MILANO – Ore 10:10. Le Borse europee si muovono in cauto rialzo mentre i Paesi organizzano la ripartenza dell’economia nella speranza che la pandemia non si ripresenti. Venerdì sera Wall Street ha chiuso in positivo, nonostante il dato sulla disoccupazione Usa abbia registrato un balzo storico, mentre i listini asiatici si sono mossi in mattinata in territorio leggermente positivo. Milano dimezza lo scatto iniziale e sale dello 0,6% dopo che l’Istat ha diffuso i dati sulla produzione industriale di marzo, con un tracollo del 28,4 per cento. Francoforte sale dello 0,5%, Parigi dello 0,2% e Londra aggiunge lo 0,85 per cento.
I mercati hanno recuperato dai minimi di marzo, ma ora gli investitori ritengono che il miglioramento del quadro sanitario e l’avvio alla fase 2 dell’economia siano scontati nei prezzi. Insomma, si suggerisce cautela rispetto alla possibilità che ci siano ulteriori rialzi delle Borse. “Ci aspettiamo una fase di ricadute e consolidamenti di qui a giugno”, dice Bob Baur, economista di Principal Global Investor, a Bloomberg.
Le Borse asiatiche hanon annotato con soddisfazione l’annuncio del governo giapponese riguardo possibili, nuove misure di sostegno all’economia (ove necessario) e il fatto che in Cina il mercato automobilistico abbia iniziato a rallentare la sua caduta (-5,5% in aprile dopo il -41,8% di marzo e il -80% di febbraio). A Tokyo, il ministro dell’economia Yasutoshi Nishimura, che coordina anche la gestione governativa del crisi sanitaria, ha dichiarato ieri che il governo giapponese ha in programma di revocare lo stato di emergenza nella maggior parte delle regioni dell’arcipelago prima della data inizialmente prevista per il 31 maggio. Al termine degli scambi l’indice Nikkei dei titoli guida ha chiuso in progresso del’1,1% a 20.390,66 punti e il più ampio indice Topix nel finale viaggia in progresso dell’1,55%.Moody’s venerdì sera ha rinviato il verdetto sul rating italiano per l’aggiornamento del proprio calendario (Dbrs ha solo tagliato l’outlook a negativo). Nell’agenda odirena si segnala un discorso del presidente della Fed di Chicago e la produzione industriale dell’Istat, ma l’attesa italiana è tutta per gli sviluppi sul fronte del dl Rilancio con le relative misure di sostegno a famiglie e imprese per l’uscita dalla crisi.
E’ poco mosso questa mattina l’euro nei confronti del dollaro. La moneta unica vale 1,0837 dollari, in calo quasi impercettibile dello 0,018%. Il cambio è invece in rialzo rispetto allo yen, a 115,86 (+0,5%). Lo spread parte in calo a 231 punti base dopo le reazioni decise della Bce all’attacco della Corte costituzionale tedesca sul programma di Qe: la Banca centrale europea andrà dritto per la sua strada.
Pausa di riflessione per il petrolio, reduce dala prima settimana positivia da febbraio, mentre gli investitori si chiedono se i segnali di allentamento nel crollo della domanda avranno un seguito. Il Wti è reduce da un +25% nell’ottava mentre oggi i future sono deboli (-0,5% a 24,6 dollari, mentre il Brent scende dello 0,7% a 30,7 dollari). Resta comunque un passivo del 60% da inizio anno per il prezzo del barile, con i pozzi attivi negli Usa ai minimi e timidi segnali di recupero dalle scorte cinesi e americane. Una situazione che sta portando l’Arabia Saudita verso un piano di austerità con una serie di misure che prevedono, tra l’altro, di triplicare l’imposta sul valore aggiunto (Iva) e porre fine ai sussidi mensili ai suoi cittadini meno abbienti.
Sono in lieve rialzo questa mattina le quotazioni dell’oro sui mercati internazionali. Il metallo prezioso guadagno lo 0,5% portandosi a 1.705 dollari l’oncia.