat Auto che, nonostante un fatturato di 20 miliardi di euro, perdeva 2 miliardi e vendeva 1 milione e 700 mila veicoli, di cui quasi la metà in Italia, rimanendo fuori dalla top ten dei costruttori mondiali. Molti consideravano Fiat un’azienda spacciata o da nazionalizzare.
Tuttavia, la famiglia Elkann si assunse la responsabilità di difendere il patrimonio industriale, investendo nuove risorse e gettando le basi per il rilancio, grazie anche al contributo di Sergio Marchionne. Oggi, Stellantis è il quarto costruttore al mondo, redditizio e con un fatturato di 157 miliardi di euro, vendendo 5 milioni e mezzo di veicoli con meno della metà in Europa. Elkann ha espresso gratitudine all’Italia e agli italiani per questo straordinario percorso di sviluppo.
L’opportunità di crescere insieme all’Italia
L’impatto economico di Stellantis in Italia negli ultimi venti anni è significativo. L’azienda ha versato direttamente 14 miliardi di euro di imposte all’erario, cifra che sale a 32,2 miliardi considerando IVA e imposte versate per conto dei dipendenti. La spesa per investimenti e ricerca e sviluppo in Italia è stata di 53 miliardi di euro, a fronte di contributi pubblici pari a 1 miliardo, evidenziando un rapporto tra dare e avere di 50:1. Un dato importante è che Stellantis nel 2024 è stato il Gruppo che ha depositato più brevetti industriali in Italia, rappresentando un passo avanti nell’innovazione tecnologica del Paese. Elkann ha auspicato che il bilancio dare/avere tra il Paese e l’azienda non sia più un tema divisivo, ma un’opportunità per continuare un percorso virtuoso che dura da 125 anni.
Secondo Elkann, per ogni euro di valore creato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto dell’economia italiana. Negli ultimi venti anni, Stellantis ha prodotto in Italia 16,7 milioni di autovetture e veicoli commerciali per quasi 700 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 417 miliardi considerando anche l’indotto e i consumi delle famiglie, portando il complessivo della produzione a 1.700 miliardi di euro. Elkann ha ribadito gli impegni presi da Stellantis, sottolineando come gli stabilimenti italiani saranno dotati di tutte le piattaforme multi-energia del gruppo (STLA Small, Medium e Large, quest’ultime due già operative a Melfi e Cassino), con una base dedicata ai veicoli commerciali leggeri ad Atessa, dove viene realizzato il Fiat Ducato.
Ulteriori investimenti nel Belpaese
Per l’anno in corso, Stellantis sta investendo circa 2 miliardi di euro in Italia e acquistando 6 miliardi di euro da fornitori italiani. Dalla sua nascita nel 2021, il Gruppo guidato da John Elkann ha comprato servizi e componenti dalla filiera nostrana per 24 miliardi di euro, cifra che raggiungerà i 30 miliardi entro la fine del 2025. Guardando al futuro, John ha evidenziato come la contrazione del mercato auto in Europa e in Italia negli ultimi 20 anni sia la causa della minore produzione attuale, e come la crescita futura, sempre più orientata all’elettrico, dipenderà dall’espansione del mercato stesso.
Durante l’udienza in Parlamento, John Elkann ha sottolineato l’urgenza di potenziare l’infrastruttura di ricarica, poiché la sua carenza scoraggia l’acquisto di veicoli elettrici. Nonostante i progressi, il ritmo di installazione è ancora troppo lento, con l’Italia che ha meno di un terzo delle colonnine presenti in Olanda. Infine, il nipote del compianto Gianni Agnelli ha auspicato un intervento delle istituzioni europee per rendere la ricarica facile, accessibile, veloce e conveniente.