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Le edicole sono sparite dal 25% dei Comuni italiani

Mar 17, 2023

AGI – L’emorragia delle edicole rallenta, -3,5% lo scorso anno contro il meno 6,3% dell’anno precedente, grazie a misure di sostegno venute dal governo, ma il settore sconta ancora un gap forte, tanto che nel 25% dei Comuni italiani neppure una è in attività, aperta al pubblico. Un grave danno sociale che mette in discussione il ruolo di canale di informazione che esse svolgono in una comunità.

È il dato subito macroscopico che emerge dalla ricerca condotta dallo Snag, il sindacato nazionale autonomi giornalai aderente alla Confcommercio, in collaborazione con Format Research. In Italia ci sono attualmente 12 mila edicole operative (11.904 per l’esattezza), con una contrazione lo scorso anno di 441 (pari al 3,5%), contro la chiusura di 844 punti vendita (-6,5%) avvenuta invece nel 2021.

Il rischio desertificazione nei centri più piccoli

Emorragia effettivamente rallentata, se si pensa al -13,3% del 2018-2019, con la chiusura di ben 2.027 punti vendita, rallentata grazie anche alle misure di sostegno al settore. Quasi la metà delle edicole svolge ulteriori attività rispetto alla classica vendita di quotidiani e periodici che resta comunque prevalente. Snag chiede che quelle misure di sostegno siano confermate e incrementate.

Infatti, è forte il rischio ‘desertificazione’ in molti Comuni, soprattutto laddove è più fragile, esigua o addirittura inesistente la presenza di punti vendita, visto che non solo il 25% dei Comuni italiani non ha un’edicola, ma il 30% (circa 2.500 Comuni) ha appena una rivendita.

La ricerca dice inoltre che più ‘di un italiano su tre va in edicola ogni settimana con una spesa media di quasi 10 euro; di questi, la maggior parte ha un punto vendita di fiducia (per l’81,8%) e facile da raggiungere (per l’89,3%), oltre la metà preferisce le edicole chiosco.

 

Gli aiuti statali e le strategie per il futuro

Per il presidente di Snag Confcommercio, Andrea Innocenti, c’è da augurarsi che esecutivo e Parlamento confermino e rafforzino anche per il 2023 gli strumenti di sostegno al settore “che sono fondamentali per tutta la filiera della stampa ma soprattutto per garantire l’accesso alla carta stampata di tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale”. 

La sfida per il futuro è “raggiungere la sostenibilita’ economica dei punti vendita attraverso l’effetto sinergico di forme di sostegno pubblico, sviluppo tecnologico e diversificazione dei prodotti e servizi in edicola”. Bisogna poi sostenere la nascita di nuove imprese e agevolare il turn over generazionale.

Inoltre, dalla indagine emerge che i lettori vedono nelle edicole un presidio culturale essenziale per la diffusione dell’informazione e una componente importante del tessuto urbano. Le edicole “non sono, infatti, una semplice rete commerciale ma sono una rete culturale e un pezzo di tessuto urbano che va protetto e valorizzato”.

Cosa emerge dalla ricerca

Nel dettaglio vediamo che è Roma la città italiana che lo scorso anno ha registrato il maggior numero di edicole che hanno cessato l’attività: ben 54. Numero che sale a 77 se si considera l’intera provincia, anche in questo caso la più penalizzata sul territorio nazionale.

A seguire, Milano (34, che diventano 61 nella provincia), quindi Napoli ugualmente con 34 e Firenze con 28.Nelle grandi città, inoltre, la maggioranza delle chiusure riguarda le edicole chiosco. La ricerca ci dice inoltre che il 40% delle edicole sono imprese femminili. 

Il presidente di Snag  ha ricordato anche l’importanza di sostenere l’apertura di nuove edicole. Nel 2022 sono nate (o subentrate) quasi 500 nuove edicole, e più di un quarto hanno come titolare un under 40: numeri che rappresentano “la linfa per la rete del futuro e meritano di essere sostenute con adeguate forme di sostegno al turnover generazionale“.

Per Innocenti “dobbiamo smettere di pensare alle edicole come un residuo del passato, come una sorta di ‘cabina telefonica’ nell’epoca dei cellulari. Possiamo avere un futuro e i dati che oggi presentiamo ce lo confermano”. Ci sono poi altri servizi come le consegne a domicilio, la domiciliazione degli abbonamenti direttamente in edicola o l’attivazione di punti vendita addizionali, “tutti servizi che devono essere implementati anche con l’aiuto degli editori, che devono ricompensare adeguatamente tali attività”.

Altri dati. Per la quasi totalità dei clienti (96,2%) le edicole rappresentano decisamente un presidio sociale e informativo; l’83% degli italiani ritiene importante l’informazione in edicola, e per due clienti su tre la perdita del punto vendita di fiducia determinerebbe un minore accesso all’informazione.

La maggiore praticità (per il 56,9%) e la maggiore possibilità di scelta (per il 21,9%) sono i motivi principali per l’acquisto dei giornali in edicola. Quanto agli articoli più acquistati, sono i quotidiani (per il 69,4%), le riviste di giochi (44,2%), i periodici specializzati (37,8%) e i biglietti per i mezzi di trasporto (34,7%), insieme al servizio per fotocopie (48,8%), biglietti per trasporti locali (44%) e ricariche telefoniche (43,7%).

