Economia e finanza, invece, latitano. Nel 2019 c’è da segnalare la scelta di Lucia Morselli a presidente e amministratrice generale di ArcelorMittal Italia, con l’onere di gestire una delle crisi aziendali più complesse in Italia, quella dell’ex-Ilva. Nel settore bancario Michaela Castelli, presidente di Acea e di Sea, è stata scelta per la presidenza di Nexi, la più grande quotazione di Borsa Italiana del 2019, mentre ad Anna Fasano è stata affidata la presidenza di Banca Etica. Francesca Bria, poi, è stata scelta come presidente del Fondo Nazionale Innovazione, per il quale c’è molta attesa.
In politica sicuramente ha fatto notizia la scelta di Luciana Lomargese per il ministero degli Interni. Non tanto perché donna, prima di lei Rosa Russo Iervolino e Annamaria Cancellieri avevano ricoperto l’incarico. Quanto, invece, per il profilo professionale, un ex prefetto, e personale, di poca presenza sulla stampa e sul web. Chi invece, pur con un decastero non così pesante, ha proposto un nuovo modello di donna al potere è la ministra delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo Teresa Bellanova, i cui tweet, in cui ironizzava sui look sfoggiati durante il giuramento al Quirinale e la mise del giorno dopo, hanno guadagnato il secondo posto di più condivisi su Twitter. Restando alla politica, poi, c’è stata la nomina della senatrice Pd, Valeria Valente, alla presidenza della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, un problema che richiede ormai soluzioni strutturali e non di emergenza.
Non ha bisogno di nomine per essere ricordata fra le donne che hanno segnato una svolta nel 2019 la senatrice a vita Liliana Segre. Su sua proposta il senato ha votata la costituzione della Commissione monocamerale di controllo per combattere razzismo, antisemitismo e ogni forma di istigazione all’odio e la senatrice si è dichiarata, a 89 anni, pronta a guidarla. Un esempio che va ben oltre l tempo che stiamo vivendo.
Nuovi banchi di prova, però, aspettano il Paese nel 2020. Il vero punto su cui si concentrerà l’attenzione è certamente quello delle nomine ai vertici delle controllate pubbliche: se si contano solo le quotate di maggiori dimensioni andranno al rinnovo il prossimo anno gli organi societari di Enel, Eni, Leonardo, Terna, Enav e Poste Italiane. Questi sei gruppi valgono da soli per il 30% della capitalizzazione del Ftse/Mib di Borsa italiana. Cinque le donne in questo momento ai vertici di queste imprese: le presidenti Patrizia Grieco (Enel), Emma Marcegaglia (Eni), Catia Bastioli (Terna), Bianca Farina (Poste Italiane) e l’amministratrice delegata di Enav, Roberta Neri. La presenza femminile nei board è garantita dalla legge Golfo-Mosca, come abbiamo detto all’inizio, ma le posizioni apicali no. L’augurio, per il prossimo anno, quindi, è quello che manager e professioniste possano essere candidate a guidare grandi gruppi strategici per il Paese. Per merito e non per quote.