AGI – Nei tre anni vissuti all’ombra di Urbano Cairo pensava di aver visto di tutto. E invece Ivan Juric, da quando è stato chiamato sulla panchina della Roma, sta facendo i conti con un ambiente infernale a livello di tifoseria che non ha per niente digerito l’esonero di Daniele De Rossi. E giovedì sera, all’Olimpico è di scena quel Torino che potrebbe sancire la fine dell’avventura capitolina per il tecnico croato che non ha raccolto risultati ritenuti finora soddisfacenti da tutto l’ambiente giallorosso.
“Se i giocatori non sono convinti me ne vado, ma non sembra essere così”, avverte Juric nella conferenza stampa alla vigilia del match contro i granata. Dopo la debacle di Firenze e le forti tensioni dentro e fuori dallo spogliatoio con alcuni giocatori, soprattutto con i cosiddetti ‘senatori’, i più anziani e leader del gruppo, il tecnico si dice sicuro che tutto sia passato e che la squadra sia con lui. “Sono stati giorni di litigi, anche pesanti, però meglio che ci sia successo adesso che è ancora presto – dichiara il croato – penso che in questi due giorni, anche attraverso i litigi e le conversazioni, abbiamo indirizzato la barca, almeno a livello di pensiero, verso quello che bisogna fare. Penso che ci siamo detti la verità, magari all’inizio in modo violento e poi più ragionevolmente. La squadra deve essere concentrata”.
“Come carattere preferisco lo scontro per essere a posto con la coscienza, piuttosto che parlare alle spalle – aggiunge Juric -, cercherò di mettere sul campo la migliore squadra possibile per vincere la partita. Per me la questione è chiusa, ho visto i ragazzi convinti. E’ un momento importante per tutti quanti”.
Anche in questo momento di crisi profonda la società ha brillato per la sua assenza con i Friedkin che sono rimasti in America. Ma Juric assicura che non è cosi’. “I contatti con la proprietà ci sono, abbiamo parlato e anche nella maniera giusta di tutto – spiega il tecnico – io devo allenare, il dottore deve curare, i giocatori devono giocare. Come ho detto sin dal primo giorno, non vedo mancanze, anzi preferisco lavorare così, con la società che ti responsabilizza, tutto il resto è distrazione. Dopo una sconfitta così si chiarisce bene tutto”, aggiunge l’allenatore giallorosso.
Juric torna poi alla sconfitta per 5-1 di domenica scorsa. “C’è stato un crollo emotivo contro la Fiorentina. Penso che, dopo 40 giorni di buon lavoro, dove ci sono state cose buone, mi aspettavo un passo in avanti – ammette -, invece c’è stato un crollo che però può essere una svolta positiva. Quando succede, meglio perdere così che 1-0 e magari lasciare nascoste cose che non vanno”, conclude.
AGI – Nei tre anni vissuti all’ombra di Urbano Cairo pensava di aver visto di tutto. E invece Ivan Juric, da quando è stato chiamato sulla panchina della Roma, sta facendo i conti con un ambiente infernale a livello di tifoseria che non ha per niente digerito l’esonero di Daniele De Rossi. E giovedì sera, all’Olimpico è di scena quel Torino che potrebbe sancire la fine dell’avventura capitolina per il tecnico croato che non ha raccolto risultati ritenuti finora soddisfacenti da tutto l’ambiente giallorosso.
“Se i giocatori non sono convinti me ne vado, ma non sembra essere così”, avverte Juric nella conferenza stampa alla vigilia del match contro i granata. Dopo la debacle di Firenze e le forti tensioni dentro e fuori dallo spogliatoio con alcuni giocatori, soprattutto con i cosiddetti ‘senatori’, i più anziani e leader del gruppo, il tecnico si dice sicuro che tutto sia passato e che la squadra sia con lui. “Sono stati giorni di litigi, anche pesanti, però meglio che ci sia successo adesso che è ancora presto – dichiara il croato – penso che in questi due giorni, anche attraverso i litigi e le conversazioni, abbiamo indirizzato la barca, almeno a livello di pensiero, verso quello che bisogna fare. Penso che ci siamo detti la verità, magari all’inizio in modo violento e poi più ragionevolmente. La squadra deve essere concentrata”.
“Come carattere preferisco lo scontro per essere a posto con la coscienza, piuttosto che parlare alle spalle – aggiunge Juric -, cercherò di mettere sul campo la migliore squadra possibile per vincere la partita. Per me la questione è chiusa, ho visto i ragazzi convinti. E’ un momento importante per tutti quanti”.
Anche in questo momento di crisi profonda la società ha brillato per la sua assenza con i Friedkin che sono rimasti in America. Ma Juric assicura che non è cosi’. “I contatti con la proprietà ci sono, abbiamo parlato e anche nella maniera giusta di tutto – spiega il tecnico – io devo allenare, il dottore deve curare, i giocatori devono giocare. Come ho detto sin dal primo giorno, non vedo mancanze, anzi preferisco lavorare così, con la società che ti responsabilizza, tutto il resto è distrazione. Dopo una sconfitta così si chiarisce bene tutto”, aggiunge l’allenatore giallorosso.
Juric torna poi alla sconfitta per 5-1 di domenica scorsa. “C’è stato un crollo emotivo contro la Fiorentina. Penso che, dopo 40 giorni di buon lavoro, dove ci sono state cose buone, mi aspettavo un passo in avanti – ammette -, invece c’è stato un crollo che però può essere una svolta positiva. Quando succede, meglio perdere così che 1-0 e magari lasciare nascoste cose che non vanno”, conclude.