La ricerca Snag dice inoltre che oltre l’80% dei clienti è interessato a servizi aggiuntivi come pagamenti di utenze o punti di ritiro pacchi. La rete delle edicole è percepita come essenziale da una grande fetta della popolazione italiana. Quattro italiani su dieci si recano ancora in edicola. Di questi quattro, due vanno in edicola due o piu’ volte a settimana ed hanno una loro ‘edicola di fiducia’. Oltre l’80% di questi lettori si rivolge a edicole esclusive e dichiara di raggiungere agevolmente il punto vendita.

“Ma la cosa più importante – ha aggiunto Innocenti – è che questi lettori vedono nelle edicole un presidio culturale essenziale per la diffusione dell’informazione e una componente importante del tessuto urbano”. Di qui l’esigenza che la rete delle edicole “vada protetta e valorizzata: per il suo valore in termini di garanzia del diritto di informare e per il suo valore come punto di riferimento per la cittadinanza”.

Inoltre, in una società dove i mezzi di informazione sono tanti e dove si diffondono fake news, “conforta che la maggioranza dei lettori attribuisce un valore elevato all’informazione veicolata a mezzo stampa”.

Ma come immaginare un futuro sostenibile per le edicole?

Secondo SNAG il futuro della rete di vendita si basa su 4 pilastri. Il primo è quello di “concepire le edicole come un presidio culturale a tutela del diritto dell’informazione, che necessita pertanto di adeguate forme di sostegno pubblico. Abbiamo capito da queste indagini che il valore di un’edicola non è dato dal suo fatturato ma dal livello di accesso all’informazione pluralista che garantisce”.

Quel 30% dei Comuni italiani che ha un solo punto vendita, pur registrando magari un fatturato modesto sono realtà che hanno un valore informativo e culturale enorme perché dalla loro esistenza dipende la possibilità per i cittadini di quel territorio di accedere alla stampa”.

Il secondo pilastro è che le edicole “devono investire in tecnologia e diventare più moderne. In questo quadro, il bonus edicola 2022 rappresenta un valido modello da seguire per accompagnare il processo di digitalizzazione”. 

Terzo: “bisogna sviluppare altri servizi in edicola per aumentare il ‘traffico’ di clienti. Lo chiedono i cittadini. I certificati in edicola, e piu’ in generale quanto previsto dal Protocollo con Anci e Fieg, sono un’opportunità da coltivare”.

Il quarto pilastro è “puntare su giovani e donne” e i dati sono appunto incoraggianti. “Bisogna avvicinare i giovani alla lettura della stampa e assicurare un ricambio generazionale di lettori. Come SNAG – ha detto ancora Innocenti – abbiamo sperimentato un progetto per portare i ragazzi in edicola insieme alle scuole e far conoscere le opportunita’ informative e formative della lettura dei giornali cartacei”.

L’edicola dunque “c’è” e costituisce “una garanzia d’informazione. Un presidio del territorio. Un argine alle notizie false. Dobbiamo fare in modo di preservare questo patrimonio”. Per il presidente della Fieg “i lettori sono cambiati, usano molto il cellulare, e poi capita che debbano fare chilometri prima di trovare un’edicola. Noi dobbiamo prendere i lettori, dobbiamo dirgli che ‘ti veniamo a cercare’, dobbiamo potenziare la rete“.

Quindi esigenza di procedere a un rinnovamento dei manufatti, molti sono da rifare, “bisogna ridargli dignità. Digitalizzare l’edicola, renderla più bella. Molte hanno spazi davvero risicati o sono vecchie, e il cliente si allontana”. Fare quindi un rinnovamento, “ma questo non basta. In questi ultimi 10 anni si sono persi lettori, ma il numero delle copie perse non corrisponde alla percentuale di lettori che si e’ allontanata, c’e’ in realta’ una perdita nella fruizione del prodotto”.

Riffeser Monti ha ricordato che il governo dice che la filiera va sostenuta, “quindi non solo la carta stampata e il ricambio generazionale dei giornalisti, ma anche la rete di vendita”. Il potenziamento deve prevedere che gli stessi edicolanti possano avere punti di vendita aggiuntivi, cosi’ da colmare il gap della distanza a volte chilometrica tra un’edicola e l’altra, “la gente vuole la comodità“. Di qui il “noi ti veniamo a cercare, a prendere” che secondo il presidente della Fieg potrebbe essere funzionale a un rilancio del settore.

È intervenuto, con un messaggio, anche il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, sostenendo che le edicole rappresentano il “cardine del pluralismo democratico nel mondo della comunicazione”, oltre che essere fondamentali per le ricadute economiche e sociali, e vanno tutelate.

Mollicone sottolinea che il settore editoriale “vive una crisi strutturale, generata da profonde trasformazioni tecnologiche e di mercato, di cui la transizione digitale e’ l’aspetto più evidente”.

Un capitolo essenziale è quello relativo alla rete di vendita delle edicole, “fondamentale salvaguardia del diritto dei cittadini a un’informazione libera e corretta, nonche’ importante presidio a tutela del pluralismo informativo”. E interventi come il tax credit e il bonus edicole “vanno resi strutturali per sostenere il settore. Governo e Parlamento stanno lavorando per tutelare e difendere l’editoria nazionale”. 

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