Sulla vita, il privato e il lavoro di Rocco Siffredi si è detto e scritto di tutto, anche dallo stesso ex attore dei film a luci rosse. Tra documentari e biografie, in particolare quella scritta di proprio pugno “Io, rocco. L’autobiografia di Rocco Siffredi”, si è raccontato spesso di lui. Mancava, però, ancora una serie TV, che ne seguisse il percorso, dal passato difficile al presente soddisfacente.
Il primo amore
Questo fino a Supersex, la nuova produzione Netflix rilasciata soltanto da pochi giorni nel catalogo della piattaforma streaming, dove i panni del protagonista (i suoi, ovviamente) li indossa Alessandro Borghi. Nel corso delle sei puntate si vede l’attore romano impugnare molto spesso una Yamaha Ténéré 600 (anche se in livrea differente), un’amica per Rocco, fidata compagna di avventure, compreso il lungo viaggio percorso negli anni Ottanta da Ortona, paesello in Abruzzo, dov’è cresciuto insieme alla famiglia d’origine, a Parigi, per raggiungere il cugino e muovere i primi passi sul set.
Fu, guarda caso, una XT 600 a introdurre il curioso nome Ténéré, proveniente dalla lingua Tuareg e che sta per “deserto”. Dedicata alle grandi traversate, aveva freni rivisti e un boost di potenza al monocilindrico da 40 a 45 CV, mediante l’adozione del raffreddamento misto aria/olio. Il capitolo seguente a un modello capace di imprimere un segno indelebile nella storia del motocross, la XT500, portata dal francese Cyril Neveu al successo nella prima edizione del rally raid per antonomasia, la Parigi-Dakar, nel 1985, apripista della leggendaria 700.
I dati di vendita della Ténére furono talmente soddisfacenti da convincere l’azienda ad adottarlo come nome proprio della due ruote. Dal peso di soli 175 kg, celava un motore da 44 CV a 6.500 giri/min e una coppia di 5 kgm a 5.500 giri/min, per una velocità massima di 160 km/h. Fu la seconda posseduta da Rocco Siffredi – oggi di animo crossista – dopo una Cagiva 125, avuta a 16 anni.
Una brutta caduta in sella alla Ténére lo portò a rompersi entrambe le braccia, ha raccontato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Malgrado l’infelice episodio ebbe il coraggio di riprendere la passione, espressa anche in qualche suo lungometraggio. Nel teaser di Supersex pubblicato da Netflix il 15 gennaio appare, ad esempio, pure una Honda XR 500 R, cavalcata da Borghi, rigorosamente nudo, insieme ad altre tre Honda XL 500 L, ciascuna di diverse annate e guidate sempre da uomini senza veli. E una XL 500 L venne utilizzata da Rocco nelle riprese di “Moana la scandalosa”, film del 1988 diretto da Riccardo Schicchi con Moana Pozzi.
Le altre belve da strada
Nel corso del tempo Rocco Siffredi ha avuto il piacere e la fortuna di testare diversi bolidi, compresa la prestante Ducati Panigale V4, una belva da 211 CV, forse la più potente da egli mai testata in una sessione privata, in un circuito regolarmente chiuso al pubblico, nel 2020. Nella sua villa a Roma ha diverse meraviglie in esposizione, compresa l’indimenticata e indimenticabile MV Agusta. Ma un pezzo di cuore lo ha lasciato alla Ténéré: in garage – ha confidato a Motociclismo Fuoristrada – dispone di una 700 dello stesso colore della 600 dell’epoca, giallo e celeste.