• 22 Dicembre 2025 15:44

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Le Dogane battono Ferrari in Cassazione: salvata dalla rottamazione falsa “Dino” degli anni ’50

Dic 19, 2020

Tutto è iniziato al porto di Genova, crocevia abituale di imbarchi e spedizioni a rischio: dal motorino rubato e smontato in pezzi celati in casse che contengono tutt’altro alle top car destinate a essere riciclate in Nord Africa o nell’area del Mediterraneo. Dallo scalo ligure stava per essere spedita anche una Ferrari Dino 196/246 S, modello da corsa prodotto tra il 1958 e il 1960 simile alle mitiche Testarossa ma con motori 6 cilindri a V più piccoli, progettati a quanto pare da Dino Ferrari, figlio di Enzo morto in giovane età.

Gli ispettori doganali si sono accorti di avere davanti un falso, nonostante l’auto sembrasse un capolavoro storico della meccanica italiana. Di qui il sequestro e la confisca. E fin qui tutto normale.

La rottamazione evitata

I problemi sono iniziati alla fine dell’iter amministrativo. Come sempre, si trattava di applicare l’articolo 16 della legge 99/2009, il quale prevede tra l’altro, che «i beni mobili iscritti in pubblici registri, le navi, le imbarcazioni, i natanti e gli aeromobili sequestrati nel corso di operazioni di polizia giudiziaria per la repressione di reati di cui agli articoli 473, 474, 517-ter e 517-quater del Codice penale sono affidati dall’autorità giudiziaria in custodia giudiziale agli organi di polizia che ne facciano richiesta per essere utilizzati in attività di polizia ovvero possono essere affidati ad altri organi dello Stato o ad altri enti pubblici non economici, per finalità di giustizia, di protezione civile o di tutela ambientale».

Così le Dogane avevano chiesto di tenersi quella falsa Dino, per portarla al Museo della Contraffazione e mostrarla come caso-scuola ai propri dipendenti nei corsi di specializzazione. La Ferrari ha argomentato che persino questo potesse essere lesivo del marchio, per cui si sarebbe dovuta disporre la rottamazione prevista dall’articolo 83 del Dlgs 271/1989 quando il bene contraffatto e confiscato non viene richiesto da alcun organo.

Di qui in contenzioso portato avanti, a vari livelli e con esiti contrastanti, nel Tribunale di Genova. La fine è arrivata solo l’11 dicembre, con il deposito della sentenza della Cassazione, la 35544/2020.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close