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L’e-commerce post-Covid secondo Minsait

Mag 5, 2020

Dopo l’emergenza sanitaria, l’e-commerce avrà bisogno di un canale di vendita più diretto e legato al cliente, con l’obiettivo di passare dai cataloghi online a veri e propri negozi online.

Questa è una delle conclusioni dell’insight “L’impatto del Covid-19 sull’ e-commerce”, presentato da Minsait, società di Indra, che analizza l’andamento e le prospettive future del settore del commercio online in Italia.

Secondo la società, dopo il Covid-19 si apriranno nuove opportunità per settori che, al fine di non danneggiare i loro canali di distribuzione tradizionali, sinora non avevano sfruttato tutte le potenzialità delle vendite online. Nell’attuale contesto, questi settori devono rafforzare i loro canali digitali per rispondere alle nuove abitudini di acquisto che stanno emergendo ed essere più vicini ai propri clienti.

Minsait

La crisi sanitaria ha già generato infatti i cosiddetti “blue oceans”, aree di mercato inesplorate che nelle ultime settimane hanno segnato dati di crescita tra l’80% ed il 200%. Il settore del consumo di massa, tra cui ipermercati e supermercati, che finora rappresentava una bassa percentuale delle vendite online in Italia, ha già superato tutte le stime per il 2020.

Lo stesso vale in generale per il settorefood & beverage. Dati estremamente positivi si registrano anche per quanto riguarda le attrezzature sportive per l’allenamento a casa, come cyclette, tapis roulant e pesi, e in quello del materiale scolastico e degli articoli per l’igiene, come mascherine, guanti e gel disinfettante.

Secondo Minsait, per cogliere al meglio tutte le opportunità nel nuovo scenario, le società di questi settori dovranno: attivare piattaforme di e-commerce agili e versatili per gestire promozioni personalizzate; creare canali di distribuzione propri, controllati e scalabili a seconda della domanda.

Inoltre, si dovranno implementare modelli logistici per la distribuzione locale, il ritiro e la consegna “last mile”; rafforzare ed espandere i modelli di servizio e di fornitura; ridefinire la logistica tra negozi e magazzini, con un modello di distribuzione misto; consolidare i modelli flagship; e, infine, implementare soluzioni di advanced analytics per anticipare potenziali crisi e nuove opportunità di business.

Nonostante ciò, dal paper di Minsait emerge un’analisi in chiaroscuro che evidenzia che sono proprio i settori che sono cresciuti mediamente di più negli ultimi anni in termini di e-commerce quelli che sono stati i più colpiti dalla crisi per via del cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani.

Lo scenario è una forte contrazione delle vendite online in Italia rispetto alla crescita media del 18% che il settore aveva registrato nell’ultimo periodo, raggiungendo nel 2019 un giro d’affari di 31,5 miliardi di euro e circa 23,5 milioni di consumatori online, stando ai dati del Politecnico di Milano.

Secondo Minsait, sono cinque i fattori che hanno pesato negativamente sull’e-commerce in settori tradizionalmente trainanti delle vendite online come il turismo, il trasporto e l’elettronica: la diminuzione della capacità di consumo; le limitazioni degli spostamenti e dei viaggi; il mantenimento delle distanze sociali; la cancellazione di eventi di intrattenimento e sportivi; e approcci più sostenibili nelle le decisioni quotidiane di consumo.

La sfida sarà dunque quella di migliorare ulteriormente i loro canali online per sfruttare le nuove tendenze di consumo che si stanno generando e che consolideranno nuove abitudini più responsabili, sostenibili e digitali.

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